domenica 7 febbraio 2016

Sceneggiati in giallo (06)


Sceneggiati in giallo e nero  
Un morto al giorno ... ma che sia italiano!
Mini rassegna storica e critica della fiction seriale "italiana DOC"
(06)


E' giallo si fa sera: da padre Tobia a don Tonino e poi Sarti Antonio 1973 - 91


A parte Il commissario De Vincenzi, serie di spessore socio politico, il giallo leggero, impalpabile, direi paglierino (soprattutto dopo averlo visto) diventa nel ventennio '70 -  '80 una costante voluta per far dimenticare alla gente  le turbolenze sociali e criminali di quegli anni. Altro che noir, siamo quasi al rosa dolce e miele! Qualche giornalista Rai, improvvisatosi esegeta dei tempi, leggi critico facilone di quelli che giravano da porta a porta, affermava (aizzato da qualche politico benpensante) che i tempi erano anche frutto dei film "poliziotteschi"! Date queste premesse non c'è da meravigliarsi che il giallo tv italiano doc producesse Padre Tobia e i seguenti di cui, mio malgrado, devo parlare!
I ragazzi di padre Tobia serie per la TV dei ragazzi  fu ideata da M. Casacci e A. Ciambricco (una scesa agli inferi della banalità degli autori del tenente Sheridan), fu trasmessa tra il '68 e il '73. Silvano tranquilli è  PadreTobia. Non piacque neppure ai ragazzi.
Sempre del 1973 è Serata al gatto nero con Armando Francioli. Un giallo soft thriller ambientato a Montecarlo. Da dimenticare.
Chi ? Con quiz gialli i telespettatori, nel   '76 e nel '77, seguono le indagini del commissario Serra (Alberto Lupo) che si alterna al commissario Cremonesi (Nino Castelnuovo). Indagheranno insieme per il quizzone della 13esima puntata.


Sarti Antonio Brigadiere è del 1978. Miniserie con Flavio Bonacci tratta dai bei gialli di Loriano Macchiavelli; è da citare solo per testimoniare che la RAI ci aveva già provato con il Sarti. Un passo falso e un'offesa all'opera di Macchiavelli. Meno male che "mammarai" non si arrese.
Così per gioco, ancora quiz nel 1978. Mariano Rigillo è il commissario Selvaggi. E non la smetterono più coi quiz! Fermate il colpevole nel 1979 e nel 1980 Scacco matto. Finché non si torna alle origini con Giallo sera nel 1983. E' una brutta copia di Giallo Club e Renzo Palmer non ha certo le physic du rôle di Ubaldo Lay! Produzioni che passano lisce nelle menti assonnate dei telespettatori, serie che è meglio dimenticare, solo l'oblio può salvarle.


 

Un po' meglio, ma proprio un po', e solo per la simpatia giovanile degli interpreti (poi si son guastati), è Don Tonino del 1988.  Andrea Roncato è un prete detective credibile e Gigi Sammarchi un commissario accettabile. Insieme si trovavano a indagare su casi misteriosi. La regia era di Fosco Gasperi. In totale gli episodi tra prima e seconda stagione furono 14 da 100 minuti ciascuno. prepararono il terreno per Don Matteo, ma anche per Sarti Antonio.


Con Sarti Antonio, questa volta ispettore, interpretato magistralmente da Gianni Cavina arriviamo al 1991. Un risultato che rappresenta un traguardo importante.
Sarti Antonio è stato per anni "un personaggio in cerca d'attore". Dopo alcuni brevi tentativi con scarsa audience arriva  L'ispettore Sarti - un poliziotto una città. E' titolo di una serie ambientata a Bologna che sarà piuttosto lunga: 20 episodi tratti dai romanzi e dai racconti di Loriano Macchiavelli.

Le sue indagini vanno in onda a partire dal 1991.




Il personaggio diventa finalmente molto noto al grande pubblico televisivo grazie a Gianni Cavina, è perfetto come Sarti Antonio, sergente, già apparso in TV nel 1978, ma che nessuno ricorda. Ancor prima di entrare sul campo è promosso, per motivi di marketing (colpa di Gino Cervi, commissario, o di Sheridan , tenente?) ispettore (poco credibile questo, visto il tipo!) dagli sceneggiatori di Rai2.

Raggiunge finalmente alti indici di gradimento. Nel 1978 c'era stato un primo film per la TV, suddiviso in 4 puntate, poi un film vero e proprio – in anteprima al festival di Locarno nel 1985 e in TV (RAIUNO) nel 1988 – per la regia di Guido Ferrarini. Non lasciarono traccia, anzi impronta.




Dopo lunga riflessione fu scelto Gianni Cavina: perfetto il suo sguardo un po' vago! La nuova serie di telefilm, con la regia di Maurizio Rotundi, andò in onda in due trance in due trance, rispettivamente, dal 12 febbraio al 7 maggio del 1991 e dal 3 maggio al 14 giugno 1994.
Si comincia il 12 febbraio 1991 con L’inquilino americano, tratto dal romanzo Sarti Antonio e l’amico americano.    



Ma voglio prendere spunto dal primo romanzo, anche se nella cronologia della fiction  viene al trasmesso alla settima puntata: Fiori alla memoria. La sceneggiatura della fiction lo ha cambiato un po': motivi di durata e continuità dei personaggi  Nella foto, dietro il cancello, vedete insieme i tre personaggi fissi della serie: Rosas (sagace studente anarchico, qui molto invecchiato), Leda (la donna di Sarti, qui molto più giovane) e Sarti Antonio, lui medesimo. 
Questa la trama "letteraria". A Pieve del Pino, un paese dell'Appennino tosco-emiliano, si sta erigendo un monumento ai Caduti partigiani. Un incendio doloso distrugge parte del cantiere: un attentato dei fascisti? Dell'indagine viene incaricato Antonio Sarti, colitico sergente della questura bolognese. Subito la situazione precipita: malgrado la sorveglianza, sul monumento appare una scritta inneggiante alla destra. E lì vicino viene trovato il cadavere di un giovane del paese. Che si tratti di delitto a sfondo politico?




Antonio Sarti si incaponisce per cercare la verità. Indaga maldestramente. Qui sopra cerca le confidenze sessuali di una delle "signore" libere del paese. Non fa progressi, inciampa incerto. Se vuole trovare il bandolo, dovrà compiere un lungo viaggio e farsi aiutare dallo studente anarchico Rosas. Nella fiction la figura di Rosas, ben rappresentata nel fumetto, è un po' addomesticata.




Ogni episodio dura un'ora secca, inserto pubblicitario compreso (57'+3'). Alla Perry Mason, tanto per intenderci. Cavina appare credibilmente imbranato, poco intelligente, ostinato come una capra, ingenuo e, per certi aspetti, credulone. Alla fine, dopo l'ennesima tazzina di caffé, il mistero viene risolto, ma lui è l'ultimo a capire. Capisce anche , e ce lo fa notare, che ci terrebbe parecchio a risolvere per primo l'enigma, ma si deve accontentare che lo facciano altri.

(06 - segue) 



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