Film
n.93
M - il mostro di Düsserldorf (M - Eine Stadt sucht einen Mörder)
di Fritz Lang
con Peter
Lorre, Inge Landgut e tanti altri
« Warte, warte nur
ein Weilchen, bald kommt der Schwarzmann zu dir mit dem kleinen Hackebeilchen
macht er Schabefleisch aus dir du bist raus! »
Capolavoro del cinema
e pietra miliare del noir. Fritz Lang confermò la sua genialità. Al suo primo
film parlato, continua a impiegare con maestria le metafore visive e le
immagini evocative che avevano fatto grande il muto, ma pure si vale in modo
assai moderno delle risorse del sonoro.
Ho riportato l'agghiacciante
filastrocca che lo pervade.
In una città
tedesca (il film è ambientato a Berlino, ma il titolo italiano richiama il caso
di cronaca del '25 che ha ispirato il film, avvenuto a
Düsseldorf) la popolazione è terrorizzata da un maniaco che ha
adescato e ucciso otto bambine.
La polizia è messa sotto pressione dall'opinione pubblica quando il Mostro uccide un'altra bambina, e si impegna a fondo nella ricerca, ma non dispone di nessun indizio. La popolazione cade nel panico, e molti arrivano ad accusarsi a vicenda. I poliziotti organizzano numerose retate nei quartieri frequentati dalla malavita, creando gravi problemi alle associazioni criminali della città. E' la molla che decide la sorte del "Mostro". Le maggiori organizzazioni criminali decidono, per ridurre la pressione della polizia nella città, di trovarlo. Chiamano un capo originario del luogo ma ricercato dalla polizia di molte nazioni. Lui organizza la ricerca usando anche i mendicanti come spie per le strade.
La polizia è messa sotto pressione dall'opinione pubblica quando il Mostro uccide un'altra bambina, e si impegna a fondo nella ricerca, ma non dispone di nessun indizio. La popolazione cade nel panico, e molti arrivano ad accusarsi a vicenda. I poliziotti organizzano numerose retate nei quartieri frequentati dalla malavita, creando gravi problemi alle associazioni criminali della città. E' la molla che decide la sorte del "Mostro". Le maggiori organizzazioni criminali decidono, per ridurre la pressione della polizia nella città, di trovarlo. Chiamano un capo originario del luogo ma ricercato dalla polizia di molte nazioni. Lui organizza la ricerca usando anche i mendicanti come spie per le strade.
Polizia e
criminali giungono quasi contemporaneamente a scoprire l'identità del
criminale, ma questi ultimi lo scovano prima, grazie all'aiuto di un mendicante
cieco che ne riconosce il fischio, e per seguirlo gli tracciano sulla giacca
una M. di gesso (M. è l'iniziale della parola tedesca Mörder,
"assassino"), da cui il titolo del film.
Vistosi
scoperto, l'assassino, un certo Hans Beckert, si nasconde in un palazzo di
uffici. Alla fine i criminali riescono a catturare il mostro, poco prima
dell'arrivo dei poliziotti, e lo processano.
Al cospetto di
un originale tribunale fatto di ladri, assassini e prostitute, il mostro che
aveva scosso la città rivela la sua pazzia, una forza malvagia che lo spinge a
tali crimini; il processo, dopo un acceso dibattito, sta per chiudersi con un
verdetto di morte, quando è interrotto dall'arrivo della polizia, che ha
scoperto il covo dei criminali grazie alla confessione di un malvivente rimasto
intrappolato nell'edificio dove si nascondeva il mostro. La polizia arresta
anche i capi del crimine locale e consegna il "Mostro" alla giustizia
ordinaria.
Peter Lorre è stupendo,
un'anima in pena dominata dalla follia: una premonizione sulla follia del Nazismo:
l'uomo comune che diventa aguzzino o SS.
Voto *****/5
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