mercoledì 4 gennaio 2017

Come in una fiaba...

Giovedì 22/12 ho chiuso la serie di  lezioni alla LUV (Libera  Università del Valdarno) sulla storia del Giallo Italiano (romanzi, film e fictionTV) con la proiezione della prima puntata della prima serie di Don Matteo. Nelle prime serie non c'era il Capitano Tommasi (interprete perfetto Simone Montedoro), ma il Capitano Anceschi di Flavio Insinna ben più serioso; la mia riflessione, ovvio, vale anche per lui!
La volpe e la tartaruga
ovvero

il prete e il carabiniere

Premessa
Esopo non poteva sapere della TV, anche se le sue sceneggiature... Quel che Esopo non seppe mai (e non poté raccontarlo) è che la tartaruga, dopo aver battuto la lepre, ci aveva preso gusto. Così sfidò la volpe, anch'essa veloce, forse un po' meno del leprotto, ma dotata di testa fina. Questa è la storia segreta della seconda sfida della tartaruga.
La volpe e la tartaruga
« ... Al via la volpe schizzò e con quattro salti era già a metà del percorso, voltatasi non vide neanche l’ombra della sua avversaria e così decise di far teatro simulando un bel pisolino sotto le frescure di un albero.
La tartaruga procedeva passo dopo passo, sicura di vincere grazie alla sua metodica lentezza, godendosi il sole di quella bella giornata, ... ma una volpe non è un leprotto!

L'astuta  volpe, nel frattempo, continuava a far finta di dormire come un sasso. Appena vide che la tartaruga la superava, schizzò via come una lepre.... badando di tagliare il traguardo solo un attimo prima della placida tartaruga: aveva vinto senza umiliare l'avversaria! ».
Due metodi a confronto
Ci vuole una fiaba (finta) per introdurre le sfide tra Don Matteo e il Capitano Tommasi. Avrete notato che Don Matteo arriva sempre due minuti prima del carabiniere. Giusto il tempo per raccogliere il solo premio che  a lui interessa: la confessione e il pentimento del colpevole.
La differenza fondamentale tra i due è che il capitano è a caccia di un colpevole, il prete è a caccia di un'anima. Di una "pecorella smarrita", volendo dirlo in modo canonico. Il prete deve coglierla nel momento di "massimo smarrimento" per riportarla grata e pentita all'ovile!
Ma non è questo il problema tecnico che mi interessa cercare di spiegare. La domanda che impone risposta è: "perché il prete arriva prima?". Non si pensi che Don Matteo sia avvantaggiato perché ha la bicicletta e Tommasi, invece, corre a piedi. Non è questo il punto. La differenza tra i due è la stessa che c'è tra l'abduzione e la deduzione.
Non spaventatevi, è solo una questione di metodo. I carabinieri seguono la loro procedura d'indagine "trasformare gli indizi in prove", con sistematicità, il metodo del romanzo poliziesco. 

Don Matteo ci arriva con l'abduzione, ipotesi basate sulla propria grande esperienza e alcuni fatti "importanti", il metodo di Sherlock Holmes. A dire il vero, se no che volpe sarebbe, si fa aiutare, in questo, con opera sottilmente demiurgica dal maresciallo Cecchini, che grato all'amico fa da canale di comunicazione tra i due. Il prete riesce così ad orientare l'indagine "procedurale" del metodico carabiniere. 
Don Matteo, la volpe, ricambia volentieri, ma solo con abduzioni mirate a scagionare l'innocente di turno, arrestato ingiustamente. 

Questo consente al capitano, la tartaruga, di procedere per esclusione, che comunque fa parte della tecnica poliziesca d'indagine. E' ovvio che la sistematicità è più affidabile, ma un tantino più lenta.
L'idea di mettere a confronto i due metodi è brillante. Con un delicato tocco di finezza  gli sceneggiatori Rai l'hanno saputa attuare e sviluppare. E' infatti ricca di spunti potenziali. Peccato che gli sceneggiatori, forzati a ottenete audience di nonne, zii e nipoti, con bambini addestrati come cagnetti da circo, siano costretti dalla dirigenza, un po' miope, a non  sfruttarla in pieno. Ma questa, "No, non è la BBC, ma è la la Rai, la Rai-TV!"

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