mercoledì 3 maggio 2023

Nuovo Dizionoirio (XL)


Dall'A alla Z

miscellanea estemporanea e semiseria sul genere giallo/noir

ovvero il mio Dizionoirio

Parte XL


Scandinavo giallo/noir

Secondo i fisici (gli scienziati) l'accadimento di un fenomeno è un indizio, se succede due volte diventa legge, e la terza volta è la conferma, a volte cercata, sperando di non trovarla, dai negazionisti!

Scopro che Antonio  D'Orrico (passionario recensore su  la Lettura) la pensa come me, che sospettavo che il successo dei gialli nordici fosse dovuto al successo dell'Ikea. Ora sembra che anche  Pierre Lemaitre la pensi così.

 


Cerco di spiegare. L'Ikea propone manufatti "made in China" contornati da un'aurea scandinava. Roba "bellina" a vedersi, falsamente ecologica, falsamente ergonomica e altrettanto falsamente "progettata per essere utile". Tutta roba presentata con estrema sapienza espositiva (Ricordate che il marketing è la “scienza per farti venire i bisogni che non hai”!) per saturare il potenziale acquirente di inutili acquisti. Tutta roba di cui non sentivi il bisogno finché non giravi nel dedalo Ikea!

 


Sarà che non sopporto l'Ikea, per me luogo infernale (Dante non la prese in considerazione e non capisco perché!), ma il parallelo col giallo scandinavo mi sembra davvero centrato.  I gialli nordici sono infatti ricchi di false emozioni, di tanta roba ben esposta, di personaggi "progettati per essere utili" alla storia, tant'è che finita la lettura si dimenticano subito.

 


L'Ikea è un progetto di marketing estremo e ben organizzato per accalappiare compratori senza idee, ma attratti dal "basso prezzo" di merce subito da portar via, chi se ne frega della bassa qualità! Del resto l’IKEA vende (e insegna a costruirli) anche templi paleolitici simili (fatti in Cina come i mobili) a Stonehenge!  



Il giallo scandinavo è la stessa identica cosa. Ha in più solo un pregio: non devi montartelo da solo: è una fortuna, sarebbe imbarazzante, perché spesso i pezzi non quadrano!!!

 

Scerbanenco Giorgio (I)

"Dicon che non era un bell'uomo (neanche di profilo che lui considerava il suo lato migliore!) e non veniva dal mare...", ma sembra che fosse pieno di fascino. C'è da crederci, anche perché la  vita di Giorgio Scerbanenco è stata assai variegata.


Giorgio Scerbanenco  (ripulito dall’anagrafe di Milano della "k" finale: il regime gurdava con sospetto agli stranieri!) era nato a Kiev nel 1911 nell'allora Russia Imperiale da padre ucraino, che era venuto in Italia per studi, e madre italiana. All'età di sei mesi si trasferì in Italia, dapprima a Roma, poi a 16 anni a Milano, al seguito della madre. Il padre, professore di Latino e Greco, fu ucciso durante la rivoluzione russa; la madre morì pochi anni più tardi. Costretto, per motivi economici, ad abbandonare gli studi (non completò nemmeno le elementari) mantenne una gran passione per la scrittura.

 


Lo stesso Giorgio racconta che la madre "all'ospedale era molto felice che io scrivessi, non doveva avere alcun senso pratico e non si preoccupava che io non avessi in mano nessun mestiere". Nonostante ciò, Scerbanenco praticò molti mestieri, dall'operaio al conduttore di ambulanze, prima di arrivare al mondo dell'editoria.

 


Quando ci arrivò non si limitò ad un solo genere e a una sola attività. Poliedrico e curioso fece di tutto.

Tre i periodi salienti della sua scrittura, ma visto che da molti è chiamato Re del giallo italiano, del suo regno.

Re Giorgio I - I Gialli americani

Re Giorgio II - I Romanzi rosa

Re Giorgio III - Il Noir alla milanese

(Scerbanenco continua alla prossima!)

 

(Parte XL - segue)

(Ritorna alla Parte XXXIX)

 

 

Nessun commento:

Posta un commento