giovedì 27 aprile 2017

Recensione su un bimbo decenne (I)



Ad ottobre 2016 Corto, lo skipper di Viareggio, ha compiuto dieci anni d'indagini (La Delta velata uscì a ottobre 2006), ringrazio Carmen Claps che mi ha mandato questa lunga nota. La pubblico per festeggiarlo degnamente. Tenuto conto che il romanzo si svolge nel 2007, i dieci anni sono doppiamente veri!

DONNE D’ARCANI MINORI


una riflessione, più che una recensione, sul romanzo noir di Oscar Montani e soprattutto su Corto che da dieci anni sta al timone della Delta, veliero costruito dalla Perini Navi
di
Carmen Claps

I
Il romanzo Donne d'arcani minori di Oscar Montani (éffigi editore) è l’ultimo capitolo della saga di Corto, lo skipper viareggino nostro contemporaneo con la passione, o meglio, l’ossessione per l’indagine: appena avverte puzza, per lui soave profumo, di mistero, si sente irresistibilmente spinto ad investigare e più il mistero è fitto e complicato, meglio è.
Corto è nato dalla fantasia di Oscar nel 2006, quindi è un personaggio seriale, per questo se il lettore segue la sua storia dall’inizio, può conoscerne l’evoluzione prima di tutto psicologica, ma anche fisica e professionale. Comunque l’autore congegna le sue avventure in modo tale che risultano indipendenti l’una dall’altra, quindi tranquillamente fruibili e godibili in modo autonomo.
Due parole, proprio solo due, sulla vicenda narrata in questo romanzo. Corto si trova alle prese con un morto ammazzato in maniera alquanto efferata (ma nei romanzi e nei film le morti sono sempre efferate) sulle colline di Camaiore; poi, a breve distanza temporale e a grande distanza spaziale, con qualcuno che vola giù da una terrazza della Sagrada Familia a Barcellona. Ci si mette di mezzo anche un anello misteriosamente scomparso. Perduto? Rubato? Troppe persone, che conoscono l’abilità investigativa del protagonista, magari solo per sentito dire, gli affidano l’incarico di ritrovarlo dietro compensi esorbitanti e apparentemente ingiustificati. Qui vediamo riuniti i due aspetti investigativi del nostro skipper, cioè indaga sulla terraferma, nella sua Viareggio e in Versilia, a queste avventure sono dedicati i racconti, e indaga durante il lavoro e a queste avventure sono dedicati i romanzi. Gli eventi con cui si trova ad aver a che fare in questo romanzo sembrano non aver alcun rapporto tra di loro.
Per raccontarli Oscar ha scelto una struttura davvero coinvolgente, la migliore per questo genere di fatti: la tecnica del flash back, cui ricorre molto spesso nei suoi lavori con risultati eccellenti, tecnica che conferisce alla narrazione un andamento circolare, o meglio, a spirale (figura molto cara all’autore) che poi altro non è se non un cerchio aperto e avvolgente. Il tutto racchiuso tra un prologo ed un epilogo fondamentali, praticamente speculari: il prologo anticipa tutto ciò che verrà portato a compimento e chiarito nell’epilogo. Al proposito c’è da osservare che Oscar è maestro nel disseminare indizi a bizzeffe, alcuni veri, altri fuorvianti. Chiaramente riusciamo a coglierli solo alla parola fine. Per questo una seconda lettura è assolutamente raccomandabile: la storia si comprende meglio e si gode di più.


Il titolo, come in tutti i lavori del nostro autore, anticipa in modo perfetto il contenuto. Peccato o meno male che il lettore se ne accorge all’ultima pagina. Intanto le donne. Le donne sono sempre fondamentali nella produzione di Oscar: donne vittime, donne carnefici, donne complici, donne di ogni età, carattere, estrazione sociale, professione. Anche in questa storia le donne sono davvero tante, ma il titolo si riferisce a quattro in particolare, quattro donne “molto poco per bene, ostili”, donne nel senso etimologico della parola, cioè “padrone”, che vengono assimilate ciascuna ad una delle regine delle carte. Con loro e tra loro inizia una spietata mano di tarocchi nel duplice senso di queste carte, cioè una partita drammatica con una posta altissima e un rito divinatorio per un destino tragico e ineluttabile.
Corto, con questa indagine, compie dieci anni. Chi è, cosa emerge di lui da questi 10 anni di avventure? Si è capito che è appassionato del suo lavoro (viene gustosamente definito, riprendendo una frase di Viani, “vaga mondo”) e di misteri. Per quel che riguarda l’aspetto fisico è piuttosto attraente, soprattutto per una cicatrice che gli attraversa una guancia, ma non lo deturpa, anzi, lo rende ancora più intrigante, conferendogli un che di romantico e tenebroso. Le donne, è chiaro, ne sono incuriosite, intenerite te e anche intimidite. Questa cicatrice è anche il termometro della sua tensione, perché, nei momenti critici, comincia a pulsare in maniera irrefrenabile. Le donne, croce e delizia per il nostro, che ammette tranquillamente di essere molto sensibile al fascino femminile, ma confessa anche che con le donne non ci capisce niente e sbaglia sempre. Ha avuto una relazione lunga, tormentata e importante con una certa la Luisa (è un soprannome, andate a scoprire di persona la splendida genesi), ormai conclusa per lasciar posto ad una strana, solidissima amicizia. Al momento è fidanzato con Cinzia, un giudice al tribunale di Massa. Questo rapporto è analizzato in modo profondo e ironico, come, del resto, è nelle corde del nostro autore. Ci godiamo le loro baruffe, che, è facile intuir, nascono tutte dalle iniziative investigative di Corto, assolutamente private e quindi non approvate dal giudice Cinzia. I loro contrasti sono descritti attraverso immagini tratte dal linguaggio atmosferico, per esempio "burrasche", "temporali" o "tornado".


Corto, però, conosce nel profondo la sua compagna e sa quali manovre compiere per allontanare quelle bufere: sa mettersi "alla cappa". Forse, in fondo in fondo, Cinzia ammira le imprese del suo uomo, ma non può ammetterlo: deve nascondere tutto sotto la sua austera toga.

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