mercoledì 5 ottobre 2016

Acquarelli autografi!

A Città di Castello acquarelli che non mentono:
bocciano gli indegni apocrifi!

Qualche giorno fa sono stato a Città di Castello a vedere la mostra degli stupendi acquarelli veneziani di Hugo Pratt. Pratt&Corto a Venezia è un'esperienza unica che però mi ha rinfocolato un dubbio: che senso ha fare apocrifi di Corto? In sala, al banco ufficiale, erano infatti esposti dei fascicoli apocrifi. Sono avvezzo a leggere apocrifi di Sherlock Holmes, a vedere dei film, anche ottimi tratti da storie apocrife, ma Pratt è un'altra storia. Nelle sale c'erano esposti dei disegni a china o a pennarello che potrebbe aver disegnato Picasso, invece li ha realizzati Hugo. Il suo tratto essenziale e pieno di significati rende viva la scena. Le da profondità e mistero. L'apocrifo di cui parlo, uscito, dopo lo sciagurato film d'animazione, è fermo e banale:  inguardabile.
 
Apocrifo? Quien sabe?

Fu annunciato da un marketing scatenato: "torna Corto Maltese!". Come può tornare (ma forse il marchettaro incolto non lo sa o, peggio, non se l'è chiesto!) uno che è sempre il giro, che non ha fissa dimora?


Un lavoro fatto di preziose immagini d'autore e di poetici testi d'autore, se viene continuato da altri è a tutti gli effetti un APOCRIFO, o forse no, non è nemmeno quello. Non ho nulla contro gli apocrifi, Sherlock Holmes però si è rigirato nella tomba (senza bisogno della soluzione, che già lo agitava un tantino, anziché calmarlo!) almeno il 7% delle volte.
A dare un seguito al Corto di Pratt ci vuole molto coraggio, anzi parecchio. Non so se lo leggerò e guarderò, ma a volte ci sono dei parenti o degli amici cretini che non mi leggono nel blog e magari me lo regalano... che fare allora?
Ma vediamo di dare un commento a due immagini. La prima, in testata, è anche quella della copertina. ORIGINALITA' ZERO!  Ethan Edwards, John Wayne, protagonista di Sentieri Selvaggi (The Searchers) già c'era stato sul vano di una porta. Non scherziamo, almeno luii stava di spalle! Osservate con cura le immagini che riporto: sopra la mano di Hugo, sotto quella degli imbianchini imbrattatele che tanto hanno osato.
Ma c'è di peggio, il volto di Corto in ombra, nascosto dentro una macchia d'inchiostro malamente versato sulla carta! Scelta stilistica? No, di comodo, si fa prima a far "chinare" che a disegnare! Brutto. Infine il tratto: è troppo pesante, perde la leggerezza e l'incanto della favola romantica non regge senza i confini labili di un tratto delicato... Per ora, un mesto saluto a tutti.
Infine il colore!


Il monumento di Grandvaux (alla mostra ce n'è una copia in scala 1:2) è ceruleo, come il lago e il cielo della svizzera: questo è il vero Pratt, maestro di acquarelli! Corto nasce in bianco e nero. Il colore arrivò dopo e Pratt, che era amante dell'acquarello, ne curò personalmente il tono. Che gli autori si riguardino, prendendo appunti, La ballata del mare salato (colorata anni dopo) e vedranno che mai c'è un cielo blu netto... sempre sfumato e spesso roseo in caldi tramonti o albe annunciate.

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