mercoledì 24 aprile 2013

La pesantezza di vivere in serie!

Montalbano è stanco


So che parlare male della fiction di Rai1 proprio oggi che s'è saputo aver fatto il record di ascolti può sembrare  sospetto o perlomeno ostentatamente controcorrente. Lo faccio lo stesso perché "me ne stracafotto": i consigli agli amici si danno anche a rischio di apparire antipatici! In ogni caso, visto che ho solo 22 lettori (mica sono Alessandro Manzoni che ne aveva 25!), nessuno m'accuserà di mania di protagonismo.
Zingaretti ha messo su una faccia tra l'imbarazzato e il sofferente, così che appare tutte le seguenti cose:
1. Stufato di mangiare arancini, trigliette all'agro o risotto al nero di seppia!
2. Non ne può più di Catarella di cui si esaltano solo i lati negativi e maldestri.
3. Non gli garba più Livia, certo è un'altra! Nella seconda puntata non è stata fatta vedere.
4. Le femmine fatali che gli mettono accanto (Straniere, ma perché? Con tutte le brave e belle attrici dialettali e no...) recitano da cani. E lui non sa come fare: invece di alzare il tono, l'abbassa.
5. Mimì, che si è fatto la permanente e stirato a lacca è una statua di cera (o di sale) ridicola.
6. Fazio non ce la fa: ci annoia! Annoia anche Salvo e si vede.
7. Troppe scene tipo "Gli intoccabili": Salvo che arriva affiancato dai suoi, ma non siamo a Chigago!
8. La vecchia Fiat Tipo s'è stufata anch'essa, perde pezzi, ma Marchionne un regalino alla Rai proprio non lo fa?
 
Salvo con gli occhiali scuri a goccia (veterofascio) alla Gianfranco Fini!? Ma via, non li metterebbe mai! Ci manca altro che alla prossima gli facciano indossare un giubbottino di renna scamosciato!
Basta Bubolove, Galinove, Volestroen o altre che parlano italiota e recitano da galline! Attrici siciliane come in passato di madre o nonnalingua!
Stendiamo allora un velo pietoso, anche su Mastro Andrea che all'inizio  cerca di dar senso a ciò che senso non ha!

giovedì 18 aprile 2013

Fumetti in giallo XXXIII)


Yellow balloons
Quando il fumetto si tinge di giallo
Trentatreesima parte


Buz Sawyer

Buz   è stato un popolare eroe creato da Roy Crane, grande innovatore di grafica e di montaggio. Dopo 25 anni dalla cessazione della pubblicazione, è ancora molto apprezzato dalla critica, mi chiedo ancora perché. Distribuito da King Features Syndicate, ha avuto un lungo periodo di pubblicazione dal 1 novembre 1943 fino al 1989: 46 anni! L'ultima striscia firmata da Crane è però del 21 aprile 1979. Quelli dopo erano surfer sull’onda del successo!

Le storie (avendo l’obiettivo di essere comiche) sono prevalentemente centrate (sia pure con risvolti avventurosi, quasi gialli  e soprattutto spionistici) sulla routine quotidiana di Buz Sawyer, pilota imbarcato su portaerei, ma molto spesso in licenza.




Avventuriero cavalleresco, Buz Sawyer è stato inizialmente (primi anni di pubblicazione)  un pilota di caccia per la US Navy nel Teatro del Pacifico della Seconda Guerra Mondiale. Come si vede dalla copertina affronta e abbatte, ovvio, gli Zero giapponesi. Quando la guerra finisce, Buz si congeda e si mette a fare il detective industriale. Più che altro un risolutore di problemi (in questi anni si ha una caratterizzazione   gialla molto spiccata delle storie) per una compagnia petrolifera. Tuttavia, la vita civile (anche per via del calo delle vendite) non si addice  a Buz più di tanto, così, nel ’50, si arruola nuovamente in Marina come pilota di jet, vivendo numerose e interessanti avventure nel periodo della Guerra Fredda.



