mercoledì 13 dicembre 2017

Il Gufo Giallo (112)

 

Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli

Giudizio n. 111

 


Negli occhi di chi guarda     

  di  Marco Malvaldi
Sellerio

 

 

 

 

Eccipiente oltre misura

 

Se ricordo bene, Malvaldi è dottore in chimica. Non credo abbia mai lavorato nell'industria farmaceutica e non penso abbia mai fatto una compressa.

Oltre ai principi attivi, nella formulazione delle compresse sono sempre presenti degli eccipienti. Di solito nella formula viene specificato "eccipiente q.b.": quanto basta.

Se Malvaldi facesse compresse di aspirina, le prime, a parità di quantità di principio attivo (acido acetilsalicilico), gli verrebbero grosse come panforti. Le ultime invece minuscole come bottoncini di camicetta. All'inizio si dilunga in disquisizioni sul sesso degli angeli, mentre alla fine ha fretta (qualcosa non gli torna) di concludere.

Devo dire che ne La briscola in cinque, il suo primo romanzo, il difetto si notava appena e, in qualche modo, seppur ridondante, la riflessione era funzionale al racconto. Col tempo il difetto è diventato dilagante.

Questa premessa era necessaria a spiegare quello che vado a dire. Torniamo allora al romanzo.

Prendete Enigma in luogo di mare della premiata ditta F&L e ricucinatelo come fosse cacciucco: tranci maltagliati e tanto sugo piccante a impasticciare e coprire le malefatte del cuoco.

 

 

 

Sopra foto di tomba etrusca che in un giallo che si svolge in Maremma non deve mancare! 

Non vale la pena che racconti un po' di trama, la trovate nella II e III di copertina: e poi ci si raccomanda (noi autori) di evitare spoiler! Eppoi ci pensa Malvaldi, già tra pag 70 e 100 si capisce come andrà a finire!

Durante la lettura spesso si trovano pagine dove si notano (e si apprezzano) le potenzialità ironiche dell'autore, ma ancora più spesso ci si imbatte nelle limacciose paludi della disquisizioni inutili. Peccato, ma la colpa è degli editor che non lo massacrano.

Pregi. Si lascia leggere, a volte. Ci sono contrappunti piacevoli di puro spirito toscano. Personaggi credibili anche se gravati di eccessivo paradosso.

Difetti.

Troppe dissertazioni (e troppo lunghe) su argomenti di cui non si capisce lo scopo (ma neanche il contenuto: chimica organica e inorganica!).

Uso "improprio" delle email (ma se oggi c'è What'sapp, per favore!)  con uno stile che è del tutto inusueto e fuori luogo, anche se fosse stato usato dieci anni orsono.

Battute non espresse dal personaggio, ma dall'autore. I vecchietti del bar lume facevano battute in vernacolo triviale (concesso), qui le fa l'autore (ma via!)! In questo modo si procede (non si finisce) a tarallucci e vino.

L'autore ammicca continuamente al lettore. Strizza un occhio, a volte due. Mossette puttanesche che Monsignor della Casa, nel suo galateo, avrebbe giudicato come "inopportuno meretricio"!

 

Voto **1/2/5

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