Sceneggiati in giallo e nero
Un morto al giorno ... ma che sia
italiano!
Mini rassegna storica e critica della
fiction seriale "italiana DOC"
(09)
Don Matteo 2000-
2016
Da
sedici anni ci diverte in prima serata. Gialli? No, è come dire le preghiere al mese mariano, però diverte, le anime semplici, come me. La fiction di
Don Matteo è una delle più fortunate e prolifiche: 175 episodi destinati a
crescere. Pensate, l'Ispettore Barnaby 95 e il Commissario Cordier 63. Solo la
Signora in giallo ha superato le 250!
Nasce nel
2000 da un'idea del regista cinematografico Enrico Oldolini,
ed è prodotta dalla LUX Vide S.p.A. in collaborazione con Rai Fiction. Terence Hill, che tutti chamavano ormai Trinità,
interpreta il protagonista Don Matteo Minelli-Boldrini, parroco, alternativo ma
canonico, della chiesa di San Giovanni in Gubbio. Canonico è anche il
vescovo Gastome Moschin! Il prete aiuta
abitualmente e con acume i Carabinieri
nelle indagini.
Oltre
a Hill c'è Nini Frassica, nel ruolo del maresciallo Nino Cecchini (un pilastro
sempre a fianco del protagonista, di cui è sincero amico).
Si inizia
con Flavio Insinna, nel ruolo del capitano Anceschi, e poi Simone Montedoro, per normale avvicendamento (nell'Arma, no nei "pacchi", messi a dura prova da Antonella Clerici) nel ruolo del nuovo e giovane capitano
Giulio Tommasi. Montedoro, per sua indole e bravura, si rivelerà subito una
valida spalla per Frassica e i loro duetti danno sale e pepe alle puntate,
altrimenti piene di melensa melassa.
Non è
la prima fiction autarchica che rispetta la regola (ferrea) del 40% - 60%, ma trova il giusto equilibrio tra parte
commedia brillante e parte "gialla" (si fa per dire). La RAI inoltre, nei suoi sceneggiati cercava
sempre di chiudere velocemente la soluzione del delitto con la confessione del
colpevole. Che c'era di meglio che farlo confessare davanti a un prete? Il nome Matteo
significa "dono di Dio", credeteci anche se altri "mattei" ora sulla scena sembrano smentirmi. Inizialmente, il titolo del telefilm doveva
essere Il diavolo e l'acqua santa e il sacerdote doveva chiamarsi Teodoro, un
nome che, sebbene abbia lo stesso significato di "Matteo", non convinse
appieno Terence Hill, il quale invece gli preferì Don Matteo.
Altri
comprimari importanti animano la scena. Sono Natalina (Natalie Guetta) e Pippo
(Francesco Scali) coadiutori, in parrocchia e in casa (Perpetua e Perpetuo,
direi), del dinamico sacerdote. Rispettivamente governante e sagrestano, con
ampie diversificate mansioni tutti e due, soprattutto quando hanno degli ospiti
da accudire. Spesso le loro vicende personali divertono lo spettatore ingenuo. Non
dimentichiamoci, infine, del carabiniere Ghisoni (Pietro Pulcini) che ha
saltato solo un serie, ma che è importante presenza quasi silente (è uso ad
obbedir tacendo!).
Don Matteo, con un passato da missionario in zone pericolose e selvagge, arrivato a Gubbio (splendida location), sacco in spalla, si dimostra un parroco caritatevole e sensibile. Ha un innato talento per le indagini e una profonda conoscenza dell'animo
umano: ci coglie, insomma! Grazie all'amicizia e alla collaborazione con il maresciallo Nino Cecchini
(a cui è legato da amicizia profonda), riesce a intrufolarsi nei casi dei Carabinieri, e li risolve grazie a un indizio decisivo, che
arriva molto spesso grazie alle sue capacità abduttive (si veda scheda sul blog).
Don Matteo è gentile e disponibile verso tutti e mostra una straordinaria
capacità di amore e di affetto verso le persone coinvolte nel caso, anche nei confronti
degli assassini. A dimostrazione di ciò, le sue numerose visite presso la casa
circondariale di Gubbio. Le sue intrusioni non sono, però, molto gradite ai
capitani della locale caserma dei Carabinieri, il capitano Flavio Anceschi
prima e il capitano Giulio Tommasi poi: questi cercano di tenerlo lontano dalle
indagini, ma alla fine sono sempre costretti a riconoscere la bravura del
sacerdote. Lui arriva sempre due minuti prima al colpevole. Ma solo per
ottenere la confessione: salvare un'anima è il suo obiettivo e la sua missione.
Per
ora (ma, mentre scrivo, ne arrivano altri) si contano oltre 175 episodi scaglionati in
dieci stagioni. Sono andati in onda originariamente in prima serata
su Rai 1. Per
quanto riguarda la TV gratuita, le repliche vengono trasmesse oltre che da Rai
1 anche da TV2000 per
buona parte dell'anno e da Rai Premium.
Per quanto riguarda invece internet, le
repliche sono disponibili gratuitamente anche sul sito web ufficiale Rai.tv, che ripropone quasi
tutti gli episodi delle dieci stagioni.
Don Matteo, pur spostato a Spoleto dalla
natia Gubbio è sempre in corsa, anche se in bicicletta e solo in discesa.
Il
trasloco da Gubbio a Spoleto (I maligni hanno sussurrato: per carenza di possibili morti ammazzati a Gubbio decimata da tutti quei delitti!) ha
penalizzato non poco la fiction. La nuova location risulta angusta e
improbabile. Pure poco viabile in bici: il prete è costretto a far le scale!
Nel frattempo ne è passata d'acqua sotto i
ponti radio, di mamma Rai e di mediaset, portandosi via molte fiction. Alcune sono da rammentare a beneficio dei posteri.
La squadra con Massimo Bonetti e Renato Carpentieri del 2000 è
stata la prima fiction poliziesca italiana a proporsi con un format seriale alla
87°
distretto.
Ho detto "alla", non fraintendetemi, con l'87° in verità aveva poco da spartire. Però ci provava: "Anziché
indugiare esclusivamente su un carattere, la scelta è di approfondire la psicologia di ogni personaggio", così il marketing Rai, come se Don Matteo facesse fare primi piani solo su di sè! Contento l'agente degli attori, ogni membro del cast ha avuto la sua parte.
Questa innovativa scelta ha generato nuove serie poliziesche italiane basate
sul medesimo format, ma più sciatte. Dopo otto stagioni fu messa da parte, eppure veniva seguita dal pubblico, ma senza amore e per la rai l'amore conta quasi quanto il canone.
Una
citazione anche per Valeria medico legale con Claudia Koll del 2000: ben 21 episodi
passati lisci come l'acqua tiepida.
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