Indagini
seriali in TV
Serie gialle, noir e thriller della TV
(1-3)
1-3 Breaking Bad
"Lasciatemi
sparare,
con
la pistola in mano...
lasciatemi
sparare,
io
sono amerikano..."
Un paio di pantaloni beige volteggia nell'aria e cade
sull'asfalto. Un uomo in mutande, non solo metaforiche (erano suoi?), alla
guida scombinata di un grosso camper con l'interno devastato, ci introduce
nella storia. Dopo poche miglia va ad insabbiarsi nel deserto del Nuovo Messico
(nei pressi di Albuquerque). Un minuto dopo, per decenza, si mette la camicia.
Come faccia, una pistola di 950 grammi, a stargli nelle mutande, resta un
mistero.
Breaking Bad - Reazioni collaterali è la serie tv
prima in classifica, per gradimento del pubblico, tra quelle di sempre e di
ogni genere. Anche se non so classificarla per bene, nel noir o thriller ci può
anche stare. Prodotta in USA è stata
ideata da Vince Gilligan e trasmessa, per la prima volta, dall'emittente
statunitense via cavo AMC dal 20 gennaio 2008 al 29 settembre 2013.
"Breaking
Bad", io, lo traduco con
"cattivo risveglio" e, checché ne pensate, lo collego al
"Da Sein" e al "Breakdown"
del filosofo Martin Heidegger, maggior esponente
dell'esistenzialismo ontologico. Non vi spiego perché, potete consultare
Wikipedia e, forse (se avete fatto il liceo), capire.
La critica la ha sommersa di premi e riconoscimenti. Ha
ricevuto anche eccellenti recensioni, principalmente per la sceneggiatura, la
regia e le interpretazioni degli attori principali. Nel 2013 il Writers Guild
of America ha nominato Breaking Bad la tredicesima serie meglio scritta
di tutti i tempi. Poi ha fatto collezione di svariati e importanti
premi: vedi foto sopra.
In Italia è andata in onda in prima visione sul canale
satellitare AXN dal 15 novembre 2008 al 9 novembre 2013 e dal 2010 in chiaro su
Rai 4. Solo il pubblico dei giovani lo ha apprezzato.
Di cosa parla? Vediamo i dare delle linee direttrici,
le puntate sono decine e decine: ogni
tanto si perde la mainstream.
Walter White è un professore di chimica in un liceo di
Albuquerque (New Mexico). Lo stipendio della scuola non basta e lui, alla
soglia del compimento dei cinquant'anni, è costretto a svolgere un secondo lavoro come
dipendente di un autolavaggio, per far fronte alle difficoltà economiche
previste dall'imminente nascita della figlia.
Walter vive con la moglie Skyler, incinta della loro
secondogenita, e il figlio Walter Junior, affetto da paralisi cerebrale, un
disturbo che gli causa problemi di linguaggio e lo costringe a servirsi di
stampelle per muoversi: situazione deliziosa!
A tutto questo si aggiunge il profondo senso di
insoddisfazione di Walter, che deve sopportare le angherie del suo titolare,
dei suoi amici e familiari, i quali lo vedono come un uomo debole, frustrato e
remissivo. In particolare suo cognato Hank, agente della DEA, con cui peraltro
ha un buon rapporto, non perde occasione per mettere a confronto la sua vita
avventurosa con quella di Walter, totalmente priva di soddisfazioni ed
emozioni.
Quando a Walter viene diagnosticato un cancro ai
polmoni, i suoi problemi sembrano precipitare. Invece è il
"breakdown"! In seguito al casuale incontro con Jesse Pinkman, un suo
ex studente diventato uno spacciatore di poco conto, Walter decide di metter su
un laboratorio per cucinare metanfetamina.
Il prodotto di Walter si rivela però di qualità
nettamente superiore rispetto alla concorrenza, con una purezza del 99,1%,
derivante dalle sue conoscenze chimiche. Decide quindi di sfruttare le sue
capacità per prendere il controllo del mercato della droga.
La chimica sembrerebbe essere (a giudicare dai titoli
di testa e di coda ricalcati sulla tabella periodica) il Leitmotiv della serie; non è così! La chimica è solo
strumentale e i titoli di testa sono stati prodotti troppo presto e senza
riflettere. Povero Mendeleiv! La serie è una satira graffiante, paradossale e corrosiva del mito
statunitense della "seconda chance"! Walter segue il motto Kennediano
"Scritta in cinese la parola crisi
può anche significare opprtunità"!
Regia creativa con lampi alla Sorrentino, montaggio
dinamico, fotografia con primi piani eccessivi e un po' mossi (Sergio Leone
sapeva tener ferma la camera!) ma la scelta dei colori forti e acidi è coinvolgente. Attori molto bravi, calati nella parte ed anche in sintonia con la
regia; divertente, se stai al gioco ma ci devi stare per parecchie ore!
Voto
***1/2/5
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