Se
si fa una ricerca nel Web è quasi impossibile (provate per credere!) trovare una foto di Simenon senza una
pipa tra i denti o nell'inquadratura, lì vicino a lui.
Come si vede se la metteva in bocca (la ostentava!) anche quando passeggiava per i mercatini di quartiere! E' piuttosto
naturale: diceva lo scrittore che di
aver comprato la sua prima pipa a tredici anni. Iniziò a fumarla perchè
lo faceva sentire più grande. Da allora, dice lui, "non ho più
smesso!".
La sua collezione arrivò a contare più di trecento esemplari. La pipa era divenuta una parte di
lui stesso, una parte del suo alter ego: il commissario Maigret!
Non aveva mai fumato sigarette: le considerava
un oggetto da bruciare in fretta e poi gettare, come per altro anche il
sigaro.
Veniamo alle pipe. Il tipo di pipa che prediligeva era quella in radica e dritta,
tipologia prevalente nella sua collezione.
Gino Cervi, ex sindaco di Brescello Viadana, non fumava. Quando gli dissero che per interpretare Maigret doveva fumare, ci mancò poco che non stracciasse il contratto. Poi decise di prendere lezioni in un corso per fumatori di pipa organizzato da un negozio di articoli per fumatori di Piazza Euclide, quartietre Parioli a Roma.
E il tabacco? Di Maigret non sappiamo, di Simenon sappiamo che aveva sempre fumato
Dunhill, un tabacco inglese di ottima qualità, ma molto costoso. Non ne siamo sicuri:
quando da Liegi si trasferì a Parigi, nei tempi in cui faceva la fame
in una povera stanzetta della pensione Hotel de la Bertha, nel quartiere
di Batignolles, non era forse quello il suo tabacco.
Quando però divenne
benestante orientò la sua scelta sul Royal Yacht Club, un classico delle
miscele più pregiate della Dunhill. Diventato famoso la casa
inglese realizzò una mistura tagliata appositamente per il commissario, che chiamò
"Maigret Cut's".
Nessun commento:
Posta un commento