E’, ad analizzare le tavole lo si capisce bene, più una commedia rosa ( film di riferimento: Come ho vinto la guerra o Operazione sottoveste) che un giallo avventuroso. Sono di fatto storie per famiglie.

Le tavole non sono sempre accurate. Mentre si curano molto i particolari e gli scenari bellici (aerei e navi) o quelli esotici (come nella tavola in bianco e nero sopra), quando ci sono figure spesso si tralascia lo sfondo. Sicuramente una scelta che fa risparmiare dollari e fatica!



Non mi è mai piaciuto troppo, anzi, ma di fronte a un personaggio che va avanti per 46 anni m’inchino e lo cito, pur con forti perplessità!
(XXXIII-segue)


mercoledì 17 aprile 2013

Lanterna gialla (59)

Film n. 59




Mildred Pierce ( Il romanzo di Mildred )
di Michael Curtiz
con   Joan Crawford, Jack Carson, Ann Blyth





Un noir trascinato nel melò
Il soggetto del film è tratto da un romanzo di James M. Cain (La fiamma del peccato e Il postino suona sempre due volte): credo si potesse anche far meglio! Alcuni lo considerano un noir introspettivo. Io lo vedo più melò.
Lo capirete anche dalla trama. Mildred Pierce, tornando a casa, trova sua figlia Veda con due poliziotti, i quali la informano dell'omicidio del suo secondo marito Monty Beragon.
Mildred va al commissariato.  Appena arrivata, viene subito rimandata a casa poiché la polizia ha già individuato chi potrebbe essere l'assassino: Albert, ovvero il primo marito di Mildred. I poliziotti accusano Albert pensando che abbia ucciso Monty per gelosia, ma la donna dichiara che Albert non aveva mai ostacolato la nuova relazione e perciò non può essere lui ad aver ucciso Monty.
Mildred, per convincerli, racconta ai poliziotti la sua esistenza, a partire dal giorno della separazione con Albert fino a quel momento. Flashback di quattro anni. A quel tempo Mildred abita insieme ad Albert in una casa più piccola e modesta e fa la casalinga. Suo marito è socio di un'agenzia immobiliare insieme a Wally Fay. Un giorno però l'agenzia inizia ad avere calo di vendite e così Albert decide di rompere la società con Wally, licenziandosi dal lavoro. Non appena Albert torna a casa riceve una telefonata da una sua amica. Mildred capisce che Albert la sta tradendo e così gli dà l'ultimatum: o lei, o la sua amica. Albert preferisce l'amica e perciò viene mandato via di casa da Mildred.



Rimasta sola con le figlie Veda e Kay, per poter andare avanti Mildred va a lavorare. Trova impiego in un caffè - ristorante la cui titolare è Ida Corwin, di cui diventa grande amica. Dopo mesi e mesi di intenso lavoro, Mildred e Ida decidono di aprire un nuovo ristorante. Quando acquista il locale, Mildred fa conoscenza con il proprietario dell'edificio, ovvero il già nominato Monty Beragon, un ricco possidente di terreni …
Qui mi fermo, perché è la parte più “gialla” o noir! Un film cult (la Crawford si guadagnò l’Oscar) che poteva esser un magnifico noir, ma che s’impantana spesso nel melodramma. L’ho rivisto in un’edizione non restaurata, con la pellicola tendente ormai al verde bottiglia (lo stesso verde della locandina!). Non nego il fascino, ma alla lunga mi stancava.
Voto ***1/2/5

lunedì 15 aprile 2013

Invito per tutti


Vicolo de' Bardi nella Corte dei Medici, un personaggio di un romanzo nel cuore di Montevarchi
Venerdì 19 aprile una cerimonia con lo scrittore Oscar Montani

