Giallo italiano
1852-1969
(0-5)
Finalmente la provincia è noir!
1955
Francesco
Cannarozzo, noto e famoso come Franco
Enna, è nato a Enna il 16 settembre 1921. È stato, oltreché poeta
e drammaturgo, un prolifico scrittore siciliano autore di numerosissimi gialli di successo e di molti racconti di
fantascienza pubblicati nella rivista
specializzata Urania.
Franco Enna
è considerato lo scrittore che ha (enorme merito il suo!) “provincializzato” il
giallo italiano. Italo Calvino e Alberto Savinio avevano sentenziato (ultime parole
famose!) che il paesaggio della provincia italiana non poteva fare da sfondo a
un thriller e tantomeno a un noir. Enna precedendo Leonardo Sciascia, Piero Chiara e Andrea Camilleri fu il precursore del giallo di
provincia.
Arriva a I Gialli Mondadori nel 1955 dopo essere stato
se stesso (Franco Cannarozzo), Lou Happyngs, Alexis Stone e altri. In Tempo di
massacro siamo ancora all’estero e il protagonista si chiama Leslie Colina.
Ma presto la
provincia lo cattura e affascina. Le sue storie periferiche e ambientate nel duro
paesaggio e nelle aspre città siciliane sono un paradigma. Lo schema del giallo
è per lui il mezzo per manifestare la sua concezione del mondo: più noir di
cosi!
La Sicilia diventa lo scenario ideale per raccontare
storie piene di intrighi e intrise di passionalità. Il personaggio più famoso
creato da Enna è il commissario Federico Sartori un siciliano malato di
inguaribile nostalgia che si lascia condurre facilmente, dall’avventura e
dall’amore, in storie intricate e avvincenti.
Attorno a questo personaggio Franco Enna ha sviluppato
una ricca serie di episodi romanzeschi che hanno avuto un fortunato successo di
pubblico e gli hanno valso l’appellativo di Simenon italiano.
Enna non è
stato una meteora. Il successo non fu frutto della moda, ma del solido impianto
letterario. E’ tornato più volte alla ribalta, per esempio con la Longanesi, e
la rilettura ha consolidato la valutazione positiva delle sue storie siciliane.
1959
Solo nel 1959 il film di Germi Un maledetto imbroglio. Un
film asciutto, con linguaggio essenziale, che scioglie molti, ma non tutti,
nodi rimasti irrisolti nel romanzo.
Pietro Germi
regista essenziale e attore principale dalla recitazione efficace ma scarna traccia
un solco profondo tra il neorealismo e la commedia all’italiana.
Claudia
Cardinale nei modi e nella recitazione si prepara a interpretare Il
giorno della civetta.
1960
Un grande
saggista decide di dedicarsi alla
letteratura scoprendosi grande scrittore. Dopo alcune prove di grande qualità,
ricorre alla tecnica del giallo Leonardo
Sciascia (1921-1989), che a partire
dagli anni sessanta scrive numerosi
romanzi polizieschi (fra cui Il giorno della civetta del
1960 e A ciascuno il suo del 1966). Nei "gialli" di Sciascia
la verità non è mai semplice come sembra all'apparenza e la soluzione
dell'enigma non ha una funzione consolatoria, come avviene quasi sempre nei
gialli classici della tradizione e nel lettore rimane la sensazione di una
"giustizia tradita".
Per questo
sono da considerarsi dei noir. Noir che come aveva dimostrato Franco Enna, si potevano
ambientare il provincia, meglio se in quella siciliana.
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