Sospetti
l'ombra del bonsai
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Odiati inglesi
I
"Bad English, I'll go!" Ormai solo l’anelito verso la fuga lo
teneva in vita. Quell'orrenda prigione era una tortura insopportabile. Tre mesi
di tentativi falliti: fino allora Emilio, che si faceva chiamare "Janez",
non era riuscito a sfuggire alle subdole
torture della robusta guardiana. Irina, la badante ucraina, parlava solo
inglese, per lui, bilingue, andava bene: i nipoti l’avevano arruolata apposta.
Emilio, da subito, aveva
sospettato che quell'arpia inglese lo fosse davvero. “Una spia, al soldo della Compagnia delle
Indie!” aveva pensato leggendo la scritta slavata sulla vecchia
felpa della donna: Best Company.
Una volta aveva visto che Eduard, suo nipote, la pagava di nascosto in sterline:
la prova del complotto. Allora iniziò a spiarla: per imparare i suoi movimenti,
conoscerne i punti deboli, intuire i suoi tic e prevedere le sue ronde. S’era
anche convinto che lo drogasse: “Mi mette gocce nel caffé!” Ma
il caffè lo teneva sveglio e “per essere
inglese”, lo faceva anche buono. "Ma
si sa, gli inglesi di Nelson andavano d'accordo coi napoletani!". Un
giorno, approfittando di una distrazione della donna, si metteva a coccoloni in
terrazza a fumare, riuscì a sottrarre un’arma dal ripostiglio. La nascose sotto
i cuscini del vecchio divano: era pronto
ad agire.
Un sabato mattina, finalmente,
lei gli dette le spalle. La colpì da dietro, cogliendola di sorpresa, col
pesante martello da 450 gr. Mica facile, Irina, incauta, stendeva la pasta per le
tagliatelle. Un'impresa superare l'enorme deretano per attivarle alla testa! Il
colpo fu molliccio.
La donna, anche se stordita, cercò di reagire impugnando il
mattarello di legno. Lui allora, "Maledetti
inglesi, non v'arrendete mai!", infierì con rabbia. Urlò anche.
«Nessuna pietà con gli
sgherri della Compagnia! ».
Con lei più arretrata fu
facile. Smise solo quando l’ucraina, in una nube bianca, scivolò a terra
trascinandosi sulla faccia, come un sudario, l’impasto rimasto appiccicato alla
mano sinistra. Il sangue, allargandosi, cominciò a impastarsi con la farina. “Vendetta con suggello di sangue!”, urlò,
mentre osservava compiaciuto la macchia rossa allargarsi.
La soddisfazione durò poco, un barlume di lucidità gli suggerì che forse aveva
scelto il giorno e l’ora sbagliati: “Mio Dio che ho fatto!” Una disdetta rinunciare alla pasta
col ragù di cinghiale, cinghiale del Borneo cacciato e scuoiato di persona da
Tremal Naik. Di certo la pasta s’era rovinata, inutile
indugiare. Fuggire a digiuno era anche un
dovere verso i suoi uomini. Gli impavidi lo aspettavano nella foresta da troppo
tempo. Finalmente s’era liberato dalla prigionia. “Volevano farmi perdere la ragione!”.
IL LIBRO E' IN VENDITA DA LUNEDI' 2 OTTOBRE. PER ADESSO (POI TOGLIERO' TUTTO) SUL BLOG TROVERETE LA PRIMA DELLE TRE PARTI DI CIASCUN ROMANZO. PER IL SEGUITO DOVRETE ACQUISTARLO.
(dati libro)
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