mercoledì 5 ottobre 2016

Matematica come giallo permanente


I gialli della Matematica
Goldbach, Eulero, Poincaré e soprattutto Fermat

Sto leggendo l'intrigante e fascinoso libro di Chiara Valerio. Lo consiglio agli appassionati di matematica ma anche a quelli a cui piacciono periodi densi d'idee e dotati di musicalità. Grazie a queste pagine mi son tornati in mente alcuni misteri o enigmi che, da un punto di vista matematico, possono esser considerati dei misteri "gialli"...


Merita parlarne.  "Meritano  di più di un accenno", mi son detto. Molti famosi misteri matematici hanno infatti il fascino dei libri gialli, o almeno così si sono ingegnati di raccontarceli. La Valerio, che letterata è, ne coglie il lato umano. Io cercherò di far emergere quello giallo.

Chiaro e celebre esempio è il caso dell'Ultimo Teorema di Fermat, sfida irridente di Fermat ai posteri di lunghi secoli... La dimostrazione è arrivata, ma siamo davvero sicuri che la prova di Andrew Wiles vi abbia davvero posto la parola fine? E se la dimostrazione mirabile di Fermat, così lunga da non poter essere raccolta sul margine esiguo di una pagina, eppure semplice e lontana un iperspazio da forme modulari e curve ellittiche, davvero esistesse?

Non dimentichiamoci, poi, della Congettura di Goldbach, così facile da enunciare che anche un ragazzo delle elementari potrebbe capirla e pur tuttavia così difficile da risolvere e  ancora aperta dopo quasi 3 secoli dalla sua proposizione. Anche in questo caso, perché non pensare (almeno per un attimo) che tutta la questione sia solo uno scherzo che Goldbach e il suo interlocutore Eulero hanno giocato ai loro successori e che ambedue conoscessero benissimo la risposta?  

Sempre a proposito di quel burlone di Eulero. Il Mistero dei Ponti di Konigsberg e la sua logica soluzione (nascita della teoria dei grafi e delle sue molteplici applicazioni anche ai moderni calcolatori) non sfigurerebbe neppure nel titolo, se confrontato a tanti casi e racconti di Holmes e Dupin o di fronte a più banali situazioni come quelle riferite da Ellery Queen o da S.S Van Dine. 

Infine Jules (come Maigret) Henry Poincarè, che affrontò, con asseganzione di un premio, anche se non aveva fornito la soluzione, il problema dei tre corpi. Alla fine del XIX secolo veniva considerato una delle maggiori sfide scientifiche.   Oscar (come me) II, Re di Svezia,  istituì un premio per chi avesse trovato la soluzione al problema. 
Nel caso il problema non fosse stato risolto, ogni altro contributo importante alla meccanica celeste sarebbe stato considerato degno di vincere il premio. Il premio fu assegnato a Poincaré, sebbene egli non avesse risolto il problema. La motivazione:   "Questo lavoro non si può proprio considerare la soluzione completa del problema proposto, tuttavia è di una tale importanza che la sua pubblicazione inaugurerà una nuova era nella storia della meccanica celeste."  Conteneva notevoli idee che portarono in seguito allo sviluppo della teoria del caos, ma anche alla soluzione del problema stesso. 
La Matematica potrebbe davvero fornire spunti formidabili per intrecci geniali (o folli). Scherziamoci un po' sopra. Perché non proporre una serie di delitti basati sulla serie dei numeri primi: 2, 3, 5, 7, 11, 13, 17, 19, 23, 29, 31 ...  come giorni del mese di dicembre a New York? Titolo La maledizione dei numeri primi. Oppure un serial killer che uccide secondo lo sviluppo decimale di pi greco? Potrebbe anche utilizzare il problema P = NP e la conseguente difficoltà di comparare i tempi di soluzione di un problema e quelli, usualmente più rapidi, di verifica delle soluzioni stesse per organizzare un procedimento NP - completo di crimine, che può permettersi un tempo polinomiale di attuazione ma sfugge ad ogni algoritmo veloce di indagine, così che, nel peggiore dei casi, solo tra un millennio potrà essere scoperto?
Davvero non ci sono limiti per una mente malata dall'insana fantasia per coinvolgere la Matematica nell'intreccio giallo.

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