giovedì 25 gennaio 2018

Serial TV (1-10)


Indagini seriali in TV
Serie gialle, noir e thriller della TV
(1-10) 


Fred Vargas - Crime collection ovvero le strambe divergenti indagini del commissario Jean-Baptiste Adamsberg



Cinque appuntamenti con l'eroe - antieroe protagonista dei romanzi di Fred Vargas, un detective dal fine intuito e dai metodi investigativi poco procedurali.
Jean Baptiste Adamsberg, soprannominato dalla sua creatrice (per bocca dei coprotagonisti) “lo spalatore di nuvole”, è alle prese con gli efferati delitti di una Parigi nera e misteriosa, e dovrà fare i conti con un passato popolato da fantasmi.
Sceneggiata da Emmanuel Carrere, la serie "Fred Vargas: Crime Collection" si gioca guest star internazionali del calibro di Jeanne Moreau a Jean-Pierre Léaud, fino a un'indimenticabile Charlotte Rampling. 

Ma, come dice il saggio, "A volte si farebbe meglio a star fermi!" Le vicende del singolare poliziotto para sensitivo, ideato dalla scrittrice francese Fred Vargas,  e dei suoi colleghi del 13° arrondissement di Parigi sono state riversate (spalate direi) sul mini schermo TV in quattro film (cinque puntate), tra il 2008 e il 2010. Il ruolo del protagonista è stato interpretato da Jean-Hugues Anglade. 

Lui ce la mette tutta (invece di limitarsi a camminare, addirittura corre! Ha una giubba, l'indossa sempre, col cappuccio che spunta dal colletto... fa molto squallor...), ma se non fosse accaduto forse era meglio!

A che il suo vice, Danglard, interpretato d Jacques Spiesser risulta poco centrato. Di fatto non viene introdotto per dar posto al personaggio della Retancourt che appare nella prima puntata (Sotto i venti di Nettuno: che sarebbe il quarto romanzo!) e anche nella seconda. Al romanzo "canadese" sono stati dedicati 167 minuti mentre agli altri a seguire solo 85!. Reatancourt è n personaggio marginale (funzionale per la sua statura solo in Canada) a cui si da troppo spazio.
Raccontare un romanzo della Vargas in soli 85 minuti è impresa da conserve di pomodoro Cirio! Si perde il flavour. Inoltre uno sceneggiatore perde la testa!


Il personaggio del commissario J.B. Adamsberg è molto affascinante, intrigante per i suoi tanti lati oscuri; lo ritengo difficile da trasporre in TV poiché le sue indagini sono spesso "interiori", nascono da profonde riflessioni che deviano dal corso principale dei suoi pensieri per andare a "spalare nuvole" e giungere poi alla conclusione dell'indagine che emerge lentamente magari attraverso piccoli particolari apparentemente estranei all'indagine stessa, ma che son frutto della sua abduzione!
Adamsberg vive e lavora a Parigi, ma (sulle tracce di Maigret) le indagini spaziano in Francia, nel resto d'Europa e persino in Canada. Nell'adattamento, per ovvi motivi di durata e semplicità, si è cercato di mantenere la storia il più fedele possibile ma, ovviamente, i romanzi sono stati fortemente asciugati andando, disgraziatamente, a privilegiare le parti maggiormente di azione. 

Alcuni personaggi, rilevanti nei libri, spariscono o assumono poca rilevanza (Veyrenc e Danglard su tutti: un disastro insomma!), mentre altri, come il fidato braccio destro di Adamsberg, Danglard, hanno mantenuto, si fa per dire, una fedeltà accettabile. Con Camille poi... l'inversione temporale fa sì che veramente ci si chieda (addirittura!) chi sia.
per cui se non l'avete visti avete due possibilità: dimenticare i romanzi oppure ricordarli bene.
Con la prima modalità d'ascolto non ci capirete niente, con la seconda detesterete la fiction! Fidatevi io i romanzi li ho letti anche in francese!
Voto ***/5

mercoledì 24 gennaio 2018

I Grandi del Rinascimento e Bertuccio (III)


I Grandi, amici di Bertuccio
Personaggi incontrati da Berto dei Bardi


(Parte III)

La rassegna continua nel 1495. Lo scenario è ora la Versilia. Bertuccio s'è rifugiato a Pietrasanta dove fa esperienze come maestro nella costruzione di cannoni.