Un secolare vicolo dell'ovale storico di Montevarchi sarà battezzato con il nome di un personaggio di un romanzo creato dalla fantasia di uno scrittore montevarchino, Oscar Montani, anagramma di Marco Santoni, autore della saga rinascimentale di mastro Bertuccio, fabbro armaiolo, narrata nei libri ''Mala tempora'' e ''Nova tempora''. Venerdì 19 aprile, alle ore 18, sarà scoperto il cartello che indica il Vicolo de' Bardi, che ormai da secoli si trova ricompreso all'interno in quella che oggi è la Corte dei Medici presso Casa Mannucci, in via Roma n.142. Alla cerimonia di carattere simbolico saranno presenti il sindaco Francesco Maria Grasso e l'assessore alla Cultura Pierluigi Fabiano. Nell'occasione si terrà l'incontro dal titolo ''Due personaggi a confronto: Berto dei Bardi, detto Bertuccio, e Idamo Butini, montevarchini immaginari del passato''. Oscar Montani presenterà così i personaggi e le visioni montevarchine dei suoi tre romanzi: quelli di ambientazione quattro-cinquecentesca, ''Mala tempora'' e ''Nova tempora'', e quello che narra una vicenda del primo Novecento, ''La ragazza dello scambio''. Lo scrittore Oscar Montani parlerà di come è vista la
Montevarchi (molto fantasiosa) di fine Quattrocento e quella (ben più reale) del 1924.

Avviso pubblicazione avvenuta


 Il romanzo è disponibile da venerdì  19 aprile.   

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Comunicato di Romano editore

Precaria Tempora di Oscar Montani – PREZZO € 13,00

ISBN: 97888963766xx

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In anteprima "mondiale" la copertina della nuova indagine di Bertuccio. Sotto la quarta di copertina con la sinossi.


Prologo

Sono Berto dei Bardi, maestro dell’arte minore dei fabbri in Monte Varchi, borgo murato del contado di Fiorenza. A Pietrasanta, in terra di Versilia, dov’ero giunto in volontario esilio per sfuggir vendette, appresi anche le tecniche delle armi da fuoco, cannoni e bombarde compresi. Qualcuno, ora, mi chiama maestro più per le armi che per vanghe o zappe. Io, che armaiolo avevo sempre desiderato d’essere, seppur di spade, mi compiaccio in silenzio.

Avevano condiviso la mia sorte d’esule tre amici molto cari: Lapo dotto speziale, Vieri possente armigero e il giovane Lippo, mio geniale allievo, che ha dato prova d’essere brillante inventore di congegni meccanici.

Un anno dopo la nostra dipartita dalla valle dell’Arno, in una ventosa mattina d’aprile del 1496, discendevamo mesti la strada lastricata di antiche pietre che scende ripida dalla Rocca dei Malaspina a Massa. Ospite alla corte del Marchese Alberico II, avevo sventato un sordido intrigo di palazzo, salvando la vita a lui e a sua moglie, la bella, fascinosa Lucrezia.

Qualche giorno prima i francesi avevano venduto Pietrasanta, l’ultimo presidio. I lucchesi avevano pagato 27 mila scudi, pretendendo, per poter incassare subito tributi e gabelle, immediato possesso. Il reggente di Carlo VIII, il Duca Francesco d’Entragues, aveva stimato che fosse giunto il momento di lasciare l’Italia. Le guarnigioni delle città di Lucca, Pisa, Pietrasanta e Sarzana, raccolte in un unico esercito, s’apprestavano ad abbandonare la terra di Versilia. Noi bisognava esser lesti a raggiungerli per imbarcarsi con loro alla volta della Provenza.


sabato 13 aprile 2013

Fumetti in giallo (XXXII)


Yellow balloons
Quando il fumetto si tinge di giallo
Trentaduesima parte


Kriminal


Kriminal fu subito apostrofato come il Re del delitto. Confesso di non averlo mai amato, mi annoiava “a morte”, ma come personaggio di gran successo del fumetto noir popolare italiano devo rendergli omaggio. Fu creato nell'agosto del 1964 da Max Bunker (Luciano Secchi, sceneggiature) e Magnus (Roberto Raviola, disegni), qui alla loro prima fortunata collaborazione artistica che avrebbe poi avuto l’apoteosi con Alan Ford




La maggior parte delle copertine sono opera di Luigi Corteggi.




