mercoledì 7 dicembre 2016

Lanterna Gialla (105)




Film n.104
L'uccello dalle pume di cristallo (-- -- --)
di  Dario Argento 
con Tony Musante, Enrico Maria salerno, Suzy Kendall


Il commissario Morosini  ci affascinò. Non era (come faceva a saperlo?) Montalbano, ma aveva la voce di Clint Eastwood dei dollari pochi e dei molti di più: non potete immaginare quanti biglietti fece vendere!
Nel 1970 il cosiddetto "giallo all'italiana" era già alla frutta (secondo me il pasto era cominciato proprio dalla frutta e ce ne avevano fatta ingozzare tanta, anche marcia!). Argento con coraggio (eroica incoscienza) si mette dietro la macchina da presa e, con la sua faccia slavata e anemica, rivitalizza il genere.
Alla sua uscita nelle sale italiane, nel febbraio 1970, il film venne accolto in modo piuttosto freddino nelle sale cinematografiche del nord Italia. Andò bene, invece, al centro ed al sud. Il successo raggiunto nelle città centro-meridionali creò anche al settentrione maggiore attenzione intorno al film:   iniziò a recuperare spettatori anche al nord, arrivando ad incassare in totale 1 miliardo e 400 milioni di lire.   Il 13° miglior incasso della stagione cinematografica '69-'70.
Un po' di trama, ma non troppa. Sam Dalmas, italo-americano, lavora a Roma in un istituto di scienze naturali (lavoro trovato grazie all'aiuto di un suo amico ornitologo Carlo); in realtà è uno scrittore, che ha deciso di passare un po' di tempo in Italia, il suo paese di origine, per ritrovare calma e ispirazione. Sam ha appena terminato uno studio sulle caratteristiche dei tipi più rari di uccelli e si appresta a ripartire per gli USA con la sua ragazza italiana, Giulia.
Fermi tutti! La protagonista si chiama Giulia e la interpreta la Kendall!!! Non vi dico altro. Andiamo avanti.




Una sera, Sam, mentre torna a casa, assiste ad una colluttazione in una galleria d'arte in cui una donna, Monica Ranieri, moglie del direttore della galleria, Alberto, cade a terra ferita e Sam avverte la polizia.
Il caso viene affidato al commissario Morosini, che è convinto che l'aggressore sia lo stesso che ha già ucciso tre donne nel giro di un mese. Dalmas racconta tutto quello che sa, ma ammette di non ricordarsi un particolare che potrebbe essere decisivo ai fini delle indagini e per questo il commissario gli ritira il passaporto per qualche giorno. Nel frattempo l'omicida è di nuovo in azione: uccide una ragazza di 28 anni che vive da sola, accoltellandola dopo averle strappato gli indumenti intimi. Quando la donna che ha salvato viene dimessa dall'ospedale, Sam si reca a casa sua ma il marito di lei gli spiega che è sotto l'effetto dei sedativi e non può parlare...

Un successo, direi meritato. Dario, rifacendosi tanto a Mario Bava (perdoniamolo, era giovane!), soprattutto ai due gialli La ragazza che sapeva troppo di sette anni prima   e Sei donne per l'assassino del 1964). Sì, a parte la voce di Clint, ha anche alcune intuizioni tratte dal Western all'italiana. Il giovane Argento esordisce dietro la macchina da presa calando nel giallo le sue idee sul linguaggio cinematografico. Tra le innovative sequenze ricordiamo la ripresa in soggettiva della caduta dalla finestra di Alberto Ranieri, simile a quella girata da AntonioPietrangeli nel suo capolavoro Io la conoscevo bene per riprendere il suicidio finale di Adriana. Ma sopra tutte la scena dell'aggressione dietro la vetrina, quella sì di cristallo!


L'uccello del titolo è in realtà un ruminante: una bufala! L'Hornitus Nevalis (gru delle nevi), non esiste ed è in realtà una comune gru coronata, Balearica pavonina!.
Un film da rivedere con affetto, se guardate la confezione vedrete che non ha scadenza. E' sempre genuino! 
Voto ****/5


 

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