Il romanzo di riferimento è Nova Tempora.

Ludovico Ariosto
Ludovico Ariosto (Reggio nell'Emilia, 8 settembre 1474 – Ferrara, 6 luglio 1533) è stato un poeta e commediografo italiano, autore dell'Orlando furioso (1516-32). È considerato uno degli autori più celebri e influenti del suo tempo. Le sue opere, il Furioso in particolare, simboleggiano una potente rottura degli standard e dei canoni epocali. 


La sua ottava, definita "ottava d'oro", rappresenta uno dei massimi della letteratura pre-illuminista.
Bertuccio lo incontra a Pietrasanta all’inizio dell’estate del 1495.
Da Nova Tempora
Padri e figli
La forza delle armi
(Hacquebuche, couleuvrine et canon: metà 1495)
« … Stavo per iniziare la colata del piombo, quando sulla porta della bottega si affacciò un giovane alto e di nobile aspetto. Salutò con modi gentili. Vestito da ufficiale, ma con un cappello ornato da piume un po’ all’antica che lo facevano apparire  un poeta cortese, di quelli che ancora si vedevano girare per i castelli della campagna con a tracolla un liuto o una mandola. … ».
Baccio da Montelupo
Baccio da Montelupo  (Montelupo Fiorentino, 1469 – Lucca, 1523 circa) è stato uno scultore italiano.
Nato da famiglia di modeste condizioni sociali a Montelupo Fiorentino, frequentò forse le botteghe ceramiche del suo paese natale, per poi trasferirsi a diciotto anni a Firenze per intraprendere la carriera di scultore, dove frequentò la scuola d'arte del giardino di San Marco, diretta da Bertoldo di Giovanni su incarico di Lorenzo il Magnifico.
Baccio era Maestro nel far gruppi di terracotta, "compianti" del Cristo morto.
Nella stessa prestigiosa scuola studiava per esempio un giovanissimo Michelangelo, che divenne suo stretto amico.
Bertuccio lo incontra a Montelupo. Baccio deve accompagnarlo a Montevarchi per, in qualche modo, coprirgli l’identità. E’ l’autunno del 1595.
da Nova Tempora
Nonni e nipoti 
La forza delle idee
(Ossa, foeda hirudo monstrum et sulfureus vapor: fine 1495)
« … Giungemmo in vista di Montelupo che le campane di una chiesetta solitaria a mezza costa di un’erta collina avevano appena battuto la sesta. Per arrivare alla  casa di Baccio dovemmo aggirare un piccolo colle e il borgo; l’ultimo tratto di  sentiero era scosceso e pieno di buche. La casa, in pietre d’arenaria tamponate malamente con pezzi di mattone, era davvero semplice. Due porte: quella di casa e quella della stalla. Sopra l’abitazione: due, forse tre camere e la cucina. Baccio, alto e corpulento, ci aspettava sull’uscio della stalla già pronto a partire: avvolto in un mantello in mezzo a tre cavalli sellati legati a rozzi ganci di ferro ficcati nel muro. … »
Giuliano da San Gallo
Giuliano Giamberti da Sangallo (Firenze, 1445 – Firenze, 1516) è stato un architetto, ingegnere e scultore italiano. Tra i migliori continuatori di Brunelleschi ed Alberti nella seconda metà del XV secolo, fu architetto prediletto di Lorenzo il Magnifico, pioniere nello studio delle antichità classiche, progettista di opere assunte come modello nelle linee di ricerca dell'architettura rinascimentale.


Sprattutto fu innovatore nell'ingegneria militare.
Bertuccio lo incontra a Pietrasanta nella primavera del 1496.



