martedì 16 maggio 2023

Nuovo Dizionoirio (L)


Dall'A alla Z

miscellanea estemporanea e semiseria sul genere giallo/noir

ovvero il mio Dizionoirio

L

 

Vàzquez Montalbàn, Manuel

 


Sopravvalutato e molto osannato, Manuel Vàzquez Montalbàn ha dato il nome (Camilleri ne era estasiato!) a Salvo Montalbano il nostro Commissario d'Italia. Il suo personaggio, Pepe Carvalho, è entrato, anche se non stabilmente (ultimamente se ne parla meno), nel Pantheon dove risiedono stabilmente Marlowe, Spade, Maigret e, guarda caso, Salvo Montalbano!

 


A me non piace, lo si sarà già capito, non piace perché al contrario dei romanzi della Vargas, qui c'è troppa politica, infatti pepe Carvalho è ex comunista, ex detenuto e ex agente della CIA, ma anche, udite, udite, un edonista: gli fa da cuoco un ex compagno di carcere, un certo Biscùter che va in giro con una ridicola macchinetta autarchica! Come da noi l'Isetta negli anni '50)... e già Fantozzi era messo meglio!

 


"Tanta roba!" dicono a Viareggio! Anche un po' velleitario il caro Manuel: voleva combattere il franchismo a colpi di gialli! Più velleitario del greco Petros Markarīs che si limita descrivere la situazione greca. Pensava addirittura di aver avuto gioco e non si accorgeva che  era l'economia (turismo, commercio e industria) a cambiare la Spagna!

 


Qualche accademico prezzolato da markettari senza ritegno ha paragonato Pepe Carvalho a Philip Marlowe... arrampicarsi sugli specchi sarebbe più agevole! Tant'è che, in tutta onestà (o per orgoglio iberico di un hidalgo della letteratura e ideologo di sinistra) la cosa non è stata gradita dall'autore.

Neppure gli ha fatto gioco una brutta (a volte ridicola e imbrazzante) fiction TV con Valeria Marini!

 

Meglio in cucina, Buscùter a parte, ma solo se vi piace il baccalà!!!

 

Verosimilianza

Ben lo sappiamo, noi che scriviamo: "La realtà spesso supera la fantasia!". E non ha bisogno di altro che di qualche testimone! Mark Twain, infatti,  guardando alle cose con la solita ironia,  sosteneva: "L'unica differenza tra realtà e finzione è che la finzione dev'essere credibile!".

 


Ben lo sapeva (e sosteneva)  Alfred Hitchcock: "Se si volesse analizzare tutto e costruire tutti con plausibilità o perlomeno di probabilità, nessuna sceneggiatura che si basi sulla fiction resisterebbe ad un'analisi del genere. Chi cerca questo faccia dei documentari!".

 


 

In qualunque giallo che leggerete troverete dei difetti e col tempo che passa ("Col tempo e con la paglia maturano le sorbe e la canaglia!") i lettori (le sorbe) maturano e diventano sempre più attenti ed esigenti.

Sono molti decenni che frequentano attivamente il genere, hanno visto centinaia di film gialli o polizieschi, e in TV ben ricordano Perry Maso o il tenente Sheridan, per non parlare di Maigret e Montalbano (appunto!). Sorprenderli e soddisfarli non è facile.

Hanno visto cinquanta puntate di  CSI e consultato saggi specifici. Sanno tutto di DNA, tracce ematiche, luminol e diavolerie del genere... per non parlare dei cellulari ora smart, di internet, droni, Pos... il povero autore (privo delle almeno due lauree necessarie: Chimica e Informatica) alla fine preferisce scrivere romanzi di ambientazione storica! Io, lo confesso (ne ho una sola e obsoleta), sono tra questi!

Volker Kutscher.

 

Nato a Lindlar nel 1962, dopo gli studi di lingua e letteratura tedesca, filosofia e storia, ha lavorato come giornalista prima d'intraprendere la carriera di scrittore.

 

È principalmente noto per la serie di romanzi avente per protagonista il commissario Gereon Rath ambientata a Berlino tra gli anni venti e trenta, romanzi che, nel 2017, hanno ispirato la serie TV Babylon Berlin di cui abbiamo già parlato.

Nel 2010 ha ottenuto il Burgdorfer Krimipreis grazie al romanzo La morte non fa rumore, secondo capitolo della trilogia con Gereon Rath.

 

(Parte L - segue)

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