venerdì 13 gennaio 2017

Scrivo, ma non ho niente da dire!


Il citazionista seriale
Sui Social Network, anche in periodi normali, imperversano i citazionisti a oltranza. A Natale si scatenano! Gente che non ha nulla da dire, ma che pur di dimostrare di"esseci" usa frasi altrui. E' un flagello: citazioni attinte dal pensiero di filosofi, scienziati, cani (Snoopy ad esempio) attori, calciatori (Totti è molto gettonato!), religiosi, scrittori, poeti, artisti e politici (che già hanno attinto e riattinto: sono metacitazioni!) ... Le cavallette scriventi hanno invaso i Social Network... aiuto!


Oscar Wilde, che oggi sarebbe stato sempre in TV, era un aforista indomito, anche autolesionista. Pur di farsi notare, sparava aforismi a raffica e a volte, colpendo qualche potente, faceva male a se stesso. Molto male.
Un altro aforista famoso fu Arthur Schopenhauer, ma vestiva panni da filosofo, non da "diverso". Si presentava come un regolatore dei comportamenti altrui, non come un "terminetor" degli stessi. Grazie alla sua tuta mimetica da saggio non si fece mai male, anzi brillò assai nei salotti.

Inutile citarli tutti, sono una legione e con nomi parecchio illustri. Terminerò la presentazione con l'aforista più famoso del secolo scorso: Snoopy.  I meriti del cane di Charlie sono indiscutibili. Ha un solo enorme difetto:  abbaia poco, perché pensa per aforismi. Inoltre ha venduto la sua immagine a aforisti apocrifi: usano la sua immagine sul canile per veritare schicche frasi proprie!!!
Non pensate che Snoopy sia una mammolletta. Sa bene che così facendo offre spunti (pallottole o corpi contundenti) a una pericolosa figura che, ormai da qualche anno, s'aggira nella rete: L'Aphorista seriale. ovviamnte spera in una pappa seriale e, hai visto mai? nella coperta di Linus.
Chi è l'aforista seriale?  Costui o costei, forse le fanciulle sono addirittura la maggioranza, ha una fenomenologia bizzarra. vale la penna di analizzarla.  Userò però il neutro maschile, per semplicità e per non incappare in diatribe di nessun "genere".
Tolti i neofiti, porelli, gli altri sono un parvenu di Facebook o di Twitter. I più scaltri (lo si nota) sono navigati in internet: costoro vantano una lunga militanza nella posta elettronica dove si erano allenati, in chat, a offendere gli interlocutori. Vantano anche qualche espulsione (sono stati "bannati"): li riconosci dal "bis", dal "2" o da altri indicatori seriali nel nickname. Ora hanno messo la testa a posto, per dimostrarlo (o son mosse diversive?) fanno citazioni colte. Nel loro piccolo brain pensano che siano meta offese che solo il destinatario subisce, mentre gli altri, estasiati, mostrano, a colpi di i like, apprezzamento. 

Purtroppo, tornando al cane più famoso di Rin Tin Tin (e di Rex e Lassie messi insieme), non ne coglie l'ironia, spende frasi a vanvera e le parole di Snoopy diventano intollerabili pedanti sentenze!
Non basta questo per capire veramente chi è.  Occorre anche analizzare, scrutare e comprendere la  mappa del Grande Mare del Web.

Mappa di posizionamento per capire le rotte dei navigatori che si muovono nei Social Network e nel Web in genere. Sugli assi cartesiani si va dal basso all'Alto interesse per il contenuto (x), e dal basso all'Alto interesse per la relazione (y). Gli archetipi (o i personaggi) che si aggirano nei loro riquadri d'elezione sono il Turista, il Navigatore, l'Eroe e l'Attore. LinkedIn, e anche Anobii, si collocano nella zona rossa a destra.
Gli  archetipi:
Turista: ha pochi interessi per tutto, forse sarebbe meglio definirlo "membro per caso". Non disturba, avoltesi associa per poco tempo, poi sparisce, altre volte appare intensamente per pochi mesi, sparisce per altrettanti, poi riappare. Presenza intermittente.
Navigatore: coltiva precisi interessi per i contenuti e li cerca in ogni nodo della rete, ma passa e va, al massimo mette un segnalibro, ma chissà se tornerà?

Eroe: è imprenditore del suo sapere e delle sue relazioni: cerca persone che sanno me vuole scambiare idee. Ha interessi molto forti per i due aspetti. Spesso ha cattivo carattere: non sopporta gli attori.

Attore: è solo motivato dalla relazione, cerca un palcoscenico dove interpretare chi non è! Improvvisamente arriva nella zona rossa e s'intromette in discussioni che non sono alla sua portata, ma all'inizio convince: sa recitare, interpretare bene un "di sè altro" che non è mai stato e che non sarà mai. Un bravo istrione, insomma. Dopo un po' diventa noioso e la sua mania di protagonismo fastidiosa. Da cacciare con lancio di pomodori marci e uova bogliole. Viene "bannato"!

Io credo, ma non ho certezze (in rete vale il detto taroccato: Dubito ergo sum!), quindi non sono convinto del tutto, che ci siano due possibilità. Ma non sono il bivio tra il bene e il male, sono tutte e due sentieri penosamente piccini, dove i pisseri si accalcano!
La prima,  che The Serial Aphorist sia un attore pentito (anche frustrato) che ha deciso di fare il turista. Si è dato un ruolo più tranquillo, le "bannate" l'hanno cambiato, non forgiato. Diciamolo, coi suoi aforismi resta comunque un gran rompiglione!
La seconda, che sia un turista che, subdolamente, prova a diventare attore. Mette aforismi per insinuarsi e farsi notare; un tentativo "pissero" di captatio benevolentiae che però, spesso e volentieri, accumula "piacini".
Nessun dei due tipi mi garba. Li detesto. Inutile ispirarsi a Oscar (il primo) o a Arthur (il secondo). Per me resteranno sempre persone senza spessore e senza qualità. "Chi usa il pensiero altrui per esprimere idee od opinioni, testimonia di non averne di proprie"! Chi l'ha detto? Io, che mi fregio di un "Oscar" senza esserlo, quindi il peggio del peggio! Ma almeno l'aforisma è made in Montani.

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