Da Nova Tempora




Spose, mariti e amanti

La forza dell’amore

(Nula res no i pot pro tener, silh voluntatz non es egaus: inizio 1496)



« … I due stranieri arrivarono a piedi conducendo i cavalli per la briglia attraverso la gente del mercato che ormai stava per finire. Lippo, appena capì che erano diretti alla nostra bottega, posò il martello con cui ribatteva la lama di una falce e uscì loro incontro. Il più anziano dei due, alto e robusto, vestiva di nero con sobria eleganza: dal colletto spuntava una strana camicia bianca con lunghi laccioli a nastro di foggia francese. Nera anche l’ampia berretta da pittore che faticava a contenere la folta chioma di lunghi capelli brizzolati. …»
Niccolò Machiavelli
Niccolò di Bernardo dei Machiavelli (Firenze, 3 maggio 1469 – Firenze, 21 giugno 1527) è stato uno storico, scrittore, drammaturgo, politico e filosofo italiano.
Come Leonardo, Machiavelli è considerato un tipico esempio di uomo rinascimentale. Questa definizione – secondo molti – descrive in maniera compiuta sia l'uomo sia il letterato più del termine machiavellico, entrato peraltro nel linguaggio corrente ad indicare un'intelligenza acuta e sottile ma anche spregiudicata.


Machiavelli è inoltre considerato, grazie alla sua opera più famosa, il fondatore della scienza politica moderna.
Bertuccio lo incontra a Pietrasanta nella primavera del 1496: è col San Gallo. Gli fa da segretario e contabile.


da Nova tempora




Spose, mariti e amanti

La forza dell’amore

(Nula res no i pot pro tener, silh voluntatz non es egaus: inizio 1496)



« … L’altro, un giovane più piccolo e magro dal portamento ardito, aveva  una lunga gabbana da gabelliere e  un berretto da studente. Mi colpì lo sguardo arguto e saettante; gli occhi ficcati come spilli nel volto ossuto, gli rendevano fine, ma ambiguo, il sorriso. Per lui non si poteva parlar di capelli, erano tagliati talmente corti che la sua piccola testa sembrava un nero bruschino da lavandaia. …)
Nella prossima puntata ci spostiamo a Sarzana e poi andremo in Francia, Pirenei del sud. Terre dei Catari.
(III - segue)

I Grandi del Rinascimento e Bertuccio (II)


I Grandi, amici di Bertuccio
Personaggi incontrati da Berto dei Bardi



(Parte II)

Continuiamo nella nostra carrellata.  Siamo ancora  a ricordare gli incontri di mastro bertuccio in Mala Tempora.

Bertuccio (nel 1494) è sollecitato da Don Lorenzo, Priore della Collegiata, per via del costruendo tempietto robbiano ad andare a Firenze per studiare la fabbrica dei Della Robbia al cantiere di Santa Maria Novella. Una Firenze già messa in agitazione dai ragazzi e dai “piagnoni” del Savonarola. …



Andrea della Robbia




Andrea della Robbia (Firenze, 1435 – Firenze, 1525/1528) è stato uno scultore e ceramista italiano. Era nipote di Luca della Robbia, ovvero figlio di suo fratello Marco, fu come lui specializzato nella tecnica della ceramica policroma invetriata, inventata proprio da suo zio.

Portò a grandissima diffusione l'arte della terracotta invetriata diventando il capobottega dell'officina ereditata da suo zio. A differenza del famoso predecessore, non era però propriamente uno scultore e si ispirò più alla pittura contemporanea che alla scultura, come la bottega di Verrocchio e i suoi allievi.


