Giorgio I "The King of noir"
Un re, due regni e un'abdicazione
Una vita tra il noir e il rosa

Parte III
1943
L'abdicazione
e l'esilio rosa
Con
l'8 settembre del 1943 inizia per Scerbanenco, un altro periodo drammatico
della vita. Fuga in Svizzera con in
valigia un manoscritto di un romanzo mai pubblicato, alloggio in un campo profughi e, infine,
ospitalità in casa amica dove si era rifugiato. Riprende (già, prima dei cinque
gialli, ne aveva scritti tre o quattro) una lunga produzione di romanzi
"rosa". Una quarantina per la gioia dei signore e fanciulle.
Giorgio sceglie lavia più facile, eppure ... nel 1944 esce a Roma,
città libera e non più “aperta”, il film Il cappello da prete. E' fedelmente
adattato dal romanzo di De Marchi (uno splendido noir ante litteram). Attore principale Roldano Lupi, che qualche
anno dopo sarà mattatore negli sceneggiati in tv. La guerra sta per finire: è
un segnale non debole che il giallo sta per tornare più forte di prima. Interessante come
si riparta da De Marchi quando sta per arrivare l'onda lunga dei
"noir" americani!
Nasce la Repubblica e anche Re Giorgio I, primo
Maestro del giallo italiano abdica. Scerbanenco, l'ucraino-milanese a cui
tutti i giallisti devono qualcosa, decide di darsi al rosa. Il Volume sotto è
del giugno 1945 edito da BALDASSARRE
GNOCCHI EDITORE IN MILANO. La vita continua.
La copertina che vedete sotto è invece di molti anni
dopo e il titolo è, credo, autoironico. Forse era già stufo.
La
Rizzoli l'apprezzò subito e oltre a pubblicare i suoi romanzi, gli affidò anche
importanti incarichi editoriali nei suoi periodici.
La storia non è così lineare come sembra. Gli impulsi creativi si mescolano in una imperfetta armonia. Se andiano a sfogliare i suoi romanzi rosa si nota che, col passare del tempo, il rosa delle sue opere si anneriva sempre più, nel contempo, anni dopo, alcuni
dei più riusciti polizieschi conservavano titoli romantici che poco avevano a
che fare con quanto veniva raccontato, giusto quel tanto, perché i sentimenti
sono pur sempre parte integrante delle nostre vite.
Leggendo,
ad esempio, un titolo come Al mare con la ragazza, romanzo splendido,
mai si penserebbe che la ragazza in questione sia in realtà il cadavere di una
giovane donna, rimasta uccisa fin dalle prime pagine, che lo sfortunato
protagonista della storia si ritrova a bordo della propria auto e non sa come sbarazzarsi del cadavere.
Egualmente
sarebbe arduo sospettare in Europa molto amore l’avvincente plot di due giovani coinvolte
loro malgrado in criminosi avvenimenti e costrette a una fuga disperata per
l’Europa.
Ma torniamo a Giorgio I, aveva lasciato il giallo per un periodo "rosa" lungo un quarto di
secolo. Periodo dorato e dal profumo d'incenso: aveva subito avuto un grande
successo tra il pubblico femminile, tra le lettrici di Eva o Anna Bella. Quando
deciderà di ritornare al giallo il colore è ormai nero profondo, anzi noir. Non
siamo a Boston, ma a Milano e i cattivi saranno davvero avidi e spietati.
Scriverà in nero per soli tre anni, ma fu come un
lampo nella notte. Con la sua morte si chiude un periodo (non credo sia corretto
chiamarla epoca), ma non se ne apre un altro. La produzione di qualità è sporadica.
Un interregno, caotica repubblica (durata tre decenni) fino al regno ancora in
atto, di Andrea I. Camilleri, intendo, modello, maestro e monarca esemplare e
paterno.
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