mercoledì 19 giugno 2019

Il Gufo Giallo (126)


Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli


Giudizio n.  125

Il cuoco dell'Alcyon  
     Andrea Camilleri
Sellerio

Il mio nome è Montalbano, Salvo Montalbano

Fa tristezza recensire quest'ultimo romanzo mentre il Maestro è in ospedale gravato dagli anni e dagli acciacchi. Ma  non mi devo intenerire troppo. L'onestà intellettuale è doverosa quando sia ha a che fare con un Grande Maestro.
Dico subito che la parte centrale del romanzo è veramente gustosa e la riabilitazione letteraria del Questore Bonetti Alberighi  un colpo di scena godibilissimo e davvero inatteso, un colpo da maestro.
In questo romanzo,  fin dall'incipit, tutto appare indecidibile, sogno o realtà? vero o falso? maschera o volto? farsa o tragedia? allucinazione o organizzata teatralità? Innumerevoli le mosse e le contromosse beffarde, in questo romanzo d'avventura che impone al lettore, tallonato dal dubbio e portato per mano dentro la luce fosca e i desolati romiti stretti e bui dell’orrore. L'autore ci propone lettura lenta del ritmo accanito dell’azione. Tutti si impegnano a far teatro, nel romanzo: che si apre drammaticamente con i licenziamenti degli impiegati e degli operai di una fabbrica di scafi gestita da un padroncino vizioso e senza ritegno, detto Giogiò; e con il suicidio, nello squallore di un capannone, di un padre di famiglia disperato. Da qui partono e si inanellano le trame macchinose e la madornalità di una vicenda che comprende, per «stazioni», lo smantellamento del commissariato di Vigàta, la solitudine scontrosa e iraconda del sopraffatto Montalbano, lo sgomento di Augello e di Fazio (e persino dello sgangherato Catarella)…
 
 

Fin qui tutto bene, ma la parte finale è poco credibile (Salvo non è 007!) e purtroppo fa perdere tensione e ritmo a quella sequenza di accadimenti che prima ci avevano fascinato. Sorge allora una domanda: perché? La spiegazione ce la dà Mastro Andrea in una breve postfazione, ma non andate a leggerla.
Ovviamente la narrazione è godibile, il ritmo del periodo incalzante e i personaggi, almeno fino a quaranta pagine dalla fine, credibili e simpatici, come sempre, ma Mastro Andrea, ahimè,  è meno cattivo del solito...
Spero vivamente che non sia l'ultimo Montalbano, in bocca al lupo Maestro!

Voto ***1/2/5

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