Bertuccio lo incontra a giugno del 1494 a Firenze e ne apprezza l’arte, la tecnica e anche la misurata saggezza politica.

da Mala Tempora
Non ci resta che piangere
(Apologeticus de ratione poeticae artis: estate 1494) 


 << ... Mastro Andrea, seduto su uno scranno di quercia, ci ascoltava severo e serio. Non ci aveva interrotto neppure un momento. Ad un certo punto mi fece cenno di fermarmi. Senza nulla dire mandò un servo a chiamare mastro Brandino alla fabbrica. Nell’attesa si mise a camminare in su ed in giù per la sala. Io ero seduto su una panchetto, ma mi sembrava la graticola di san Lorenzo. Filippino, eretto sul suo panchetto con sguardo limpido e fiero, cercava di darmi sostegno. ... >>



Filippino Lippi




Filippo Lippi, detto Filippino Lippi per distinguerlo dal padre (Prato, 1457 – Firenze, 1504), è stato un pittore italiano.

Dal suo maestro Sandro Botticelli riprese lo stile lineare, ma lo usò per creare opere in cui risaltasse il carattere irreale della scena con figure allungate e scene ricche di dettagli fantasiosi. Dopo un viaggio a Roma compiuto tra il 1488 e il 1492, dove studiò i monumenti antichi e gli affreschi di Pinturicchio, riportò a Firenze il gusto per la decorazione a grottesche, che ne suoi dipinti divenne decorazione "animata", misteriosa, fantastica e inquietante, legandosi al clima di crisi politica e culturale della Firenze di Girolamo Savonarola.

Bertuccio (*) lo incontra a Firenze a giugno 1494 e condivide con lui una stanza nel palazzo degli Adimari.


(*) Curiosità: alcuni critici d'arte sostengono, sbeffeggiati, che gli autoritratti di Filippino non siano altro che i ritratti di Bertuccio. Noi non ci esprimiamo, ma la cosa ci garberebbe parecchio!



da Mala Tempora


Non ci resta che piangere


(Apologeticus de ratione poeticae artis: estate 1494)


« … Mancava  ancora un po’ a compieta: mi dettero un tocco di pane e  mi pregarono di aspettare. Ero seduto davanti alla sagrestia a testa bassa a sbocconcellare il pane, quando sopraggiunse un giovane cavaliere. Lo capii dagli stivali, la prima cosa che vidi di lui. Avrà avuto più o meno la mia età, capelli neri lunghi, mossi quasi ricci. Sguardo fiero e mascella forte, mi sorrise con composta gentilezza.

<< Voi siete il fabbro venuto da Monte Varchi? Vi piace Firenze? A me tantissimo: non ne potevo più di stare a Roma. >>

<< Pittore a Roma? >>

<< Sì, sono pittore, ma non di Roma. Ci ho lavorato un po’... troppo! … »





Leonardo da Vinci






Leonardo di ser Piero da Vinci (Vinci, 1452 – Amboise, 1519) è stato un pittore, ingegnere e scienziato italiano. Uomo d'ingegno e talento universale del Rinascimento, incarnò in pieno lo spirito della sua epoca, portandolo alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell'arte e della conoscenza. Si occupò di architettura e scultura, fu disegnatore, trattatista, scenografo, anatomista, musicista e, in generale, progettista e inventore. È considerato uno dei più grandi geni dell'umanità.

Bertuccio, all’inizio dell’autunno 1494, gli ripara la carrozza e lo accompagna ad Arezzo a cavallo. Questo l'incontro:

da Mala tempora

Penitenziagite!

(Ad procurationem caritatis et amoris et concordiae: autunno 1494)




« … Il cocchiere scese svelto,   spalancò la porta e la fissò sul bordo con un correggia. Appoggiò la mano allo stipite e stese il braccio a mo’ di ringhiera per aiutare il passeggero. Ne discese un uomo coi capelli e la barba molto lunghi e già quasi completamente bianchi. Lo straniero sembrava zoppicasse, ma forse era solo indolenzito. Si stirò più volte. Fece due passi avanti fin sotto la tettoia, inarcò ancora la schiena e si guardò intorno fermandosi a valutare ogni strumento, piccolo o grande che fosse. Finito l’esame, mi fissò.