Kriminal si inserisce nella noir wave del fumetto italiano inaugurata poco tempo prima con Diabolik. La coppia Max-Magnus ha saputo imporre alcune sostanziali innovazioni. La tipica atemporalità delle storie viene inoltre integrata da una trama di fondo, la vita del protagonista, Anthony Logan, che si sviluppa con nuovi particolari, albo dopo albo.


Kriminal uccide col coltello (vari tipi di lame, non sembra avere preferenze!) e, come Diabolik, ha una Jaguar, anche se di maggior classe.
Anthony Logan (in arte Kriminal)  è un fuorilegge complesso, aristocratico, e tormentato dal suo passato; decisamente fuori dagli schemi tradizionali dell'epoca in cui è stato creato. Le storie sono ambientate in un mondo “cattivo”, popolato di persone corrotte, perverse e prive di scrupoli, quasi che il contesto servisse a giustificare il protagonista. Meno male che ogni tanto si avverte un po' d'ironia e di sberleffo...

Come si può vedere le tavole sono piuttosto schematiche, certo che Magnus in questa serie non ha dato il meglio di sè. Sembrano disegni un po' troppo "alimentari" (che sa' da fa' pe' campà!)! Per la prima volta in un fumetto noir, appaiono anche scene erotiche di donne procaci e disinibite, ritratte in lingerie o addirittura completamente nude (seppure di schiena o al massimo di tre quarti!). La cosa crea un forte scandalo e Kriminal diventa oggetto di numerosi casi di censura e sequestro, a causa dei contenuti troppo espliciti per l’epoca.

Questo, come sempre accade, gli fa gioco e nonostante la qualità di trame e grafica (rispettivamente spesso banali o tirata via), ha un grande successo.  A Kriminal, al di là degli argomenti trattati e nonostante tutta la pubblicità negativa, va riconosciuto un taglio accattivante che incuriosisce e attrae il pubblico. A ciò contribuisce lo stile grottesco di Magnus, imitato anche dagli altri disegnatori della serie.
I numeri della serie ufficiale sono 419, pubblicati tra il 1964 e il 1974, con periodicità diverse. Nel 2005, in occasione del 40º anniversario dall'uscita del primo albo, sono state scritte due nuove storie: Ritorno dalla zona buia e Ritorno dalla zona buia (parte seconda), pubblicate in Max Graphic Novel. Nel 2008, queste ultime sono state ristampate insieme ad un'altra nuova storia: Ritorno dalla zona buia (parte terza).
(XXXII-segue)


lunedì 8 aprile 2013

Fumetti in giallo (speciale n. 5)


Yellow balloons
Quando il fumetto si tinge di giallo
Speciale n. 5



La "speciale": Eva Kant

Una donna davvero speciale

Non è nata come testata, ma nel tempo il suo successo è stato incontenibile. Bionda, bellissima, sofisticata, occhi verdi, la compagna del Re del Terrore appare per la prima volta  nel 1963 nell’episodio L’ARRESTO DI DIABOLIK, cinquant’anni portati benissimo. Così ce la presenta la quarta di copertina: stile ed eleganza anni sessanta.



Le sorelle Giussani sono soprattutto ricordate per aver ideato Diabolik, il personaggio più noto e celebrato del fumetto italiano, siamo nel 1962. Il loro secondo colpo di genio, per certi aspetti ancora più originale e ricco di potenziali sviluppi del primo, data marzo 1963 e si chiama Eva Kant.
Una donna icona, espressione creativa di due donne. Diversa da tutte le eroine che l’avevano preceduta e da tutte quelle che tenteranno, invano, di imitarne il fascino. Dark Lady? No, troppo lady per essere dark! Studiata a tavolino con visione marketing, nessun altro personaggio femminile ha rappresentato così puntualmente i sogni degli italiani e le aspirazioni delle italiane. Bionda, bellissima, elegante, fascinosa e ... occhi verdi, la compagna del Re del Terrore appare per la prima volta nell’episodio L’ARRESTO DI DIABOLIK.


