domenica 20 novembre 2016

Delitti di provincia (II)


La provincia è liquida?

Analisi semiseria,  irriverente ma partecipata, in tre puntate, del lato oscuro della provincia italiana (ma anche d'altrove). Un luogo dove, quando avvengono terribili delitti,  le ferite si rimarginano molto alla svelta; dove il tempo non gioca a favore degli investigatori, dove gli eventi fluiscono senza sosta …

 (parte II)
Il paese come micromondo chiuso.
Se, in provincia, usciamo dalla stanza chiusa, non facciamo molti progressi! La cittadina, il paese  o il villaggio, sono solo un'estensione del concetto: un ambiente chiuso anch'essi.  

Ricorre nelle storie di Miss Marple (La morte nel villaggio – 1930), che in provincia ci sguazza come uno squalo in piscina: temibile e acume il suo ragionare!



Anche Maigret è spesso (nel 1931 sei o sette titoli) in piccoli paesi della provincia francese (vedi la cartina turistica) con preferenza netta per le coste. Per non parlare dell’ispettore Barnaby o di Jessica Fletcher la mitica “signora in giallo”. Location con ruoli predeterminati, un perfetto ologramma della società: il prete, il farmacista, l’albergatore, l’anziana nobildonna che sa tutto di tutti, il medico, il possidente arrogante, la signora avvenente e disponibile e la giovin servetta dal torbido presente. Tutti si conoscono e si auto controllano (si fa per dire) … finché non ci scappa il morto.
Ultimamente han corso il rischio di stoppare queste due serie. La causa: lo spopolamento (per eccesso di decessi violenti) dei villaggi frequentati dagli investigatori tv e conseguenti problemi di casting (si muore una volta sola!). Hanno allora allargato scenario. Barnaby opera infatti su tutta la contea di Midsomer: un aggregato disperso di villaggi (vedi mappa sopra). La Fletcher va a trovare parenti e amici in posti remoti e subito, appena disfà le valigie,  avviene un delitto! Chi la conosce, vedendola arrivare, si tocca gli attributi.
L’omertà degli abitanti
Tutti sanno e nessuno parla, al massimo qualcuno ammicca! I muri hanno orecchie e le finestre orecchi, ma gli abitanti del villaggio diventano sordi e ciechi davanti a una divisa. Anche la memoria delle persone sembra labile: non ricordano o non sanno. Bisognerebbe saper leggere il “non verbale”, ma la psicologia è scienza pratica e la programmazione neurolinguistica non la insegnano né agli ispettori, né ai commissari.
Sono di fatto impotenti davanti a sguardi assassini. La conclamata omertà è un bell’alibi per chi indaga. Le tre scimmiette fanno comodo a tutti, anche ai media.
La provincia è liquida
Che la provincia italiana non fosse adatta per storie hard boiled l’avevo capito fin dall’inizio. La skyline delle apuane è più selvaggio di quello di Los Angeles, forse anche più bello, ma Philip Marlowe ne resterebbe straniato. Da qualche mese ho però cominciato  a dubitare (vista l’efferatezza, la truculenza e la ferocia di alcuni delitti) che sia adatta al “soft”.
Mi sto sempre di più convincendo che la provincia sia liquida. Sfuggente, magmatica, dinamica e soprattutto mobile. A volte sembra avvolta da liquido amniotico; altre è infida come sabbie mobili; ma sempre, senza apparenti segnali, si consolida all’improvviso, ed è subito pietra. Se fate attenzione sentirete che scotta! Non è acqua che si è congelata, ma lava (magma) che sembra solidificata. Tenete a mente questa metafora, ci tornerò alla fine.

(II -segue)

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