Delitti seriali
Vittoriani e no
(VI)
Aspettando Jack
Ultimi due casi prima di affrontare il principe dei serial killer: Jack lo Squartatore.
Nel dicembre del 1883 venne
arrestata Maria Swanenburg, una donna olandese che, usando l'arsenico, avvelenò
almeno 27 persone per intascarsi la loro assicurazione sulla vita o la loro
eredità.
Gli omicidi di cui
era accusata iniziarono nel 1880 e si conclusero tre anni dopo, nel 1883. Tutte
le vittime erano suoi conoscenti, quasi tutti anziani e malati, che avvelenava
con l'arsenico per intascarsi i soldi dell'assicurazione sulle loro vite o la
loro eredità. Le prime due vittime furono i suoi genitori; poi passò alla
sorellastra Cornelia van der Linden, che morì il 30 maggio 1881; anche la
cugina Willem il 15 luglio 1881 fece la stessa fine; il primo novembre dello
stesso anno uccise un'altra vittima identificata, un certo “Arend”.
Quando la killer
diventò più avida, iniziò a sterminare intere famiglie, compresi i bambini.
Pare abbia anche ucciso due dei suoi figli più piccoli, ma ciò non è stato dimostrato
in modo accurato. Curiosamente il marito, una delle persone più vicine a lei,
fu risparmiato. Almeno cinquanta persone che provò ad avvelenare sopravvissero;
molte altre morirono. Quarantacinque sopravvissuti ebbero problemi alla salute
di varie proporzioni dopo l'ingestione del veleno. La Buona Mie rimase per
molto tempo insospettabile per la sua nota fama di “benefattrice”: infatti si
prendeva molta cura delle sue vittime.
Alla fine però
l'arrestarono. So scoprì che il veleno se lo procurava dai fornitori con la
scusa di disinfestare le case dai ratti e dagli insetti.
Il processo iniziò
il 23 aprile 1885; era entrata con l'accusa di circa 90 omicidi.
La
riesumazione dei corpi richiese molto tempo. Due ordini di medici esperti
esaminarono la mente dell'imputata; le diagnosticarono un alto tasso di
insensibilità, ma era comunque sana di mente. Il signor R. Bijleveld,
l'avvocato generale, chiese una condanna a vita; il signor C. A. Vaillant,
l'avvocato della difesa, voleva farla passare per insana descrivendo il suo
caso come “un'anomalia psicologica, un errore della natura”; ma gli
psichiatri avevano comunque stabilito il contrario.
Il 1º maggio 1885 fu condannata all'ergastolo per almeno 27 omicidi e detenuta nel carcere di Gorinchem. Il 29 giugno dello stesso anno la Corte Suprema respinse il ricorso per cassazione. Morì in carcere l'11 aprile 1915 all'età di 75 anni. Il suo caso divenne molto noto all'estero; la Swanenburg è tuttora considerata come la peggiore serial killer dell'Olanda. I suoi crimini le hanno valso un secondo soprannome, “Leidse Gifmengster”, l’Avvelenatrice di Leida.
Nel suo famoso libro del 1886 Psychopathia Sexualis, lo studioso, un po' fissato anche lui, Richard von Krafft Ebing parlò del caso di un assassino seriale (Francia, Vinuville, nel 1870) quello di un
macellaio chiamato Eusebius Pieydagnelle.
Riporto questo volto a lui attribuito,
anche non ne ho la certezza. Viene descritto
di buona famiglia e ben educato (come sembra nel ritratto), si mise a fare il macellaio
per la sua insana passione per il sangue. Quello degli animali non gli bastò!osi
arrestare, ammise che aveva un'ossessione sessuale per il sangue: nel berlo caldo
arrivava all'orgasmo. Confessò l'uccisione e la macellazione di sei persone; si
era consegnato alle autorità perché si era pentito delle sue azioni e chiese
alla giuria la pena di morte; non si sa cosa gli successe dopo, potrebbe essere
stato giustiziato.
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