giovedì 22 febbraio 2018

Mercurio Loi, serial di qualità


MERCURIO LOI
sibillino indagatore dell'intimo
Ultime notizie del 2/3/18: la Bonelli lo ha trasformato in bimestrale! Quindi il prossimo albo ci sarà solo il 22 marzo! Non conosco i motivi, non è per le vendite (tira) ma forse per l'accurata qualità, vedremo.
Possibili cause:
1. Il colore richiede tempo.
2. Un disegnatore non ha soddisfatto l'editore.
3. I disegnatori pressati sono in ritardo.
 Questa la voce ufficiale:

Domani esce il n.10 di Mercurio Loi. Confesso che lo attendo con curiosità, trepidazione no, la provavo solo per Paperon De' Paperoni di Carl Barks! Che spesso era dominante sull'Almanacco di Topolino. 



E' arrivato già in edicola per la nona  volta: ottocento e oltre tavole a colori su cui credo si possa riflettere e giudicare.  E' presto per farne una scheda di "fumetti in giallo", un seriale vuole il suo tempo, ma è il momento per qualche nota critica.


Ce n'è voluto di tempo per averlo seriale, ma era un cult prima ancora d'uscire in edicola ogni 23 del mese. Dopo ben tre annunci rimandati, Mercurio Loi il "nuovo" (presentato ben due anni fa con la prima storia) personaggio della Bonelli è arrivato a maggio 2017.
Affiancare Tex, Julia e Dylan Dog non era semplice, in redazione lo sapevano bene e si sono impegnati.


Siamo nella Roma papalina della prima metà dell'800, qualche decennio prima di Porta Pia. Tra Tosca (1800) e i bersaglieri c'è Nell'anno del signore, 1825: sì proprio in quello.

Il marketing annuncia misteri, catacombe, delitti, intrighi, sotterranei, maledizioni, cripte, cospirazioni, maghi e forse anche streghe, chissà. In effetti la prima storia parte così. In sole tre tavole, brillante mescolanza di sintesi ed estro, Bilotta inquadra il personaggio: insegnate erudito di giorno, curioso investigatore di notte. Il suo Dr. Watson, la sua spalla è il giovane e irruento Ottone. Le inquadrature sono tratte dalla collezione "Roma com'era" delle stampe dell'epoca. Un periodo storico carico di attese, in una città, la Roma dei primi decenni dell’800, che scalpita sul finire del pontificato di Pio XVII. È un mondo in frenetico fermento, ma nell’ombra costellato di sette, cospirazioni e crimini di ogni specie.
Così la prima storia (La Roma dei pazzi), poi col procedere dal primo fascicolo al quarto si scopre che c'è soprattutto introspezione, un'accurata ricerca dell'intimo dei personaggi, alla scoperta delle ragioni profonde che ne muovono passi e sentimenti.

I racconti sono originali e intriganti, molto diversi dagli annunci marchettari. Sono storie "sospese", spesso senza apparente esito, ma proprio dove sembra che il tempo si sia fermato si è formato un vortice che produce cambiamenti significativi, nei personaggi, ma soprattutto nel lettore o dovrei chiamarlo spettatore? Sì perché le immagini sono davvero intriganti.
Torniamo al plot.  Si parla del rapporto tra "buon maestro" e "cattivo allievo" (cattivo nel senso di perverso); del rapporto tra attore (un burattino, comandato da un burattinaio) e personaggio (Loi); di rappresentazione metaforica del genio (Mercurio, essenza e materia). 


Particolarmente interessante la parte grafica. Tenendo conto che ogni volta cambia il disegnatore e il "colorista" è sorprendente la continuità della ricerca grafica. Le tavole sono veri e propri piani sequenza, con spesso una parte introspettiva che arricchisce il personaggio soggetto. 


Sono a colori, ma la prima storia era nata in bianco e nero e lo si vede (fate voi stessi il confronto tra due immagini): le luci radenti e i contrasti forti ci perdono un po'. 


Sono a colori, qualche sciocco recensore afferma che sia per i piccoli lettori! Guardate la luce accecante del sole e capirete che non è così!  Credo che sia roba da adulti con una certa erudizione! La colorazione, pur riuscita e molto ricercata, mostra nella prima storia, a volte non sempre, qualche stonatura cromatica. Difetto che scompare nei fascicoli successivi pensati subito a colori. Una costante le sceneggiature di Billotta e le splendide copertine di Manuele Fior.

Un giallo? No. Un noir? Nemmeno. Un thriller psicologico? Forse, ma la direi più una storia avventurosa alla Dumas; del resto Sherlock Holmes non era ancora stato pensato e Edgar Alla Poe più che ai delitti si dedicava ai corvi!
Edizione curatissima, a colori, non come il n.500 di Tex (alcune pagine a pastelli), ma l'impegno è di alta qualità e anche il risultato!

La quarta storia, Il cuoco mascherato, mi ha sorpreso. Non c'è delitto, ma una ricerca del tempo perduto condotta, anzichè assaporando "petites madeleines", gustando trippa al sugo. Inseguendo una donna bionda dai lunghi capelli per gli oscuri vicoli di Roma (ricordate Il segno del comando?) Mercurio chiarisce il mistero, ma si sa: i misteri sono come matriosche!

Nessun commento:

Posta un commento