sabato 20 gennaio 2018

Western in noir (XI)


Sconfinati spazi
e
infinite solitudini
Alla scoperta dei lati oscuri del cinema western classico attraverso i  personaggi solitari  più famosi: eroi segnati da un passato enigmatico e attratti da un futuro elusivo.
"C'era una volta il west...ernoir!"

(XI)
I personaggi
parte VI: eroi di carta e china
(a)



Per non passare da provinciale fin dalla prima riga faccio una premessa "colta". Se qualcuno di voi visitatori questo blog pensa che il western a fumetti sia solo Tex Willer (quelli di tendenza pop) o, al massimo, Ken Parker (quelli che pensano di essere raffinati cultori della materia), commette un errore grande quanto il Texas. Fuori dalla nostra "amata" Italia, patria degli spaghetti western, ci sono preziose storie che spesso e volentieri superano (per varie ragioni estetiche e culturali) l'immarcescibile Tex e il dotto Ken.

È il caso di Durango, l'ho usato come immagine di testata perché è un fumetto western  capisaldo del genere e pure uno dei suoi capolavori, in particolare per quanto riguarda la famosa scuola franco-belga detta di "linea chiara" (TinTin e Blake&Mortimer tanto per intenderci).
Ma in Italia è poco noto, inoltre insieme a questo personaggio ne dovrei tirare in ballo troppi altri. Quindi cominciamo da capo e proprio dall'Italia. 


Pecos Bill, il buono eroe biondo, esisteva da tempo in USA. In Italia Guido Martina venne incaricato dall’editore Mondadori della realizzazione di un nuova serie di fumetti.   

Ispirato al personaggio americano, da pubblicare nella collana Albi d'Oro   esordì nel 1949  e, nata come riempitivo, ottenne un grande successo grazie anche ai pregevoli disegni.


Ma nonostante il formato, nonstante il cavallo, nonostante la luna, nonostante la procace fanciulla... 


... nonostante le miniature (di tutti i personaggi) un altro eroe era destinato a soppiantarlo: "C'è sempre da qualche parte una pistola più veloce della tua!".


Tex Willer, noto anche come Aquila della notte,  texas ranger. Arrivò quatto quatto, "strisciando", una bella acrobazia visto che pure lui montava uno splendido cavallo.

La chaive del successo furono infatti i fascicoletti a strisce.  Le storie di Tex costavano meno degli albi d'oro di Pecos. E poi nelle storie di Tex c'era soprattutto piombo.

La diffusione fu subito enormemente superiore (la striscia si poteva leggere di nascosto sotto il banco di scuola!) e presto Tex ebbe a crescere, a crescere parecchio!


Diventò, col tempo, addirittura TEXONE! E l'hanno disegnato il firo fiore degli autori. Questa copertina è del figlio di Breccia, figlio d'arte!  Continua alla prossima.

 


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