martedì 28 giugno 2016

Lanterna Gialla (99)






Film n. 98

La preda perfetta (A Walk Among the Tombstones)
di  Frank Scott

con Liam Neeson, Boyd Holbrook, Dan Stevens





Il film tenta una missione impossibile:  rilanciare il mito del detective alla Sam Spade o alla Philip Marlowe (e lo dicono pure, più volte, gli scemi!). Dopo aver fatto un'accurata selezione tra le statue del Pincio hanno scelto Liam Neeson che è parso loro meno espressivo del busto di Giulio Cesare, che, lo si sa, è acefalo!

Liam Neeson, nonostante nessuno gli abbia spiegato che doveva far meglio di Humprey Bogart entra, lo sconsiderato, nel ruolo di Matt Scudder, un ex poliziotto del Dipartimento di Polizia di New York che ora lavora come investigatore privato senza licenza, operando al di fuori della legge.
Ma come? Se la minaccia di ritiro della licenza a Sam o a Philip era uno dei temi ricorrenti delle storie! Consentiva anche al detective di mostrare un ghigno sardonico, cosa che Liam non saprebbe fare, al Pincio, tra l'altro, non è è di bon ton.
Quando Scudder accetta con riluttanza di aiutare un trafficante di eroina (Dan Stevens) a dare la caccia agli uomini che hanno rapito e poi brutalmente assassinato la moglie, l'investigatore privato scopre che non si tratta della prima volta che questi uomini hanno commesso lo stesso tipo di perverso reato ...né sarà l'ultima.



Sul confine indecifrabile tra giusto e sbagliato, Scudder intraprende una ricerca tra vicoli di New York per rintracciare i brutali killer prima che possano uccidere di nuovo. Lo aiuta uno scugnizzo nero e tecnologico dal comportamento prevedibile, basta aver letto qualche manga o aver visto qualche film tv di terza categoria.
Drammatico, iperdrammatico, anzi, più che a tratti melodrammatico, La preda perfetta  è un fallimento totale.  Spingendosi spesso troppo sopra le righe, e abbondando in dettagli raccapriccianti e profusioni ematiche che neanche all'Avis. Per fortuna i delitti più efferati restano fuori inquadratura, e Scudder-Neeson mantiene, grazie alla sua immagine statuaria, la centralità della scena.
Nel complesso, La preda perfetta è un thriller che si lascia seguire ma che commette svariati passi falsi in termini di credibilità della storia, di coesione della tensione narrativa e di cali della suspense. Ciò nonostante Frank mostra una notevole cura dell'immagine (grazie anche alla fotografia nitida e crudele di Mihai Malaimare Jr) e un gusto per il contrappunto ironico, che però sembra fuori luogo.

Voto **/5

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