Storia
semiseria e maliziosa del genere giallo
alla
ricerca dei motivi sociali di un'esplosione letteraria
(parte
II)
L'Hard Boiled
Dopo aver letto
anche le prime righe di questa seconda parte non dovete pensare che io sia un maschilista e che, sotto, sotto, ce l'abbia con le donne. Niente vero: non sono un reduce dalle Ardenne o dal Pacifico, sono solo
uno storico dilettante alla ricerca delle verità più scomode e più nascoste. Celate nella mente degli autori. Sono convinto che anche l'hard boiled sia nato per colpa di una donna, anzi di due o meglio di
molte donne che avevano acquisito un ruolo più attivo. Procediamo con ordine.
La prima è una donna
alternativa: Anna Kuliscioff. Italo russa esponente internazionale del
movimento delle suffragette, anarchica, rivoluzionaria, medico (come Conan
Doyle: come osava?) e esponente di spicco e fondatrice del Partito Socialista
Italiano.
Le suffragette tra
il 1905 e il 1914 erano amolto attive e stavano ottenendo i loro
obiettivi. Attuarono azioni
dimostrative, incatenandosi a ringhiere, incendiando le cassette postali,
rompendo finestre e così via.
Una suffragetta,
Emily Davison, morì durante i disordini al Derby di Epsom del 1913, e le venne
dedicata una edizione speciale del quotidiano The Suffragette. Molte
vennero incarcerate e iniziarono lo sciopero della fame emulando Marion Dunlop,
la prima suffragetta ad attuare tale forma di protesta. In vari casi vennero
sottoposte ad alimentazione forzata.
Poi scoppiò la
guerra e un'altra donna salì sulla scena, la seconda: la femme fatale.
Mata Hari (Margaretha
Geertruida Zelle),
non era certo una suffragette! Danzatrice
falsamente esotica e molto erotica, fu agente segreto olandese
e fu condannata a morte per la
sua (presunta) attività di spia durante la Grande
Guerra. Per questo motivo divenne un mito e anche l'archetipo della donna
perditrice di uomini e destini.
Ma non tutte le
donne danzavano mezze nude. Durante la guerra tantissime furono chiamate ad
affiancare e in molti casi anche a sostituire gli uomini in una vasta gamma di
occupazioni: moltissime vennero impiegate nell’industria bellica,
le crocerossine fornirono assistenza ai soldati,
altre confezionavano da casa indumenti da inviare al fronte. Lavorarono come braccianti
agricole, cuoche, medici, telegrafiste, dattilografe, macchiniste e poliziotte,
continuando nello stesso tempo a svolgere le mansioni domestiche.
In alcuni casi
straordinari servirono anche come combattenti.
Fu una vera e propria rivoluzione quella che si verificò nelle relazioni fra
generi, in una società in cui il lavoro delle donne (soprattutto quelle di
classe agiata) costituiva ancora un’eccezione. Grazie alla guerra furono messi
in discussione modelli di comportamento fino ad allora ritenuti immutabili e
gerarchie e distinzioni che sembravano ormai fortemente consolidate.
La Grande Guerra
attuò più cambiamenti delle lotte delle suffragette. Alla fine niente tornò
come prima, le donne s'erano ormai emancipate o, perlomeno, avevano capito che
col lavoro si poteva acquistare un po' di libertà.
Gli uomini
nicchiavano, ma non approvavano. Più che una maggioranza silenziosa era una
maggioranza borbottante, in modo non troppo sommesso.
Dopo
dieci anni di malumore e borbotti arriva Il falcone maltese (The Maltese Falcon), di Dashiell Hammett. E' il primo un romanzo giallo (in Italia nello
stesso anno fu coniato il termine) hard boiled. Pubblicato in cinque puntate sulle pagine
della rivista Balck Mask dal settembre 1929
al gennaio 1930, fu edito per la prima volta in volume unico sempre nel
1930 dalla casa editrice Knopf.
Il genere hard boiled è un'evoluzione del
genere poliziesco o detective fiction e si distingue dal giallo classico
(anche quello deduttivo) per una rappresentazione realistica del crimine, della
violenza e del sesso. Negli Stati Uniti, terra di nascita. l'originario stile hard
boiled è stato ripreso da innumerevoli autori.
Dashiell Hammett è considerato il fondatore della
"scuola dei duri", ( il poliziesco hard boiled americano)
caratterizzata da uno stile di scrittura asciutto, da personaggi cinici e da
trame complesse al limite del razionale. Perfetto esempio è proprio Il falcone
maltese, che vede l'esordio di Sam Spade, detective privato amato da
generazioni di lettori nonché probabile alter ego dell'autore.
Sam è importante, ma ancora di più lo è, per la nostra
tesi, il personaggio di Bridgid O'Shaugnessy, la prima dark lady dell'hard
boiled (e poi del noir). Questo "personaggio" di donna infida
e ambigua, riassume in se il sentimento di astio verso le emancipate e le
fatali che provavano gli uomini del tempo. Ma fu solo l'inizio.
Con la seconda guerra mondiale le cose peggiorarono.
L'impegno bellico fu assai più gravoso e le donne americane furono assai
impegnate nello sforzo bellico. La figura della dark lady entrò a far parte dei
personaggi canonici dell'hard boiled e del noir.
Norma Desmond, Mrs Grayle, Evelyn Cross Mulwray e Jessica
Rabbit, alcuni dei nomi più famosi. Una
specie di maschera del teatro tragico greco: alla fine moriva sempre di morte
violenta, tra la soddifazione degli uomini frustrati e la compiacenza delle donne benpensanti, e bruttine!
Ma non durò. Si formò un'altra corrente di pensiero: sulla scena entrò non una qualsiasi, per rimettere le cose a posto
(ignorando le migliaia di reduci abbandonati o cornificati dalle consorti o dalle
fidanzate) doveva essere la moglie a prevalere dopo aver molto sofferto. Nacque così il thriller,
argomento della prossima puntata.
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