<< Bella bottega, con tanti attrezzi. Voi siete il fabbro? >>

<< Mastro Bertuccio, per servirvi. >>

<< Sapreste aggiustare quella cinghia di sospensione? >> … »



Leonardo progettò un piccolo trabucco per aiutare Bertuccio!

Luca Signorelli




Luca Signorelli, pseudonimo di Luca d'Egidio di Ventura (Cortona, 1445 circa – Cortona, 16 ottobre 1523), è stato un pittore italiano.

Bertuccio, all’inizio dell’autunno 1494, è ad Arezzo con Leonardo. Aspettandolo capita nella bottega di Luca. Un incontro fugace.




da Mala tempora

Penitenziagite!

(Ad procurationem caritatis et amoris et concordiae: autunno 1494)



<< ... L’artista a questo punto mi vide. S’incupì. Lo sguardo pieno di sospetto. Si avvicinò.

<< Voi, messere, cosa desiderate? >>

<< Scusate, non volevo disturbare la vostra lezione... anzi, confesso che mi piaceva ascoltare. >>

Non era persona sensibile alle lodi di uno che veniva dalla campagna.
<< Non mi sembrate giovane e neanche pittore; almeno a giudicare dalle vostre vesti, e ormai il danno è fatto. Ditemi. >>
<< Sto cercando mastro Jacopo di Cino. Mi hanno detto che lavora per voi, ma... >> mentii << ... tra tutti questi giovani, non riesco a vederlo. >>
Mastro Luca scosse la testa.
<< Lavorava con me fino a un anno fa. Poi ha accettato un lavoro e si è trasferito a Orvieto ... >>

martedì 23 gennaio 2018

I Grandi del Rinascimento e Bertuccio (I)

I Grandi, amici di Bertuccio
Personaggi incontrati da Berto dei Bardi
Ho ripreso a scrivere di Bertuccio (*). Ho dovuto incontrare di nuovo i suoi amici (rileggendo i romanzi). Per ricordare come li trattava, per verificare ...

(Parte I)
Mastro Bertuccio, fabbro ferraio e armaiolo del Rinascimento, vive nel mito di Dante. Conosce a memoria quasi tutta la Commedia e ogni tanto lo dimostra recitando i versi con precisione e pertinenza.  Nel corso delle sue avventure (tre romanzi, presto quattro), ha la fortuna di incontrare molti dei grandi personaggi del suo tempo. 
Li conosce quando sono giovani o in un periodo d’ombra, loro, affascinati da questo "uomo nuovo",  lo aiutano a risolvere misteri. Lui, che è pur sempre un Maestro, insegna loro il buon senso pratico esercitato con sagacia in un’arte minore. Bertuccio assimila il loro sapere, i Grandi saggezza e pragmatica. Uno scambio alla pari? Sarà la storia a stabilirlo, non quella con la “S” maiuscola, però! 

(Mala Tempora Marco del Bucchia ed.(2009),  

Nova Tempora Romano ed. (2011),

Precaria Tempora Romano ed. (2013),



Magica Tempora  - caosfera ed. (2019).  
Sono i 4 romanzi citati. In appendice parleremo anche del nonno di Bertuccio, Niccolò, anche lui ha fatto importanti incontri.

Cominciamo con Mala Tempora.
Luca Pacioli
Luca Bartolomeo de Pacioli o anche Paciolo (Borgo Sansepolcro, 1445 circa – Roma, 19 giugno 1517) è stato un religioso, presbitero e soprattutto grande matematico italiano. E’  autore della Summa de Arithmetica, Geometria, Proportioni e Proportionalità e della Divina Proportione.

