venerdì 30 marzo 2012

Il NOIR VII

NOIR: dal romanzo al film
(parte VII)
Romanzi in white&noir

le influenze della letteratura noir sul cinema

(Gli autori cap. 4)




Cap. 4
E siamo al campione assoluto, Raymond Chandler. Scusate il disordine, ma non voglio fare un discorso in sequenza temporale, bensì d’importanza.
Utilizzando alcuni racconti (come spesso ha fatto ) nel 1943 pubblica The Lady in the Lake.
La storia inizia con  Philip Marlowe che riceve l'incarico, da  un affermato industriale nel campo dei cosmetici, di ritrovare la moglie scomparsa. La signora, che non disdegna la compagnia di affascinanti ma stupidotti playboy, ha fatto perdere le sue tracce durante un soggiorno nella loro casa di montagna … Quattro anni dopo (1947) Una donna nel lago (Lady in the Lake) è un film  diretto da Robert Montgomery. La particolarità di questo film è che è stato girato interamente in soggettiva, mostrando il protagonista solo a inizio, metà, e fine film.
Pensato per far immedesimare il pubblico nella vicenda, di farlo partecipare in prima persona, si è rivelato in realtà un clamoroso floop. In realtà è proprio la mancanza della vista del personaggio a non permettere l'immedesimazione, in quanto lo spettatore non è in grado di capire quali sentimenti e quali emozioni deve fare propri. Al contrario, la mancanza del controcampo e dell'oggettiva, a cui il pubblico è abituato, rende straniante la situazione; in più lo sguardo diretto in camera dai personaggi che parlano col protagonista, finiscono col mettere lo spettatore a disagio.
Passiamo a qualcosa di meglio ritornando qualche anno indietro: 1940. Esce Farewell, my lovely, uno dei migliori, forze il migliore, dei romanzi di Raymond.
 
Le versioni cinematografiche sono diverse: ne ricorderò solo tre.
The Falcon takes over è del 1942. E'   uscito tardivo (con sottotitoli sul satellitare) in Italia col titolo di La rivincita del Falco: per dar seguito a una serie di poco successo. Non ho avuto il dispiacere di vederlo, ma da quello che mi hanno raccontato, abbiamo perso poco.
 Murder, my Sweet (1944) è invece un capolavoro. Un grande film che ci restituisce tutta la suspense del romanzo. Se voleta saperne di più clickate il titolo.
Nel 1969 ci riprova Robert Mitchum: la sua è forse la più grande interpretazione (fuori dal mito di Bogart) di Philip Marlowe.
Il lungo addio (titolo originale The Long Good-bye) è   pubblicato negli USA nel 1953. Vince il premio letterario Edgar Award due anni dopo, nel 1955. È il sesto romanzo di Chandler, e, come i precedenti, ha per protagonista e (ironica) voce narrante il detective Philip Marlowe, che aveva esordito, come vedremo, nel 1939 nel romanzo Il grande sonno.
Ne Il lungo addio, la figura di Marlowe, da sempre avvolta da un'aura crepuscolare, si colora di umanità e melanconia, ergendosi come uno dei più rappresentativi archetipi dell'hard boiled: un uomo d'azione all'apparenza cinico e disilluso, ma, in realtà, un romantico idealista che nonostante tutto continua a credere in valori quali l'onestà e l'amicizia.
Il film è del 1973, Elliott Gould non mi convince e l’atmosfera sessantottina non giova alla suspense.
Il grande sonno (titolo originale: The Big Sleep) esce nel 1939. Consegna   Raymond Chandler alla fama, è il primo della serie nella quale indaga il detective privato Philip Marlowe.
Il grande sonno (The Big Sleep) il  film è del 1946 diretto da Howard Hawks, interpretato da Humphrey Bogart e Lauren Bacall. Non è un capolavoro: è un mito! (Per vedere la scheda clickate il titolo).
Il titolo si riferisce alla morte (che è un "grande sonno") e non è citato in nessuna battuta del film, bensì è la frase finale del romanzo di Raymond  dal quale è stato tratto il film.
Nel 1997 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Esiste un remake inglese: Marlowe indaga (1978) su cui è meglio sorvolare.
(FINE)

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