Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
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Giudizio n. 91
L’angelo nero
Cornell Woolrich
Mondadori
Una donna tenace, ma casinista ...
Il romanzo, pubblicato nel 1943, è diventato un classico grazie al film omonimo,
di una spanna superiore. Scritto da uno dei maestri del genere noir, Cornell
Woolrich, più suggeritore di trame cinematografiche che autore intrigante. Atmosfere
in bianco e nero, per raccontare la vita imperfetta di una giovane sposa,
Alberta French, e un marito innamorato ma fedifrago, che per lei aveva coniato
il lezioso e vieto nomignolo di "viso d'angelo".
« “Lui mi chiamava sempre 'Viso d'Angelo”. Era così che mi
chiamava quando eravamo soli. Ed era una cosa speciale, tra lui e me.
Avvicinava il suo viso al mio e me lo diceva sottovoce. Mi chiedeva,
meravigliato, dove l'avevo trovato, questo viso d'angelo. E altre frasi carine
come quelle che i mariti dicono alle mogli.»
Ma quando la passione comincia a dare cenni di cedimento lui viene arrestato
con l'accusa di aver ucciso una donna, quella che Alberta considera la sua
amante, la bella e seducente Mia Mercer. Sì, lui all'improvviso aveva smesso di
chiamarla con il nomignolo. E lei, prima che se ne renda conto (erano già passate
settimane da quando l'aveva sentito pronunciare quel soprannome l'ultima volta:
distratta la fanciulla!) se lo ritrova condannato alla sedia elettrica!
La grulla, e anche casinista come si vedrà, aveva aspettato che lui glielo dicesse di nuovo e s’ero domandata perché non
lo facesse. Senza troppa volontà: subito aveva smesso di aspettare e domandarselo.
"Viso d'angelo", quando si sveglia, non riesce a rassegnarsi, il suo
amore , anche se è stato tradito è troppo grande per lasciare che suo marito
venga giustiziato sulla sedia elettrica. Così Alberta, con l' aiuto dell'agenda
trovata nella casa della donna uccisa, cerca di scoprire il vero assassino. Un tocco
un po’ troppo melò, una trama datata, molto ingenua, pietosamente misteriosa, ma
scritta con uno stile secco e raccontata in prima persona. Con eccesso di introspezione,
attraverso pagine noiosissime, vi porterà all'angosciante ricerca dell'assassino,
con continui colpi di scena (spesso dei flop) e la voglia di sapere come andrà
a finire quest' incubo costruito, questa poco credibile ricerca della verità, diminuisce
pagina dopo pagina fino a spengersi dl tutto.
Anche se la verità, alla resa dei conti, seminerà morte, disperazione e
grandi delusioni, che a volte solo l'amore riesce a portare. Ridicola la riflessione
finale: "Ognuno trova qualcuno. Ma la maggior parte degli uomini trova
semplicemente una donna. Io, uno su un milione, ho trovato un angelo."
Dal romanzo “Angelo Nero” di Cornell Woolrich è stato tratto un film con la
regia di Roy William Neill e interpretato da Dan Duryea, June Vincent e Peter
Lorre. Come dicevo all’inizio un bel film, con una trama diversa e quindi più moderna
ed efficace.
Voto **1/2/5
Ma quando la passione comincia a dare cenni di cedimento lui viene arrestato con l'accusa di aver ucciso una donna, quella che Alberta considera la sua amante, la bella e seducente Mia Mercer. Sì, lui all'improvviso aveva smesso di chiamarla con il nomignolo. E lei, prima che se ne renda conto (erano già passate settimane da quando l'aveva sentito pronunciare quel soprannome l'ultima volta: distratta la fanciulla!) se lo ritrova condannato alla sedia elettrica!
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