Ad ottobre 2016 Corto, lo skipper di Viareggio, ha compiuto dieci anni d'indagini (La Delta velata uscì a ottobre 2006), ringrazio Carmen Claps che mi ha mandato questa lunga nota. La pubblico per festeggiarlo degnamente. Tenuto conto che il romanzo si svolge nel 2007, i dieci anni sono doppiamente veri!
DONNE D’ARCANI MINORI
una
riflessione, più che una recensione, sul romanzo noir di Oscar Montani e soprattutto
su Corto che da dieci anni sta al timone della Delta, veliero costruito dalla Perini
Navi
di
di
Carmen
Claps
I
Il
romanzo Donne d'arcani minori di Oscar Montani (éffigi editore) è l’ultimo
capitolo della saga di Corto, lo skipper viareggino nostro contemporaneo con la
passione, o meglio, l’ossessione per l’indagine: appena avverte puzza, per lui
soave profumo, di mistero, si sente irresistibilmente spinto ad investigare e
più il mistero è fitto e complicato, meglio è.
Corto
è nato dalla fantasia di Oscar nel 2006, quindi è un personaggio seriale, per
questo se il lettore segue la sua storia dall’inizio, può
conoscerne l’evoluzione prima di tutto psicologica, ma anche fisica e
professionale. Comunque l’autore congegna le sue avventure in modo tale che
risultano indipendenti l’una dall’altra, quindi tranquillamente fruibili e
godibili in modo autonomo.
Due
parole, proprio solo due, sulla vicenda narrata in questo romanzo. Corto si
trova alle prese con un morto ammazzato in maniera alquanto efferata (ma nei
romanzi e nei film le morti sono sempre efferate) sulle colline di Camaiore;
poi, a breve distanza temporale e a grande distanza spaziale, con qualcuno che
vola giù da una terrazza della Sagrada Familia a Barcellona. Ci si mette di
mezzo anche un anello misteriosamente scomparso. Perduto? Rubato? Troppe
persone, che conoscono l’abilità investigativa del protagonista, magari solo
per sentito dire, gli affidano l’incarico di ritrovarlo dietro compensi
esorbitanti e apparentemente ingiustificati. Qui vediamo riuniti i due aspetti
investigativi del nostro skipper, cioè indaga sulla terraferma, nella sua
Viareggio e in Versilia, a queste avventure sono dedicati i racconti, e indaga
durante il lavoro e a queste avventure sono dedicati i romanzi. Gli eventi con
cui si trova ad aver a che fare in questo romanzo sembrano non aver alcun
rapporto tra di loro.
Per
raccontarli Oscar ha scelto una struttura davvero coinvolgente, la migliore per
questo genere di fatti: la tecnica del flash back, cui ricorre molto spesso nei
suoi lavori con risultati eccellenti, tecnica che conferisce alla narrazione un
andamento circolare, o meglio, a spirale (figura molto cara all’autore) che poi
altro non è se non un cerchio aperto e avvolgente. Il tutto racchiuso tra un
prologo ed un epilogo fondamentali, praticamente speculari: il prologo anticipa
tutto ciò che verrà portato a compimento e chiarito nell’epilogo. Al proposito
c’è da osservare che Oscar è maestro nel disseminare indizi a bizzeffe, alcuni
veri, altri fuorvianti. Chiaramente riusciamo a coglierli solo alla parola
fine. Per questo una seconda lettura è assolutamente raccomandabile: la storia
si comprende meglio e si gode di più.
Il
titolo, come in tutti i lavori del nostro autore, anticipa in modo perfetto il
contenuto. Peccato o meno male che il lettore se ne accorge all’ultima pagina. Intanto
le donne. Le donne sono sempre fondamentali nella produzione di Oscar: donne
vittime, donne carnefici, donne complici, donne di ogni età, carattere,
estrazione sociale, professione. Anche in questa storia le donne sono davvero
tante, ma il titolo si riferisce a quattro in particolare, quattro donne “molto
poco per bene, ostili”, donne nel senso etimologico della parola, cioè
“padrone”, che vengono assimilate ciascuna ad una delle regine delle carte. Con
loro e tra loro inizia una spietata mano di tarocchi nel duplice senso di
queste carte, cioè una partita drammatica con una posta altissima e un rito
divinatorio per un destino tragico e ineluttabile.
Corto,
con questa indagine, compie dieci anni. Chi è, cosa emerge di lui da questi 10
anni di avventure? Si è capito che è appassionato del suo lavoro (viene
gustosamente definito, riprendendo una frase di Viani, “vaga mondo”) e di
misteri. Per quel che riguarda l’aspetto fisico è piuttosto attraente,
soprattutto per una cicatrice che gli attraversa una guancia, ma non lo
deturpa, anzi, lo rende ancora più intrigante, conferendogli un che di
romantico e tenebroso. Le donne, è chiaro, ne sono incuriosite, intenerite te e
anche intimidite. Questa cicatrice è anche il termometro della sua tensione,
perché, nei momenti critici, comincia a pulsare in maniera irrefrenabile. Le
donne, croce e delizia per il nostro, che ammette tranquillamente di essere
molto sensibile al fascino femminile, ma confessa anche che con le donne non ci
capisce niente e sbaglia sempre. Ha avuto una relazione lunga, tormentata e
importante con una certa la Luisa (è un soprannome, andate a scoprire di
persona la splendida genesi), ormai conclusa per lasciar posto ad una strana,
solidissima amicizia. Al momento è fidanzato con Cinzia, un giudice al
tribunale di Massa. Questo rapporto è analizzato in modo profondo e ironico,
come, del resto, è nelle corde del nostro autore. Ci godiamo le loro baruffe,
che, è facile intuir, nascono tutte dalle iniziative investigative di Corto,
assolutamente private e quindi non approvate dal giudice Cinzia. I loro
contrasti sono descritti attraverso immagini tratte dal linguaggio atmosferico,
per esempio "burrasche", "temporali" o "tornado".
Corto,
però, conosce nel profondo la sua compagna e sa quali manovre compiere per
allontanare quelle bufere: sa mettersi "alla cappa". Forse, in fondo
in fondo, Cinzia ammira le imprese del suo uomo, ma non può ammetterlo: deve
nascondere tutto sotto la sua austera toga.
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