Indagini
seriali in TV
All'estero
una serie infinita e
...
non c'è solo Don Matteo!
(0-6)
Ripassiamo un attimo, solo un attimo, in USA e poi a cas
10) Hap e
Leonard
Caffellatte alla amatriciana: un bianco
antipatico e un nero pure! Nel 2016 è andata in onda la prima serie
(composta da 6 episodi) incentrata sulla coppia di amici-detective creata da
Joe Lansdale, interpretata da James Purefoy e Michael Kenneth Williams.
Per chi, fortunato lui, non lo sapesse, Hap
è un bianco che ha passato svariati anni dietro le sbarre mentre il suo
migliore amico Leonard Pine è un afroamericano gay veterano del Vietnam.
Come i romanzi, che non ho mai capito perché
piacessero tanto, tutto il dramma incentrato sull'amicizia tra Leonard Pine e
Hap Collins: il primo, l'ex veterano afroamericano gay, ha indole irascibile:
incazzoso, in italiano. Hap, invece, ha
trascorso un po' di tempo in una prigione federale per aver rifiutato di
partecipare alla Guerra del Vietnam e non ama la violenza. Leonard è stato
cresciuto dallo zio che però lo ha ripudiato quando ha scoperto il suo
orientamento sessuale e Hap è il suo unico sostegno nel difficile ambiente del
Texas degli anni '80.
+1) Rocco Schiavone
La Rai 8Stranamente rampante) nel 2016 mette in onda sei puntate di una serie
tratta dai romanzi di Manzini. Ma ...
Rocco Rai non è lo Schiavone dei Roma ... nzi
di Ma ...nzi ... ni. E' più piacione, più istrione, più giocherellone, meno
cinico, meno disonesto, meno incarognito, meno amaro... è un dolciastro amaro Montenegro: quante avventure
con gli amici romani della passata gioventù!
Si lascia guardare, ma è prevedibile, del
resto la famigerata regola del 40-60 qui (anche se non ce n'era bisogno)
interviene... tra l'altro, in mancanza di presenze fisiche, usando un fantasma!
Non so se avrà futuro: hanno dato fondo alla botte, raschiandola pure: un
episodio è "originale televisivo"! Ma Giallini è bravo, vorrà cavalcare
l'onda. La regia e la sceneggiatura sono "ambo le due" difettate! Un discorso
a parte per il tecnico del suono: l'audio è pessimo e quelli che parlano romanesco
si biascicano le parole in bocca! Nell'ultima puntata (7-12), se non avessi letto il libro non ci avrei capito niente! Ciho inteso poco lo stesso... a dire il vero.
Dopo questa rapida carrellata, resta molto
da dire, soprattutto se si va indietro con la memoria. Non c'è bisogno di conferme sulla vitalità del romanzo poliziesco
in TV, che qualcuno, qualche anno fa,
dava quasi per morto. Sì, ma chi era l'assassino? C'è un “appetito”
inestinguibile da parte delle case di produzione che rubano idee a man bassa:
costituisce una prova quasi inconfutabile di lesa maestà.
Facendo un passo avanti, si potrebbe
addirittura evidenziare l’inizio di un processo di “simbiosi” tra la parola
scritta (chiave portante del romanzo) e lo spettacolo trasmesso sullo schermo
(che costituisce una logica “esplicitazione” nei confronti di un pubblico più
vasto, comprensivo di una grande percentuale di “non lettori”).
Al di là delle polemiche sulla tendenza
POP a rendere “nazional-popolare” qualsiasi cosa, per renderla adatta al più
grande numero di spettatori possibile, credo che questo legame tra romanzo e
fiction costituisca un chiaro sintomo di un’epoca come la nostra: un’epoca in
cui la televisione ha assunto un ruolo dominante all’interno della società … e
con cui, prima o poi, ognuno di noi (scrittori compresi: io son tra questi)
deve imparare a misurarsi, al fine di evolversi, trasformarsi o, addirittura,
sopravvivere.
Nelle prossime puntate schede critiche
sulle fiction secondo gusto, memoria e sfizio... tutti miei!
Idem per me!
RispondiEliminaGiallini ce l'ha messa tutta (a volte esagerando: ma chi crede di essere Al Pacino?) ma non ha salvato la baracca: pencolante era e sbrindellata è risultata. peccato, un'occasione persa. Ciao, Nache da parte di Antonietta!
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