giovedì 18 maggio 2023

Nuovo Dizionoirio (LII)


Dall'A alla Z

miscellanea estemporanea e semiseria sul genere giallo/noir

ovvero il mio Dizionoirio

LII

Western (noir) I

Sono più esperto di western che di gialli (o noir). Quindi non adombratevi, voi che siete appassionati di western! Io lo sono più di voi. Li amo, ma dovevo capire. Mi sono chiarito alcuni dubbi oscuri, anzi del tutto noir!

Come alcuni autorevoli esperti, ritengo che il "noir" non sia un genere, ma un modo di narrare, sono anche personalmente (chissà che ne penseranno i soloni dell'accademia e non...) convinto, da sempre (per questo amo questi film) che il western non sia un genere, ma un'ambientazione (uno scenario) che permette un modo di narrare a forti contrasti (molto pop e molto adatto al noir!) per raccontare i conflitti sociali e delle persone, sì come singoli individui, ma universali, come maschere della tragedia greca.

L'arrivo negli USA dei transfughi dalla Germania neo-nazista (portatori del bagaglio culturale dello stile espressionista) cambiò profondamente il cinema di Hollywood. Per ultimo toccò al Western. La dimostrazione  è  Ombre rosse (Stagecoach), pietra miliare del narrare western,  prende spunto dal racconto  Boile de Suif di Guy de Maupassant, ma ha lati oscuri, prettamente noir. Fin qui niente di strano, ma è appena l'inizio!   

 

Un’altra pietra miliare è The Glass Key, racconto di Dashiell Hammett, che ispira il film noir omonimo. Pellicola di successo grazie a Alan Ladd e a Veronica Lake.

 

Anni dopo, grazie anche a un passaggio sdoganatore in Giappone (Akira Kurosawa docet: La sfida del samurai), Sergio Leone ci trae (la trama è la stessa del samurai!) il suo rivoluzionario capolavoro Per un pugno di dollari. Seguendo semplici logiche sillogistiche il film di Leone è allora un noir! Un noir metanarrato tramite gli stilemi scenografici del western.

 


 

Andiamo avanti a ricordare un'altra metanarrazione. L'uomo di Laramie, di Anthony Mann è un giallo. Non classico, ma d'azione (hard boiled? forse sì...) e anche violento, non poco.

A seguito dell'uccisione del fratello da parte degli Apache, l'ex capitano Will Lockhart, l'uomo di Laramie, indaga per cercare vendetta. Arriva, sotto mentite spoglie, a Conorado una cittadina vicino al luogo dell'eccidio, s'infiltra nel tessuto sociale e si mette sulle tracce di chi ha venduto illegalmente le armi agli indiani. Scopre subito che sul posto dominano grettezza, avidità, cinismo e  feroce, ottusa, violenza.

 


Potrebbe essere anche un noir, per i toni cupi (colori con toni ambra scura e ombre lunghe, non certo rosse!), ma la parte della detection prevale. Alla fine il protagonista fa giustiziare (occhio per occhio, dente per dente) il colpevole dagli indiani stessi.

 


Veniamo al thriller. Mezzogiorno di fuoco ne è un importante esempio. Lo sceriffo Will Kane all'inizio è tranquillo (Sì, anche lui è un esempio di rana che rischia di finire bollita!), pian piano, con l'orologio che incalza (è presente in quasi tutte le scene e la storia, come la tragedia greca, è in tempo reale) si accorge di essere solo ad affrontare degli assassini.

Non si tira indietro e  non sarà ucciso, ma getterà la stella sulla polvere e se ne andrà con la sua sposina. Fine amara e di denuncia. Un capolavoro assoluto.

In breve citiamo nel seguito quattro film che considero noir a tutti gli effetti, che sono pure in uno splendido bianco e nero!

 


Alba fatale, con Henry Fonda (1943), un noir a forte tensione psicologica. Un Legal thriller atroce. Finale per niente  consolatorio!

 

(Parte LII - segue)

(Ritorna alla Parte LI)

 
 


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