Bertuccio lo incontra a Montevarchi nel dicembre 1493. Luca, di passaggio per andare a Milano, lo aiuta a condurre un’indagine “amministrativa” che fa emergere elementi utili per risolvere il caso dell’assassinio di una fanciulla.


da Mala Tempora

La forza dei numeri

(De viribus quantitatis: inverno 1493)


« … Il monaco, arrivato da Borgo Sansepolcro, stava aspettando di esser chiamato a Fiorenza per incontrare in gran segreto dei messi di Giangaleazzo, per un incarico all’Università di Milano. Io l’avevo saputo in confidenza da don Lorenzo che, seppure a stento, sa mantenere solo i segreti della confessione. Vedendomi interessato alla Summa di frate Paciolo, mi aveva raccontato che Ludovico detto il Moro, in procinto d’ottenere la reggenza, avesse manifestato la volontà di   avere Paciolo a Milano  ad insegnare la matematica. Il frate, dopo aver pubblicato una Summa era considerato illustre matematico, ma anche un maestro dei numeri nel tenere il conto dei debiti e dei crediti. … »
Michelangelo
Michelangelo Buonarroti (Caprese Michelangelo, 6 marzo 1475 – Roma, 18 febbraio 1564) è stato uno scultore, pittore, architetto e poeta italiano. Protagonista assoluto del Rinascimento italiano, fu riconosciuto già al suo tempo come uno dei più grandi artisti di sempre.

Bertuccio ha la fortuna di diventarci amico a Montevarchi (Michelangelo era scappato dalla corte di Piero dei Medici) durante la festa per la primavera del 1494. Insieme vanno a trovare Marsilio Ficino a Figline Valdarno: un altro incontro risolutivo. 

da Mala Tempora

Ciascun suoni, balli e canti!

(De vita coelitus comparanda: primavera 1494) 


« … S’era aggiunto a noi, invitato da Isidoro, un giovine ispido e nerboruto, giunto la sera avanti da Firenze: “E’ solo, portiamolo con noi, che alla festa grande non vuol farsi vedere!” Il mio amico non aveva voluto lasciarlo solo a intristire nella desolazione della taverna deserta. Sapeva che era un artista, uno scultore scappato di nascosto da Firenze. Non per aver commesso delitti, o per fuggire mariti e neppure amanti:  per non dover, di nuovo, dar retta alle strambe richieste di Piero dei Medici. Tutti ormai lo chiamavano “il fatuo”: tant’è che a questo Michelangiolo, qualche settimana prima, aveva fatto scolpire una statua di neve.


Il giovane   doveva aver meno di venti anni: come tale m’era parso timido e schivo. … »


Marsilio Ficino



Marsilio Ficino (Figline Valdarno, 19 ottobre 1433 – Careggi, 1º ottobre 1499) è stato un filosofo, umanista, medico e astrologo italiano. Era anche sospettato (e creduto) mago.
Bertuccio lo conosce a primavera del 1494, oresso la sua casa di Figline Valdarno per un caso di sospetta magia nera. (Mala Tempora). Lo incontrerà di nuovo (chiamato proprio dal grande uomo di medicina) nel 1495 per sventare un caso di sospetto vampirismo. (Nova Tempora)



da Mala Tempora

Ciascun suoni, balli e canti!

(De vita coelitus comparanda: primavera 1494)



« … Marsilio Ficino, avvertito da un servo, ci aspettava nel suo studio: un misto tra uno scriptorium ed un laboratorio da alchimista. Sopra un ampio ripiano c’erano due farmacie portatili - per portar soccorso a infermi che era pericoloso muovere -  tutte e due molto più fornite di quella che aveva Jacopo.  Su un ripiano sottostante erano esposte delle pastiglie di terre sigillate – roba da speziale: le aveva anche Lapo - cioè piccoli quantitativi di terra conservati in sacchetti garantiti da un sigillo apposto da varie istituzioni, prima tra tutte i Cavalieri di Malta – mi tornarono in mente i templari - che ne garantivano l’autenticità.

Su un tavolino, all’interno di una teca di vetro vidi una pietra nera, porosa, un cartellino di pergamena portava scritto “lapis philosophorum”.  … ».

(*) Nota
Questo è il ritratto di Bertuccio eseguito dal pittore Filippino Lippi erroneamente considerato l'autoritratto del Lippi.