Questa la prima di copertina. Lady Kant, vedova di tale Lord Anthony Kant, ambasciatore del Sudafrica morto in circostanze misteriose, appare dietro la lama della ghigliottina. Lord Kant è stato sbranato da una pantera, ufficialmente nel corso di una battuta di caccia. Si sospetta che, in realtà, a spingerlo nelle fauci della belva sia stata la moglie.


Eva, al suo primo incontro con Diabolik, dichiara,  vantandosene un po’, di essere una donna pericolosa, ex avventuriera ed ex spia industriale. Dimostra subito una freddezza e una determinazione pari a quella di Diabolik, salvandolo in extremis dalla ghigliottina. Quindi Eva, all’inizio è già lady  e si autocertifica dark. Il suo look (da Grace Kelly ne La finestra sul cortile) dura poco. Per star dietro all’uomo in calzamaglia nera, sempre di corsa, deve adeguarsi alla svelta!



Nel tempo, avendo saputo che la “casalinga di Voghera” poco si riconosce in lei, ammorbidirà la propria immagine con una sensualità raffinata e misteriosa, antitetica a ogni volgarità, costruendo un rapporto di coppia solidissimo, basato sulla condivisione dello stesso stile di vita del suo partner.




Per qualche anno Eva accetta un ruolo di spalla, subordinata alle decisioni di Diabolik. Ma poi comincerà un percorso di crescita che la porterà a essere sempre più autonoma, indipendente, libera. E lui le lascia sempre più spazio. Capisce quanto abbia bisogno di lei, e quanto rispetto le debba.



Sempre più spesso Eva è   il personaggio principale di significativi episodi della serie regolare (uno per tutti: L’OMBRA DELLA MORTE del 1994, in cui Diabolik è fuori causa per 100 pagine su 120).  



Cresce in sex appeal e diventa anche il testimonial privilegiato di manuali di divulgazione (Senza paura, ed. BD) di campagne pubblicitarie (Renault Twingo), videoclip musicali (Tiromancino) e mille altre iniziative.
Si noti una condizione nella tavola che segue: lei è sempre in primo piano, “lui” in secondo! Vorrà pur dire qualcosa! 



La consacrazione del successo, fu 10 anni fa,  dovuta alla conquista di una “vera” testata: nel 2003 è apparso in edicola, e con grande successo, l’albo speciale EVA KANT – QUANDO DIABOLIK NON C’ERA. Ci sono voluti decenni, ma alla fine Eva l’aveva spuntata. Anche la serie sui fumetti di la Repubblica le dedica un fascicolo a suo nome con due storie lunghe (Ricordo del passato e Professione ladra) più una brevissima (il primo colpo di Eva Kant). 

Milo Manara, con un chiaro riferimento a Sharon Stone, le dedica un poster che ne esalta il "lato oscuro"! Vi sembra troppo sexy? Ma Eva è donna sensuale, non ve ne eravate accorti. Forse è il caso che vi guardiate questa immagine.


Sembra che sia stata anche testimonial di un linea di lingerie. Come mai tanto successo? Perché, oltre che bella, è ambiziosa, testarda, pragmatica, determinata. Come, e forse più, di Diabolik.
(spec-5 - segue)

sabato 6 aprile 2013

Lanterna gialla (58)

Film n. 58





Bersaglio di notte ( Night Moves )
di Arthur Pen
con   Gene Hackman, Melanie Griffith, James Woods



Tragica indagine
La trama. Harry Moseby (Hackman), detective privato di scarso successo, è incaricato di ricercare la sedicenne Danny (Griffith), figlia di un'ex-attrice cinematografica, scomparsa ormai da una ventina di giorni. Il suo già scarso acume è ulteriormente ritardato da problemi con la moglie. Ritrova in Florida, in casa del patrigno, la disinibita fanciulla. Danny non vuole tornare dalla madre, che odia. Acconsente a farlo solo quando, durante un'immersione in mare, scopre nel relitto di un aereo, e ne rimane sconvolta, il cadavere dell'amico Marv Eckmann. Il giovane sembra vittima di un incidente, ma allorchè, qualche tempo dopo, anche Danny muore, apparentemente per disgrazia, Moseby, comincia a sospettare un oscuro collegamento tra i due fatti, senza tuttavia capire. Comincia a indagare tra le amicizie della giovane. Scopre che la ragazza potrebbe essere stata uccisa perché era al corrente di un contrabbando di opere d'arte precolombiane nel quale, oltre a Marv, sono implicati il patrigno di Danny, la sua amante Paula, un meccanico (un giovanissimo Woods) e un regista cinematografico. Tutti loro moriranno, alcuni per mano dei complici, altri a causa di Harry, ma anche lui, proprio quando riesce a vederci chiaro, finirà per lasciarci la vita.



