lunedì 27 luglio 2015

Giallo Italiano (0-4)


Giallo italiano
  Il lungo esordio
1852-1969

(0-4)
L’interregno

1945
Alla fine della guerra il “giallo” risorge dalle sue ceneri. Riappare in edicola, con la Collana Giallo (pubblicazione periodica postbeellica), il glorioso Ezio D’Errico con Non avrete la sua testa.
   

Qualche mese dopo ne I Gialli Mondadori pubblica il suo ultimo romanzo: La nota della lavandaia.  I gialli Mondadori seguendo il loro destino marketing diventeranno Il Giallo Mondadori,  collana occupata dagli stranieri ( inglesi e statunitensi), per gli autori italiani i già tempi difficili diventano pessimi. Tant’è che Re Giorgio, guardatosi intorno, abdica e furtivo si mette a scrivere romanzi rosa e racconti per settimanali femminili. La sua penna è sempre brillante: in breve diventa aurore stimato e apprezzato anche in quel genere.
Mentre la collana de I Gialli Mondadori aveva sempre più successo grazie alla direzione di Alberto Tedeschi, nacquero una pletora di imitatori. Collane, collanine, collanucce, pseudo collane e collanacce sciatte, con autori di risulta che, pur italiani, pubblicavano con improbabili nomi e cognomi stranieri. L’incognito e l’esigenza della pagnotta, offrivano spazio e alibi alla sciatteria, nessuno di questo gruppo fece uno sforzo per uscire dalla routine, eccetto un ingegnere!

1946
Sì, ci voleva un ingegnoso puntiglioso ingegnere, anzi  un genio, a pubblicare il capolavoro unico. Scritto subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, il romanzo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana  (prima pubblicazione nel 1946, in volume solo nel 1957) di Carlo Emilio Gadda  (1893-1973) è un poliziesco "sperimentale" che va al di là dei confini del genere: adoperando un linguaggio originale che mescola elementi dialettali e lingua colta, Gadda si serve del giallo come strumento per ritrarre la Roma del periodo fascista. Un linguaggio difficile: pare che gli servì poco  il lungo soggiorno a Firenze nei pressi di Viale Mazzini. Certo meno che al Manzoni! Pure la trama, anche se intrigante  è intrigata. In ogni caso la soluzione è irrisolta, ancora oggi ci si chiede chi sia stato.




1948

Come ho già detto  è un periodo oscuro per gli italiani. La concorrenza di Poirot, Miss Marple, Sam Spade, Mike Hammer,  Philip Marlowe, Nero Wolfe … è sconfortante.  Resta poco di quel periodo e guarda caso, a cercare bene, lo si trova sempre ne I Gialli Mondadori. Parlerò di tre autori che meritano rispetto per coraggio e ingegno: Giuseppe Ciabattini, Sergio Donati e Franco Enna.




Giuseppe Ciabattini era un autore di commedie radiofoniche, sperimentatore di linguaggio e personaggi  alternativi o, se preferite, “più oltre”. Proprio per la radio creò uno strano tipo d’investigatore dotato di una carica umana irresistibile: il barbone Tre Soldi. Questo simpatico e acuto “senza fissa dimora” indagava con un Watson fuori dalle righe, ma allineato: il barbone Boero.




Indaga suo malgrado e controvoglia, ma risolve complicati omicidi. La sua capacità induttiva e deduttiva è molto lenta, ma pur  “lento pede” non si pone limiti. I due gialli Tre Soldi e il Duca e Tre Soldi e la donna di classe, sviluppo di due racconti sceneggiati alla radio, presentano un intreccio perfetto e molta originalità. Non manca lo humor, anzi ce n’è per tutti i gusti, sapientemente dosato e a supporto di acute riflessioni sulla vita e la morte viste dai due clochard. Nonostante questo il successo è limitato, il mito americano “un bacio e una pistola” prevale e Tre Soldi cade alla svelta nel dimenticatoio.



Sergio  Donati si iscrisse a legge nel ‘55 , ma era destinato ad altre glorie. Da studente iniziò a scrivere i suoi primi romanzi gialli: Il sepolcro di carta e L’altra faccia della luna.  Benché i romanzi avessero ottenuto un discreto successo, Donati decise di abbandonare la scrittura di gialli e si trasferì a Milano. Iniziò ben presto a fare carriera, e partendo da semplice copywriter divenne tv producer.
Da lì in poi la carriera sarà tutta in discesa per Sergio: ottiene infatti numerose richieste come sceneggiatore in diversi film, che contribuiscono a farlo diventare un nome importante nel panorama italiano. Riceve tra le altre una proposta da Sergio Leone  per la sceneggiatura di  Per qualche dollaro in più.  



Il sodalizio con Leone durò diversi anni, e benché nei primi due film in cui collaborò (Per qualche dollaro in più e il successivo capolavoro, Il buono, il brutto, il cattivo.   il suo nome non comparisse tra gli sceneggiatori ufficiali, Donati acquisì sempre maggiore notorietà nell'ambiente. Nei successivi capolavori di Sergio Leone, C’era una volta il West   e Giù la testa  firmò finalmente anch'egli la sceneggiatura.




A prendere il posto di Donati, a metà degli anni cinquanta arriva al giallo un nome importante: Franco Enna. Uno che cambierà le prospettive del giallo italiano. Di lui paleremo nella prossima puntata.
 

Nessun commento:

Posta un commento