Dopo la presentazione a Sarzana (Biblioteca civica), ricevo
da Carmen
Claps queste note critiche che, grato a lei, pubblico a beneficio dei
miei lettori. I miei lettori di Sarzana hanno sentito tutto questo dalla sua
viva voce quando ha presentato il libro, credo che anche a loro farà piacere
leggere questa analisi.
Requiem in Re minore
di Oscar Montani
Riflessioni critiche di Carmen Claps
Introduzione
Dopo
quattro romanzi e cinque raccolte di racconti credo sia utile fare il punto
della situazione.
Corto
può vantare dieci titolo perché è il primo dei quattro investigatori seriali
creati dal nostro autore. È uno skipper viareggino e lo vediamo indagare su
misteriosi delitti nell’esercizio delle sue funzioni, durante le crociere che
lo portano un po’ in tutto il mondo, dalla Spagna ad Istanbul.
A
queste avventure sono riservati i romanzi: “La delta velata”, “L’oro degli
aranci”, “Eikones”, la cosiddetta trilogia dedicata alla matematica e poi “Donne
d’arcani minori” e ora “Requiem in re minore”, che potrebbero far pensare a una
trilogia dedicata alla musica.
Ma
Corto indaga anche durante le pause tra una crociera e l’altra e a queste
indagini sono riservate le deliziose raccolte di racconti “Viareggio piccoli
delitti imperfetti”, “I misteri della terza luna”, “Una tranquilla provincia
criminale”, “Lo chalet in pineta” ed anche “Quando il cuoco indaga”. Ma proprio
alla fine di “Donne d’arcani minori” veniamo a conoscenza di due notizie
clamorose: intanto il nome di battesimo del protagonista. A Viareggio e in
tutte le opere di Oscar, che Viareggio raccontano, i nomi anagrafici non
contano al punto che spesso finiscono con l’essere proprio dimenticati. Una
persona comincia a contare, ad avere diritto di cittadinanza in un gruppo, in
pratica ad esistere quando si è guadagnata un soprannome. Al riguardo c’è da
osservare che i soprannomi dei personaggi del nostro autore sono dei veri e
propri capolavori, assoluti lampi di genio, che fotografano un aspetto fisico,
psicologico, professionale di chi li porta, ma il più delle volte il soprannome
è polivalente, quindi ingannevole, ambiguo. L’esempio perfetto è proprio Corto,
che parrebbe riferirsi all’attività del nostro protagonista, richiamando il
marinaio Corto Maltese, eroe dei fumetti, ma, in realtà, nasce molto prima che
Corto intraprendesse l’attività di skipper: tutto ha origine quando il nostro,
ragazzino, faceva il bagno nudo con gli amichetti ed aveva l’apparato maschile
più corto di tutti. Il suo nome di battesimo ci sorprende fino ad un certo
punto: in effetti, con una le mura molto attenta, lo si può intuire.
La
seconda notizia inattesa è che Corto ha deciso di smetterla con l’attività di
skipper. Progetta di aprire un’agenzia di pratiche nautiche insieme a Berto,
suo ex comandante, suo mentore, suo confidente, presenza sempre importantissima
al suo fianco. Anche quando è assente fisicamente, Berto è vicino a Corto con i
suoi consigli, i suoi suggerimenti. Pensiamo al ruolo basilare che ha nella
vicenda de “La delta velata”.
Cominciamo
dal titolo del nuovo romanzo. Come i titoli di tutti, ma proprio tutti i lavori
di Oscar anche questo anticipa alla perfezione il contenuto dell’opera. Ricordiamo,
tanto per fare un unico esempio, “Il verso della civetta”, che intende tutti i
vari significati dei vocaboli verso e civetta attraverso i quali si può
ricostruire tutta la vicenda. Per quel che riguarda “Requiem in re minore”,
intanto si riferisce a alla composizione di Mozart, che fa da colonna sonora ai
momenti più drammatici della vicenda.
Ancora
il re minore è un bel riferimento alle carte, ai tarocchi. Qui abbiamo due
grandi interessi di Oscar che tornano fondamentali nei suoi lavori. Intanto la
musica, lo accennavo, che domina in “Donne d’arcani minori” e poi i tarocchi.
Questi sono chiaramente alla base proprio del romanzo appena citato, ma li vediamo
anche in primo piano in “Morti da salotto”, il primo romanzo dedicato
all’ultimo investigatore creato da Oscar, il professor Raimondo Santo Severi, docente
di fisica all’Università di Pisa tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800. In
questo romanzo i personaggi vengono assimilati in modo molto intrigante alle
figure dei tarocchi.
Come
sempre nei romanzi del nostro autore, la narrazione è in prima persona, con i
verbi coniugati al passato. Questo serve al protagonista a riflettere, a fare
ulteriore chiarezza, trarre insegnamento, ad esorcizzare. L’investigatore è
sempre sul palcoscenico, dalla prima all’ultima scena; anche quando non è
presente fisicamente, i fatti cui non ha partecipato gli vengono raccontati, ci
vengono raccontati da chi li ha vissuti, ma il lettore ne viene a conoscenza
attraverso le sue emozioni, le sue sensazioni, le sue reazioni, quindi è
proprio come ne fosse lui il protagonista.
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