venerdì 12 febbraio 2016

Sceneggiati in giallo (09)


Sceneggiati in giallo e nero  
Un morto al giorno ... ma che sia italiano!
Mini rassegna storica e critica della fiction seriale "italiana DOC"
(09)


   Don Matteo    2000- 2016

Da sedici anni ci diverte in prima serata. Gialli? No, è come dire le preghiere al mese mariano, però diverte, le anime semplici, come me.  La fiction di Don Matteo è una delle più fortunate e prolifiche: 175 episodi destinati a crescere. Pensate, l'Ispettore Barnaby 95 e il Commissario Cordier 63. Solo la Signora in giallo ha superato le 250!

Nasce nel 2000 da un'idea del regista cinematografico Enrico Oldolini, ed è prodotta dalla LUX Vide S.p.A. in collaborazione con Rai Fiction. Terence Hill, che tutti chamavano ormai Trinità, interpreta il protagonista Don Matteo Minelli-Boldrini, parroco, alternativo ma canonico, della chiesa di San Giovanni in Gubbio. Canonico è anche il vescovo Gastome Moschin! Il prete  aiuta abitualmente e con acume i Carabinieri nelle indagini.


Oltre a Hill c'è Nini Frassica, nel ruolo del maresciallo Nino Cecchini (un pilastro sempre a fianco del protagonista, di cui è sincero amico).

Si inizia con Flavio Insinna, nel ruolo del capitano Anceschi, e poi Simone Montedoro, per normale avvicendamento (nell'Arma, no nei "pacchi", messi a dura prova da Antonella Clerici) nel ruolo del nuovo e giovane capitano Giulio Tommasi. Montedoro, per sua indole e bravura, si rivelerà subito una valida spalla per Frassica e i loro duetti danno sale e pepe alle puntate, altrimenti piene di melensa melassa.



Non è la prima fiction autarchica che rispetta la regola (ferrea) del 40% - 60%, ma trova il giusto equilibrio tra parte commedia brillante e parte "gialla" (si fa per dire). La RAI inoltre, nei suoi sceneggiati cercava sempre di chiudere velocemente la soluzione del delitto con la confessione del colpevole. Che c'era di meglio che farlo confessare davanti a un prete? Il nome Matteo significa "dono di Dio", credeteci anche se altri "mattei" ora sulla scena sembrano smentirmi. Inizialmente, il titolo del telefilm doveva essere Il diavolo e l'acqua santa e il sacerdote doveva chiamarsi Teodoro, un nome che, sebbene abbia lo stesso significato di "Matteo", non convinse appieno Terence Hill, il quale invece gli preferì Don Matteo.


Altri comprimari importanti animano la scena. Sono Natalina (Natalie Guetta) e Pippo (Francesco Scali) coadiutori, in parrocchia e in casa (Perpetua e Perpetuo, direi), del dinamico sacerdote. Rispettivamente governante e sagrestano, con ampie diversificate mansioni tutti e due, soprattutto quando hanno degli ospiti da accudire. Spesso le loro vicende personali divertono lo spettatore ingenuo. Non dimentichiamoci, infine, del carabiniere Ghisoni (Pietro Pulcini) che ha saltato solo un serie, ma che è importante presenza quasi silente (è uso ad obbedir tacendo!).


Don Matteo, con un passato da missionario in zone pericolose e selvagge, arrivato a Gubbio (splendida location), sacco in spalla, si dimostra un parroco caritatevole e sensibile. Ha un innato talento per le indagini e una profonda conoscenza dell'animo umano: ci coglie, insomma! Grazie all'amicizia e alla collaborazione con il maresciallo Nino Cecchini (a cui è legato da amicizia profonda), riesce a intrufolarsi nei casi dei Carabinieri, e li risolve grazie a un indizio decisivo, che arriva molto spesso grazie alle sue capacità abduttive (si veda scheda sul blog). Don Matteo è gentile e disponibile verso tutti e mostra una straordinaria capacità di amore e di affetto verso le persone coinvolte nel caso, anche nei confronti degli assassini. A dimostrazione di ciò, le sue numerose visite presso la casa circondariale di Gubbio. Le sue intrusioni non sono, però, molto gradite ai capitani della locale caserma dei Carabinieri, il capitano Flavio Anceschi prima e il capitano Giulio Tommasi poi: questi cercano di tenerlo lontano dalle indagini, ma alla fine sono sempre costretti a riconoscere la bravura del sacerdote. Lui arriva sempre due minuti prima al colpevole. Ma solo per ottenere la confessione: salvare un'anima è il suo obiettivo e la sua missione.


Per ora (ma, mentre scrivo, ne  arrivano altri) si contano oltre 175 episodi scaglionati in dieci stagioni. Sono andati in onda originariamente in prima serata su Rai 1. Per quanto riguarda la TV gratuita, le repliche vengono trasmesse oltre che da Rai 1 anche da TV2000 per buona parte dell'anno e da Rai Premium. Per quanto riguarda invece internet, le repliche sono disponibili gratuitamente anche sul sito web ufficiale Rai.tv, che ripropone quasi tutti gli episodi delle dieci stagioni.



Don Matteo, pur spostato a Spoleto dalla natia Gubbio è sempre in corsa, anche se in bicicletta e solo in discesa.



Il trasloco da Gubbio a Spoleto (I maligni hanno sussurrato: per carenza di possibili morti ammazzati a Gubbio decimata da tutti quei delitti!) ha penalizzato non poco la fiction. La nuova location risulta angusta e improbabile. Pure poco viabile in bici: il prete è costretto a far le scale!


Nel frattempo ne è passata d'acqua sotto i ponti radio, di mamma Rai e di mediaset, portandosi via molte fiction. Alcune sono da rammentare a beneficio dei posteri.

La squadra  con Massimo Bonetti e Renato Carpentieri del  2000 è stata la prima fiction poliziesca italiana a proporsi con un format seriale alla 87° distretto.


Ho detto "alla", non fraintendetemi, con l'87° in verità aveva poco da spartire. Però ci provava: "Anziché indugiare esclusivamente su un carattere, la scelta è di approfondire la psicologia di ogni personaggio", così il marketing Rai, come se Don Matteo facesse fare primi piani solo su di sè! Contento l'agente degli attori, ogni membro del cast ha avuto la sua parte. Questa innovativa scelta ha generato nuove serie poliziesche italiane basate sul medesimo format, ma più sciatte. Dopo otto stagioni fu messa da parte, eppure veniva seguita dal pubblico, ma senza amore e per la rai l'amore conta quasi quanto il canone.
Una citazione anche per Valeria medico legale con Claudia Koll del 2000: ben 21 episodi passati lisci come l'acqua tiepida.
Infine ricordo  Il commissario con Massimo Dapporto del 2001, così basta e avanza.

(09 - segue)

 
 

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