mercoledì 13 febbraio 2019

Serial TV (1 - 20)


Indagini seriali in TV
Serie gialle, noir e thriller della TV


1-20 Glacé


In Francia c'è tanta nostalgia per Hannibal Lecter!



Dopo La Mante ho deciso di sorbirmi quest'altra serie francese anch'essa ispirata ad Hannibal.. Una baghette tira l'altra: come le ciliege!  Sì, sono due serie francesi che più francese non si può. Questa anche di più! Gli attori fanno effettivamente i francesi, scrollano le spalle ogni tanto (vedi i romanzi di Fred Vargas) e c'è anche l’ambientazione.    


La serie "sta"sui Pirenei,  c’è la neve, c’è il freddo, c'è una natura ostile e persone incarognite.  L'ambiente costringe gli uomini ad arrancare su sentieri li respingono, e già questo crea, pur in spazi ampissimi, un curioso senso di claustrofobia e insieme d’incombenza: ci si attende il peggio.


Siamo a Saint-Martin, dove alla stazione superiore di una funivia viene trovato un cavallo decapitato e scuoiato. Non un cavallo da poco: è un animale di pregio, che vale un sacco di soldi:   la povera bestia maciullata appartiene a un magnate del luogo.  Un  giovane da poco diventato erede di un immenso impero economico, che nonostante ricchezza e potere si è fatto un bel numero  di nemici. Chiaro che le indagini non possono essere affidate soltanto alla giovane poliziotta Irène Ziegler: i crimini contro i ricchi sono particolarmente odiosi, in Francia come altrove, motivo per cui viene chiamato da Tolosa l’esperto Martin Servaz. Che però è riluttante: nicchia, tentenna, cerca di rifiutare:   Sa che nel manicomio criminale è rinchiuso un pericoloso serial killer col quale Servaz non vuole avere a che fare. Perché era un suo amico, molto probabilmente il suo migliore amico: Julian Alois Hirtmann. 


Un serial killer classico, alla  Hannibal Lecter. E' francese non può essere un cannibale, non è un violento, ma è di sicuro un seduttore, un vampiro, un animale dalla personalità forte. Come Hannibal, ingaggia con chiunque gli capiti a tiro una schermaglia di silenzi e reticenze, tesse una fittissima rete di ricatti servendosi dei misteri che ha disseminato durante la sua carriera di assassino seriale.


Le similitudini finiscono qui: Pascal Greggory, che interpreta Hirtmann, non è Anthony Hopkins.   Pascal Greggory non è un grande attore: gli manca il carisma di Hopkins, eppure qualcosa ce l’ha: il tono da vecchietto. Lo vedi seduto lì, sciupato, rinsecchito, con addosso dei maglioncini da Eduardo De Filippo quando fa il numero “Conce’, fa freddo fuori?”, roba che gli manca giusto lo scialletto e il presepio da finire. Hirtmann siede ingobbito, ma non come se il peso delle morti che ha causato lo fiaccasse, no: esattamente il contrario. E’ semplicemente uno che se ne frega di tutto, o almeno sembra. Insomma, non sarà il vecchio Hannibal, ma vale la pena vederlo. E con questo basta informazioni: si rischia lo spoiler.


La serie non è eccelsa e neanche troppo ben fatta. Ottima la fotografia, ma carente il montaggio. Credibile la location, a volte però la si perde di vista.  Discreta la suspense, ma si fatica a capire i personaggi e i loro intrecci. Troppo lento a volte, troppo veloce altre, addirittura con salti che tagliano via pezzi di storia. Tant'è che ho dovuto riguardare (non mi vergogno a dirlo!) le prime due puntate per capire cosa era successo!

Voto **1/2/5

(1-20 segue) 
 

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