Molto si è detto e molto si è lodato questo film. Forse troppo. Personalmente lo ritengo sopravvalutato. Quando si cerca di trovare troppi agganci e motivazioni tra le intenzioni artistiche del regista (Penn è di tutto rispetto) e la realtà che nel momento della creazione lo circonda si rischia sempre di operare con pregiudizio. Attori molto bravi (Hackman superlativo nel ruolo del perdente), regista in forma, sceneggiatura apparentemente ben costruita, ma qualcosa non funziona. Si resta appesi. La cecità (e sordità) di Harry davanti all’evidenza viene trasferita sulle scene del film, non viene fatta vedere; il regista gioca (sporco) a nascondino, per cui si resta interdetti e perplessi davanti alle “rivelazioni” finali. La suspense viene continuamente interrotta, bloccata e resa balbettante. Il titolo italiano è disastroso e fuorviante.
Voto ***1/2/5

venerdì 5 aprile 2013

Lanterna gialla (57)

Film n. 57




Insomnia ( Insomnia )
di Christopher Nolan  
con   Al Pacino, Robin  Williams



Ombra nera sulla coscienza o troppa luce?
Tutte e due. Will Dormer (Pacino) è un detective della squadra omicidi di Los Angeles che viene mandato in Alaska (un po’ lontanino, eh!) insieme ad un suo collega, Hap Eckhart, per risolvere il misterioso caso dell'omicidio di una ragazza diciassettenne, Kay Connell. Qui incontrano Ellie, una giovane appena arruolata nella polizia locale, che, fresca d’accademia, mostra un profondo rispetto per l'anziano e famoso collega, ricordando i vari casi seguiti dall'investigatore, su cui ha fatto anche la tesi di diploma.
Brutto momento per i due poliziotti: stanno subendo un'indagine interna per aver fatto condannare con prove false un uomo accusato di pedofilia pur realmente colpevole. Eckhart è deciso a patteggiare, mentre l'amico cerca di dissuaderlo, sapendo che questo potrebbe implicare la fine della sua carriera professionale a causa di un gesto in fondo giusto anche se illegale.
Iniziano le indagini congiunte: esaminano il cadavere e l'abitazione della giovane, poi ne interrogano il fidanzato Randy (che la picchiava). La ragazza aveva litigato con lui la sera del delitto, e si è a conoscenza del fatto che aveva una relazione con un altro uomo; per questo i sospetti cadono sul giovane. …
Non starò a raccontare troppo, anche se le carte si scoprono abbastanza presto: Dolmer arriva a Walter Finch ( Williams) a meno di metà film e il poliziesco cangia in thriller. Gli ingredienti (rimorso, nebbia, sospetto, luce e insonnia straniante) si mescolano sapientemente. La fotografia densa di colori gelidi aiuta a raggiungere l’effetto suspense. Una nota: i tentativi di Dolmer di far buio nella camera d’albergo introducono anche effetti claustrofobici!
Un bel film che trasmette angoscia e che certo non fa dormire! Al Pacino, pur istrione (è sua natura dopo Coppola), risulta convincente. Williams nel ruolo dello psicopatico (non è la prima volta) ci sguazza come una papera nello stagno: si diverte.



Il finale ricco di tensione è catartico e riporta la pace nell’animo del protagonista, disteso su un pontile in attesa di, forse tardivi, soccorsi medici.
voto ****/5