domenica 23 agosto 2015

Il Gufo Giallo (91)


Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli

Giudizio n.  91

 
L’angelo nero 
Cornell Woolrich 
Mondadori

 

 

Una donna tenace, ma casinista ...

Il romanzo, pubblicato nel 1943, è diventato un classico grazie al film omonimo, di una spanna superiore. Scritto da uno dei maestri del genere noir, Cornell Woolrich, più suggeritore di trame cinematografiche che autore intrigante. Atmosfere in bianco e nero, per raccontare la vita imperfetta di una giovane sposa, Alberta French, e un marito innamorato ma fedifrago, che per lei aveva coniato il lezioso e vieto nomignolo di "viso d'angelo".
« “Lui mi chiamava sempre 'Viso d'Angelo”. Era così che mi chiamava quando eravamo soli. Ed era una cosa speciale, tra lui e me. Avvicinava il suo viso al mio e me lo diceva sottovoce. Mi chiedeva, meravigliato, dove l'avevo trovato, questo viso d'angelo. E altre frasi carine come quelle che i mariti dicono alle mogli.»
Ma quando la passione comincia a dare cenni di cedimento lui viene arrestato con l'accusa di aver ucciso una donna, quella che Alberta considera la sua amante, la bella e seducente Mia Mercer. Sì, lui all'improvviso aveva smesso di chiamarla con il nomignolo. E lei, prima che se ne renda conto (erano già passate settimane da quando l'aveva sentito pronunciare quel soprannome l'ultima volta: distratta la fanciulla!) se lo ritrova condannato alla sedia elettrica!
La grulla, e anche casinista come si vedrà, aveva aspettato che lui glielo  dicesse di nuovo e s’ero domandata perché non lo facesse. Senza troppa volontà: subito aveva smesso di aspettare e domandarselo. "Viso d'angelo", quando si sveglia, non riesce a rassegnarsi, il suo amore , anche se è stato tradito è troppo grande per lasciare che suo marito venga giustiziato sulla sedia elettrica. Così Alberta, con l' aiuto dell'agenda trovata nella casa della donna uccisa, cerca di scoprire il vero assassino. Un tocco un po’ troppo melò, una trama datata, molto ingenua, pietosamente misteriosa, ma scritta con uno stile secco e raccontata in prima persona. Con eccesso di introspezione, attraverso pagine noiosissime, vi porterà all'angosciante ricerca dell'assassino, con continui colpi di scena (spesso dei flop) e la voglia di sapere come andrà a finire quest' incubo costruito, questa poco credibile ricerca della verità, diminuisce pagina dopo pagina fino a spengersi dl tutto.
Anche se la verità, alla resa dei conti, seminerà morte, disperazione e grandi delusioni, che a volte solo l'amore riesce a portare. Ridicola la riflessione finale: "Ognuno trova qualcuno. Ma la maggior parte degli uomini trova semplicemente una donna. Io, uno su un milione, ho trovato un angelo."
Dal romanzo “Angelo Nero” di Cornell Woolrich è stato tratto un film con la regia di Roy William Neill e interpretato da Dan Duryea, June Vincent e Peter Lorre. Come dicevo all’inizio un bel film, con una trama diversa e quindi più moderna ed efficace.

Voto **1/2/5

 

 

 

 

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