domenica 3 gennaio 2016

Delitti sulle tavole.



Quando "Il giallo è in tavola!"
Peccati imperdonabili commessi da chi riproduce  volumi di graphic novel gialle o noir senza il rispetto per la suspense e soprattutto per  l'autore



La produzione di una storia a fumetti (oggi è di moda il ridicolo graphic novel) è fatta di mattoni (immagini con o senza  dialoghi in nuvola) con questi si possono comporre pareti (strisce) o stanze (tavole).
Una striscia è una parte giornaliera di una storia. Esce infatti con puntate giornaliere.


Una tavola è una pagina intera di una rivista. Può uscire a cadenza giornaliera, settimanale o essere, semplicemente, la pagina di un libro.




Quando un autore di fumetto crea storie fa tavole o strisce. I due esempi che ho riportato sono autoesplicativi. Sia le strisce che le tavole sono puntate di un romanzo. Feuilleton in Francia: I tre moschettieri vennero pubblicati così. L'ultima scena di una striscia (di solito sono tre) o di una tavola (angolo a destra in basso) devono creare attesa, suspense.
Per la striscia è banale che, al di là della lettura da sinistra a destra, il lettore la veda nel suo complesso mentre la legge.
Il discorso si fa più complesso nel caso della tavola. Non è facile dosare gli eventi e le immagini in modo da arrivare al  fatidico ultimo riquadro in basso a destra col massimo della tensione. L'autore, consapevole che il lettore vedrà tutta la tavola, deve metter bravura e attenzione per mantenere alto il livello di suspense. In Jacobs è importante, molto importante, il colore. Era riconosciuto come il più bravo colorista del momento, lo è ancora. Andreste a vedere la Cappella Sistina in bianco e nero?




Spesso, come accade con Edgar P. Jacobs (ideatore e autore di Blake&Mortimer), la cura è anche sulle singole strisce. Un'attenzione in più per la suspense, ma che è anche utile per creare un effetto "dinamica": le immagini sembrano in movimento e i personaggi pure.

Sapendo questo e vivendo di questo nessun editore di fumetti si sognerebbe di alterare l'equilibrio della tavola: è consapevole che sarebbe un delitto di lesa creatività e anche un impoverimento del suo prodotto. Le attenzioni devono essere massime se si tratta di una storia gialla, Di più se pubblicata in una collana di gialli.



Nel 2000 alla Mondadori ci dovevano essere, con rispetto parlando, dei "gran coglioni", nel senso più aulico: non ci coglievano! Pubblicano Il mistero della grande piramide, un'indagine di Blake e Mortimer. Un capolavoro degli anni '60, da loro considerato, questa è l'mpressione, "robetta"! Dopo aver tolto il colore (ma come? in Jacobs!) la adattano ad un formato diverso alterando l'equilibrio grafico: la tavola è spalmata in due o più pagine. Alcune scene vengono ingrandite (si legge la grana) altre ridorre (non si vede un tubo).



La suspense va a farsi benedire e i lettori, nel loro piccolo s'incazzano. Potete costatare da voi, sopra, il metodo seguito e sotto, raffrontando l'originale (a destra) e la pubblicazione "stupidamente criminale" il risultato: niente colore, eliminazione della tavola come topos e unicum, eliminazione delle strisce. La suspense è defunta, massacrata dall'idiozia.


La collana dei gialli Mondadori a fumetti non decollò.  Ci sarà stato un perché: chissà se se lo chiesero e licenziarono il geniale ideatore?

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