Soft boiled: Il destino di un seriale!

mercoledì 1 marzo 2017

Il destino di un seriale!

Seriali si nasce,

ma solo poi, lo si diventa!

Ogni autore, una volta creato il suo personaggio, lo pensa seriale: nello spazio delle 277 cartelle del romanzo non ha potuto dire tutto di lui! Non sa quanto danno può arrecare a se stesso con la serialità! Se è un detective, che palle, deve inventarsi un nuovo delitto alla sua portata, se invece è un assassino occorerà scegliere bene le vittime! La creatività, se troppo esercitata, porta a situazioni ridicole o esagerate.

Poi, al di là delle intenzioni, arriva il successo.

Sì, il successo, a volte, compromette l’autore, lo inguaia e suo malgrado deve reiterare le storie del suo odiato/amato personaggio anche se non l’aveva ideato per quello o semplicemente ci aveva ripensato.

Alcuni lettori mi hanno chiesto: "Perché serial?"

Motivi principali: 1. E' "economico" per l'autore. 2. E' gradito al lettore che così non dura fatica. 3. E' insito nel meccanismo narrativo delle strisce dei fumetti (e delle fiabe). 4. In epoca vittoriana, il serial killer, era molto di moda!

Come si è in parte visto i serial killer di età vittoriana erano tutti, chi più chi meno, affetti da turbe psichiche. Capite bene che sustanziare queste turbe psichiatriche in manie enigmistiche, o fissa per le ossa, o per le cravatte può essere "azzardoso"!

Altri lettori, più ingenui, mi hanno chiesto chi fosse il personaggio più seriale del giallo. Questa la classifica (top ten) dei più assidui detective seriali. I punti sono dovuti a R = romanzi e r = racconti, non si tiene conto dei fumetti che pure, con storie originali, ce ne sarebbero tanti! Non si tiene neppure conto delle apparizioni tv. Se la volete più precisa dovete cercare la serie specifica qui pubblicata.