Quando "Il giallo è in tavola!"
Peccati imperdonabili commessi da chi riproduce volumi di graphic
novel gialle o noir senza il rispetto per la suspense e soprattutto per
l'autore
La produzione di una storia a fumetti (oggi è
di moda il ridicolo graphic novel) è fatta di mattoni (immagini con o senza dialoghi in nuvola) con questi si possono
comporre pareti (strisce) o stanze (tavole).
Una striscia è una parte giornaliera di una
storia. Esce infatti con puntate giornaliere.
Una tavola è una pagina intera di una
rivista. Può uscire a cadenza giornaliera, settimanale o essere, semplicemente,
la pagina di un libro.
Quando un autore di fumetto crea storie fa
tavole o strisce. I due esempi che ho riportato sono autoesplicativi. Sia le
strisce che le tavole sono puntate di un romanzo. Feuilleton in Francia: I tre
moschettieri vennero pubblicati così. L'ultima scena di una striscia
(di solito sono tre) o di una tavola (angolo a destra in basso) devono creare
attesa, suspense.
Per la striscia è banale che, al di là della
lettura da sinistra a destra, il lettore la veda nel suo complesso mentre la legge.
Il discorso si fa più complesso nel caso
della tavola. Non è facile dosare gli eventi e le immagini in modo da arrivare
al fatidico ultimo riquadro in basso a
destra col massimo della tensione. L'autore, consapevole che il lettore vedrà
tutta la tavola, deve metter bravura e attenzione per mantenere alto il livello
di suspense. In Jacobs è importante, molto importante, il colore. Era riconosciuto come il più bravo colorista del momento, lo è ancora. Andreste a vedere la Cappella Sistina in bianco e nero?
Spesso, come accade con Edgar P. Jacobs
(ideatore e autore di Blake&Mortimer), la cura è anche sulle singole
strisce. Un'attenzione in più per la suspense, ma che è anche utile per creare
un effetto "dinamica": le immagini sembrano in movimento e i
personaggi pure.
Sapendo questo e vivendo di questo nessun
editore di fumetti si sognerebbe di alterare l'equilibrio della tavola: è
consapevole che sarebbe un delitto di lesa creatività e anche un impoverimento
del suo prodotto. Le attenzioni devono essere massime se si tratta di una
storia gialla, Di più se pubblicata in una collana di gialli.
Nel 2000 alla Mondadori ci dovevano essere,
con rispetto parlando, dei "gran coglioni", nel senso più aulico: non
ci coglievano! Pubblicano Il mistero della grande piramide, un'indagine di
Blake e Mortimer. Un capolavoro degli anni '60, da loro considerato, questa è l'mpressione, "robetta"! Dopo aver tolto il colore (ma come? in Jacobs!) la adattano ad un formato
diverso alterando l'equilibrio grafico: la tavola è spalmata in due o più
pagine. Alcune scene vengono ingrandite (si legge la grana) altre ridorre (non si vede un tubo).
La suspense va a farsi benedire e i lettori,
nel loro piccolo s'incazzano. Potete costatare da voi, sopra, il metodo seguito e sotto, raffrontando l'originale (a destra) e la pubblicazione "stupidamente criminale" il risultato: niente colore, eliminazione della tavola come topos e unicum, eliminazione delle strisce. La suspense è defunta, massacrata dall'idiozia.
La collana dei gialli Mondadori a fumetti non decollò. Ci sarà stato un perché: chissà se se lo chiesero e licenziarono il geniale ideatore?
La collana dei gialli Mondadori a fumetti non decollò. Ci sarà stato un perché: chissà se se lo chiesero e licenziarono il geniale ideatore?
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