mercoledì 24 luglio 2019

Riflessioni sarzanesi (1)


Dopo la presentazione a Sarzana (Biblioteca civica), ricevo da Carmen Claps queste note critiche che, grato a lei, pubblico a beneficio dei miei lettori. I miei lettori di Sarzana hanno sentito tutto questo dalla sua viva voce quando ha presentato il libro, credo che anche a loro farà piacere leggere questa analisi.

Requiem in Re minore
di Oscar Montani



Riflessioni critiche di Carmen Claps

Introduzione

Dopo quattro romanzi e cinque raccolte di racconti credo sia utile fare il punto della situazione.
Corto può vantare dieci titolo perché è il primo dei quattro investigatori seriali creati dal nostro autore. È uno skipper viareggino e lo vediamo indagare su misteriosi delitti nell’esercizio delle sue funzioni, durante le crociere che lo portano un po’ in tutto il mondo, dalla Spagna ad Istanbul.


A queste avventure sono riservati i romanzi: “La delta velata”, “L’oro degli aranci”, “Eikones”, la cosiddetta trilogia dedicata alla matematica e poi “Donne d’arcani minori” e ora “Requiem in re minore”, che potrebbero far pensare a una trilogia dedicata alla musica.
Ma Corto indaga anche durante le pause tra una crociera e l’altra e a queste indagini sono riservate le deliziose raccolte di racconti “Viareggio piccoli delitti imperfetti”, “I misteri della terza luna”, “Una tranquilla provincia criminale”, “Lo chalet in pineta” ed anche “Quando il cuoco indaga”. Ma proprio alla fine di “Donne d’arcani minori” veniamo a conoscenza di due notizie clamorose: intanto il nome di battesimo del protagonista. A Viareggio e in tutte le opere di Oscar, che Viareggio raccontano, i nomi anagrafici non contano al punto che spesso finiscono con l’essere proprio dimenticati. Una persona comincia a contare, ad avere diritto di cittadinanza in un gruppo, in pratica ad esistere quando si è guadagnata un soprannome. Al riguardo c’è da osservare che i soprannomi dei personaggi del nostro autore sono dei veri e propri capolavori, assoluti lampi di genio, che fotografano un aspetto fisico, psicologico, professionale di chi li porta, ma il più delle volte il soprannome è polivalente, quindi ingannevole, ambiguo. L’esempio perfetto è proprio Corto, che parrebbe riferirsi all’attività del nostro protagonista, richiamando il marinaio Corto Maltese, eroe dei fumetti, ma, in realtà, nasce molto prima che Corto intraprendesse l’attività di skipper: tutto ha origine quando il nostro, ragazzino, faceva il bagno nudo con gli amichetti ed aveva l’apparato maschile più corto di tutti. Il suo nome di battesimo ci sorprende fino ad un certo punto: in effetti, con una le mura molto attenta, lo si può intuire.
La seconda notizia inattesa è che Corto ha deciso di smetterla con l’attività di skipper. Progetta di aprire un’agenzia di pratiche nautiche insieme a Berto, suo ex comandante, suo mentore, suo confidente, presenza sempre importantissima al suo fianco. Anche quando è assente fisicamente, Berto è vicino a Corto con i suoi consigli, i suoi suggerimenti. Pensiamo al ruolo basilare che ha nella vicenda de “La delta velata”.
Cominciamo dal titolo del nuovo romanzo. Come i titoli di tutti, ma proprio tutti i lavori di Oscar anche questo anticipa alla perfezione il contenuto dell’opera. Ricordiamo, tanto per fare un unico esempio, “Il verso della civetta”, che intende tutti i vari significati dei vocaboli verso e civetta attraverso i quali si può ricostruire tutta la vicenda. Per quel che riguarda “Requiem in re minore”, intanto si riferisce a alla composizione di Mozart, che fa da colonna sonora ai momenti più drammatici della vicenda.
Ancora il re minore è un bel riferimento alle carte, ai tarocchi. Qui abbiamo due grandi interessi di Oscar che tornano fondamentali nei suoi lavori. Intanto la musica, lo accennavo, che domina in “Donne d’arcani minori” e poi i tarocchi. Questi sono chiaramente alla base proprio del romanzo appena citato, ma li vediamo anche in primo piano in “Morti da salotto”, il primo romanzo dedicato all’ultimo investigatore creato da Oscar, il professor Raimondo Santo Severi, docente di fisica all’Università di Pisa tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800. In questo romanzo i personaggi vengono assimilati in modo molto intrigante alle figure dei tarocchi.
Come sempre nei romanzi del nostro autore, la narrazione è in prima persona, con i verbi coniugati al passato. Questo serve al protagonista a riflettere, a fare ulteriore chiarezza, trarre insegnamento, ad esorcizzare. L’investigatore è sempre sul palcoscenico, dalla prima all’ultima scena; anche quando non è presente fisicamente, i fatti cui non ha partecipato gli vengono raccontati, ci vengono raccontati da chi li ha vissuti, ma il lettore ne viene a conoscenza attraverso le sue emozioni, le sue sensazioni, le sue reazioni, quindi è proprio come ne fosse lui il protagonista.

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