domenica 20 dicembre 2015

Il Re del giallo italiano (III)


 Giorgio I  "The King of noir"
Un re, due regni e un'abdicazione
Una vita tra il noir e il  rosa
 
Parte III

1943
L'abdicazione
e l'esilio rosa

Con l'8 settembre del 1943 inizia per Scerbanenco, un altro periodo drammatico della  vita. Fuga in Svizzera con in valigia un manoscritto di un romanzo mai pubblicato,  alloggio in un campo profughi e, infine, ospitalità in casa amica dove si era rifugiato. Riprende (già, prima dei cinque gialli, ne aveva scritti tre o quattro) una lunga produzione di romanzi "rosa". Una quarantina per la gioia dei signore e fanciulle.


Giorgio sceglie lavia più facile, eppure ... nel 1944 esce a Roma, città libera e non più “aperta”, il film Il cappello da prete. E' fedelmente adattato dal romanzo di De Marchi (uno splendido noir ante litteram). Attore principale Roldano Lupi, che qualche anno dopo sarà mattatore negli sceneggiati in tv. La guerra sta per finire: è   un segnale non debole che il giallo sta per tornare più forte di prima. Interessante come si riparta da De Marchi quando sta per arrivare l'onda lunga dei "noir" americani!
  
Nasce la Repubblica e anche  Re Giorgio I, primo Maestro del giallo italiano abdica. Scerbanenco, l'ucraino-milanese a cui tutti i giallisti devono qualcosa, decide di darsi al rosa. Il Volume sotto è del giugno 1945 edito da BALDASSARRE GNOCCHI EDITORE IN MILANO. La vita continua.



La copertina che vedete sotto è invece di molti anni dopo e il titolo è, credo, autoironico. Forse era già stufo.




La Rizzoli l'apprezzò subito e oltre a pubblicare i suoi romanzi, gli affidò anche importanti incarichi editoriali nei suoi periodici.


La storia non è così lineare come sembra. Gli impulsi creativi si mescolano in una imperfetta armonia.  Se andiano a sfogliare i suoi romanzi rosa si nota che, col passare del tempo, il rosa delle sue opere si anneriva sempre più, nel contempo, anni dopo, alcuni dei più riusciti polizieschi conservavano titoli romantici che poco avevano a che fare con quanto veniva raccontato, giusto quel tanto, perché i sentimenti sono pur sempre parte integrante delle nostre vite.



Leggendo, ad esempio, un titolo come Al mare con la ragazza, romanzo splendido, mai si penserebbe che la ragazza in questione sia in realtà il cadavere di una giovane donna, rimasta uccisa fin dalle prime pagine, che lo sfortunato protagonista della storia si ritrova a bordo della propria auto e non sa come sbarazzarsi del cadavere.

Egualmente sarebbe arduo sospettare in Europa molto amore  l’avvincente plot di due giovani coinvolte loro malgrado in criminosi avvenimenti e costrette a una fuga disperata per l’Europa.

 Ma torniamo a Giorgio I, aveva lasciato il giallo per un  periodo "rosa" lungo un quarto di secolo. Periodo dorato e dal profumo d'incenso: aveva subito avuto un grande successo tra il pubblico femminile, tra le lettrici di Eva o Anna Bella.  Quando deciderà di ritornare al giallo il colore è ormai nero profondo, anzi noir. Non siamo a Boston, ma a Milano e i cattivi saranno davvero avidi e spietati.
Scriverà in nero per soli tre anni, ma fu come un lampo nella notte. Con la sua morte si chiude un periodo (non credo sia corretto chiamarla epoca), ma non se ne apre un altro. La produzione di qualità è sporadica. Un interregno, caotica repubblica (durata tre decenni) fino al regno ancora in atto, di Andrea I. Camilleri, intendo, modello, maestro e monarca esemplare e paterno.


 
 

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