Il
citazionista seriale
Ormai è un flagello: citazioni attinte dal pensiero di filosofi, scienziati, attori, calciatori (Totti è molto gettonato!), religiosi, scrittori, poeti, artisti e politici (che già hanno attinto: sono metacitazioni!) ... hanno invaso i Social Network... aiuto!
Oscar Wilde era un
aforista indomito, anche autolesionista. Sparava aforismi a raffica e a volte,
colpendo qualche potente, faceva male a se stesso. Molto male.
Un altro aforista
famoso fu Arthur Schopenhauer,
ma vestiva panni da filosofo, non da "diverso". Grazie alla sua tuta
mimetica da saggio non si fece mai male, anzi brillò assai nei salotti.
Inutile citarli
tutti, sono una legione e con nomi parecchio illustri. Terminerò la
presentazione con l'aforista più famoso del secolo scorso: Snoopy. I meriti del cane di Charlie sono
indiscutibili. Ha un solo enorme difetto:
abbaia poco, perché pensa per aforismi.
Così facendo offre
spunti (pallottole o corpi contundenti) a una pericolosa figura che, ormai da
qualche anno, s'aggira nella rete: The Serial Aphorist.
Chi è costui o
costei, forse le fanciulle sono addirittura la maggioranza? Userò allora il
neutro maschile per semplicità e per non incappare in diatribe di nessun "genere".
E' un parvenu di
Facebook o di Twitter, ma, i più scaltri (lo si nota) non di internet: costoro vantano una lunga militanza
nella posta elettronica dove si erano allenati, in chat, ad offendere gli
interlocutori. Vantano anche qualche espulsione (sono stati "bannati").
Ora hanno messo la testa a posto, per dimostrarlo (o son mosse diversive?) fanno
citazioni colte. Nel loro piccolo brain pensano che siano meta offese che solo
il destinatario subisce, mentre gli altri, estasiati, mostrano, a colpi di i
like, apprezzamento. Purtroppo, tornando al cane più famoso di Rin Tin Tin (e
di Rex e Lassie messi insieme), non ne coglie l'ironia, spende frasi a vanvera
e le parole di Snoopy diventano intollerabili pedanti sentenze!
Non basta questo per
capire veramente chi è. Occorre anche analizzare,
scrutare e comprendere la mappa del Grande Mare del Web.
Mappa di posizionamento per capire le rotte dei
navigatori che si muovono nei Social Network e nel Web in genere. Sugli assi
cartesiani si va dal basso all'Alto interesse per il contenuto (x), e dal basso
all'Alto interesse per la relazione (y). Gli archetipi (o i personaggi) che si
aggirano nei loro riquadri d'elezione sono il Turista, il Navigatore, l'Eroe e
l'Attore. LinkedIn, e anche Anobii, si collocano nella zona rossa a destra.
Gli archetipi:
Turista: ha pochi interessi per tutto, forse sarebbe meglio definirlo "membro
per caso". Non disturba, avoltesi associa per poco tempo, poi sparisce,
altre volte appare intensamente per pochi mesi, sparisce per altrettanti, poi
riappare. Presenza intermittente.
Navigatore: coltiva precisi interessi per i contenuti e li cerca in ogni nodo della
rete, ma passa e va, al massimo mette un segnalibro, ma chissà se tornerà?
Eroe: è imprenditore del suo sapere e delle sue relazioni: cerca persone che sanno me vuole scambiare idee. Ha interessi molto forti per i due aspetti. Spesso ha cattivo carattere: non sopporta gli attori.
Attore: è solo motivato dalla relazione, cerca un palcoscenico dove interpretare chi non è! Improvvisamente arriva nella zona rossa e s'intromette in discussioni che non sono alla sua portata, ma all'inizio convince: sa recitare, interpretare bene un "di sè altro" che non è mai stato e che non sarà mai. Un bravo istrione, insomma. Dopo un po' diventa noioso e la sua mania di protagonismo fastidiosa. Da cacciare con lancio di pomodori marci e uova bogliole. Viene "bannato"!
Io credo, ma non ho certezze (in rete vale il detto taroccato: Dubito ergo sum!), quindi non sono convinto del tutto, che ci siano due
possibilità. Ma non sono il bivio tra il bene e il male, sono tutte e due
sentieri penosamente piccini, dove i pisseri si accalcano!
La prima, che The Serial Aphorist sia un attore pentito (anche frustrato) che ha deciso di fare il turista.
Si è dato un ruolo più tranquillo, le "bannate" l'hanno cambiato, non
forgiato. Diciamolo, coi suoi aforismi resta comunque un gran rompiglione!
La seconda, che sia un turista che, subdolamente, prova a
diventare attore. Mette aforismi per insinuarsi e farsi notare; un
tentativo "pissero" di captatio benevolentiae che però,
spesso e volentieri, accumula "piacini".
Nessun dei due tipi mi garba. Li detesto. Inutile ispirarsi a Oscar (il
primo) o a Arthur (il secondo). Per me resteranno sempre persone senza spessore
e senza qualità. "Chi usa il pensiero altrui per esprimere idee od opinioni,
testimonia di non averne di proprie"! Chi l'ha detto? Io, che mi
fregio di un "Oscar" senza esserlo, quindi il peggio del peggio! Ma
almeno l'aforisma è made in Montani.
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