NOIR:
dal romanzo al film
(parte
VII)
Romanzi in
white&noir
le influenze
della letteratura noir sul cinema
(Gli autori cap.
4)
Cap. 4
E
siamo al campione assoluto, Raymond
Chandler. Scusate il disordine, ma non voglio fare un discorso in sequenza
temporale, bensì d’importanza.
Utilizzando
alcuni racconti (come spesso ha fatto ) nel 1943 pubblica The Lady in the Lake.
La storia inizia con Philip Marlowe che riceve l'incarico, da un
affermato industriale nel campo dei cosmetici, di ritrovare la moglie
scomparsa. La signora, che non disdegna la compagnia di affascinanti ma
stupidotti playboy, ha fatto perdere le sue tracce durante un soggiorno nella
loro casa di montagna … Quattro anni dopo (1947) Una donna nel lago
(Lady in the Lake) è un film diretto
da Robert Montgomery. La particolarità di questo film è che è
stato girato interamente in soggettiva, mostrando il
protagonista solo a inizio, metà, e fine film.
Pensato per far
immedesimare il pubblico nella vicenda, di farlo partecipare in prima persona,
si è rivelato in realtà un clamoroso floop. In realtà è proprio la mancanza
della vista del personaggio a non permettere l'immedesimazione, in quanto lo
spettatore non è in grado di capire quali sentimenti e quali emozioni deve fare
propri. Al contrario, la mancanza del controcampo e dell'oggettiva, a cui il
pubblico è abituato, rende straniante la situazione; in più lo sguardo diretto
in camera dai personaggi che parlano col protagonista, finiscono col mettere lo
spettatore a disagio.
Passiamo a qualcosa
di meglio ritornando qualche anno indietro: 1940. Esce Farewell,
my lovely, uno dei migliori, forze il migliore, dei romanzi di Raymond.
Le
versioni cinematografiche sono diverse: ne ricorderò solo tre.
The
Falcon takes over è del 1942. E' uscito tardivo (con sottotitoli sul satellitare) in Italia col titolo di La rivincita del Falco: per dar seguito a una serie di poco successo. Non ho avuto il dispiacere di vederlo,
ma da quello che mi hanno raccontato, abbiamo perso poco.
Murder, my Sweet (1944)
è invece un capolavoro. Un grande film che ci restituisce tutta la suspense del
romanzo. Se voleta saperne di più clickate il titolo.
Nel 1969 ci riprova
Robert Mitchum: la sua è forse la più grande interpretazione (fuori dal mito di
Bogart) di Philip Marlowe.
Il lungo addio (titolo
originale The
Long Good-bye) è
pubblicato negli USA nel 1953. Vince il premio letterario Edgar Award
due anni dopo, nel 1955. È il sesto romanzo di Chandler, e, come i precedenti,
ha per protagonista e (ironica) voce narrante il detective Philip Marlowe, che
aveva esordito, come vedremo, nel 1939 nel romanzo Il grande sonno.
Ne
Il lungo addio, la figura di Marlowe, da sempre avvolta da un'aura
crepuscolare, si colora di umanità e melanconia, ergendosi come uno dei più
rappresentativi archetipi dell'hard boiled: un uomo d'azione all'apparenza
cinico e disilluso, ma, in realtà, un romantico idealista che nonostante tutto
continua a credere in valori quali l'onestà e l'amicizia.
Il film è del 1973, Elliott
Gould non mi convince e l’atmosfera sessantottina non giova alla suspense.
Il grande
sonno (titolo originale: The Big
Sleep) esce nel 1939. Consegna Raymond Chandler alla fama, è il primo
della serie nella quale indaga il detective privato Philip Marlowe.
Il grande sonno (The Big Sleep) il film è del 1946 diretto da Howard Hawks,
interpretato da Humphrey Bogart e Lauren Bacall. Non è un capolavoro: è un mito! (Per vedere la scheda clickate il titolo).
Il titolo si
riferisce alla morte (che è un "grande sonno") e non è citato in nessuna battuta
del film,
bensì è la frase finale del romanzo di Raymond dal quale è stato tratto il film.
Nel 1997 è stato
scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso
degli Stati Uniti.
Esiste un remake
inglese: Marlowe indaga (1978) su cui è meglio sorvolare.
(FINE)
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