martedì 2 maggio 2023

Nuovo Dizionoirio (XXXIX)


Dall'A alla Z

miscellanea estemporanea e semiseria sul genere giallo/noir

ovvero il mio Dizionoirio

Parte XXXIX

S

 

Sam Pezzo

 


Sam Pezzo è il primo personaggio creato da Vittorio Giardino. Nato sul finire degli anni Settanta, Sam Pezzo è un investigatore privato protagonista di storie ambientate nella Bologna degli anni ‘70 che raccontano la tormentata quotidianità di quegli anni.

 


Giardino dipinge una città nera e crudele, percorsa da tensioni politiche che sconfinano nella violenza di strada. Pubblicato per la prima volta dal 1979 al 1980 sulla rivista Il Mago, Sam Pezzo è poi apparso sulla rivista Orient Express tra il 1982 e il 1983, lanciando la carriera di Vittorio Giardino nel mondo del fumetto.

 


Sam, antieroe è coevo di Sarti Antonio. Forse si sono incontrati, forse no. Sam risolve con intelligenza i suoi casi, ma in fondo c'è sempre molto gusto amaro.

 

Sanantonio

 


Sanantonio, in passato, è stato uno dei più venduti personaggi. Adesso è indiscutibile che in Francia (in Italia, dove non è mai stato troppo amato, se n'è perso un po' memoria) Sanantonio (di Frédérich Dard) sia diventato un "classico moderno"! È infatti presente (con brani anche lunghi) in molti manuali scolastici editi da importanti case editrici.


Arrivò anche in Italia, ed ebbe un discreto, non eccelso successo. "Troppo francese" dissero alcuni (forti dell’esperienza di una gita parrocchiale in Francia), non potendo dire di peggio.

 


C'è solo da decidere se sia più importante Frédérich Dard o il suo personaggio. Io propendo per l'autore: è sicuramente un fenomeno! Facciamo l'appello. Sessanta anni di carriera, trenta pseudonimi, trecento romanzi (ma molti ne hanno contati addirittura quattrocento!) di cui cento novanta tre (193!) con Sanantonio! Ma non è finita. Oltre  duecentomilioni di copie vendute: roba da capogiro! È o no, un fenomeno? Non come i santi dei misteri gloriosi goliardici, ma c'è vicino!

I motivi ed i meriti sono molteplici. Rimaniamo a Sanantonio.

La sua fortuna storica (letteraria)è stata quella di diventare la lettura della generazione del Baby Boom, la più numerosa della storia della Francia (ma anche in altri paesi), la più scolarizzata e la prima ad aver avuto ampio accesso ai prodotti dell'industria del divertimento: i libri per primi (allora!).

 




Allo scopo di sfruttare la scia del successo editoriale sono stati realizzati alcuni film senza storia. Meglio così, sopportare 193 pellicole sarebbe stato un supplizio!

Non avevano capito che Sanantonio era soprattutto un fenomeno "letterario" nazionalpopolare. Libri scritti in fotocopia senza spessore letterario, romanzi che hanno messo in ombra precedenti opere di Dard di miglior qualità. Così va il mondo.

Serial (o seriale, o serie TV)

Questa parola dovrebbe stare dopo Scerbanenco (che viene dopo), ma mi fa comodo per trovare le dimensioni giuste per il post!  

Un racconto è seriale (esempio le strice di Charlie Brown) se è nato così, altrimenti è una storia con un sequel (Ce ne occuperemo dopo)! 

Qualche sera fa, guardando la serie 5 di Rocco Schiavone (seriale, dopo sequel forzati con un discerto malloppo), ho fatto utili (per me) riflessioni sulla serialità dei romanzi gialli e noir.


Ho sempre sostenuto, e lo sostengo  ancora, che la serialità nasce da un ragionamento di gretta economia dell'autore: 1. Costa meno scrivere un sequel che impiantare un nuovo romanzo (Nuovi personaggi, nuova location, nuovo clima...). In questo caso posso parlare senza destare sospetti di conflitto d'interessi: sono colpevole di molti sequel con ben cinque personaggi (Corto[oggi], Bertuccio[Rinascimento], Idamo[Ventennio], Raimondo[epoca napoleonica] e Mariotto[età del Barocco])! 2. Se c'è interesse da parte della TV (Netflix ha le sue colpe!) si può continuare a parlare di economia a pronta cassa!

Il lettore torna bambino!

 


Ma tortnimo agli universali! Rocco Schiavone credo sia nato con intenti di racconto unico, poi, preso dai tentacoli della TV, si è trasformato, un sequel dopo l'altro, in seriale. 

Succede a molti autori, anche se non spinti da interessi di fiction TV. Col sequel l'autore risparmia tempo (deve solo far lavorare la fantasia) e accontenta il lettore bambino, ma non lo riconosce come "Lector in Fabula": di fatto le esclude dalla storia! 

 


Il lettore evoluto si sente defraudato: gli viene impedito d'immaginare cosa ci sia dopo, al posto del "vissero felici e contenti". La sua creatività è stata tarpata!

Il lettore bambino, invece, ne rimane catturato per cui, rassicurato, prova affettuosa gratitudine. Con i suoi acquisti, inoltre, influenza (spinge) l'autore verso ulteriri sequel: ahimè, così siamo alla serialità! 

Per cui i lettori delle strisce di Charlie Brown, di Diabolik, di Paperino e altri... sono dei bambini da rassicurare ed è cosa buona che lo si faccia (Poirot, Miss Marple, Nero Wolfe e Salvo Montalbano  ne sanno qualcosa!), ma non dimentichiamoci del lettore smaliziato che invece non è per niente contento! Pertanto chiedo scusa a questi lettori... ma continuerò (da impunito) a peccare!

 

(Parte XXXIX - segue)

(Ritorna alla Parte XXXVIII)

 

 

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