Questa volta lasciamo indagare le donne!
Donne detective nella letteratura, nel cinema,
nella Tv e nei fumetti di genere giallo e noir
A Chicago nel 1890 le automobili in giro non erano più di tre, ma c'era già l'agenzia d'investigazione privata della signora M. Strayer's. Arriveranno anche a Londra, per cause di divorzio e s'imbatteranno in omicidi molto misteriosi, risolvendoli. Nulla di strano: "Intuito femminile è come penna su
freccia: porta al bersaglio"(Charlie Chan).
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Introduzione
E' di pochi giorni fa la notizia che Petra Delicado (ispettore della Polizia di Barcellona) ha ricominciato ad indagare. Sono fan di Petra, mi sono rallegrato. Improvvisamente si è accesa una lampadina spot su un concetto che già avevo chiaro, ma che, nel tempo, avevo colpevolmente trascurato: le donne detective hanno un posto molto importante nella storia del genere giallo.
Il
saggio detective seriale (uno dei più famosi, il più famoso in termini POP) Charlie Chan apprezzava molto l'intuito femminile. Lui sì, che se ne intendeva!
Poniamoci
allora una domanda "infida". "Chi è la prima donna che, nella letteraratura di genere, s'è messa a
indagare su degli omicidi?". Credo che il 90% degli arditi che hanno alzato la mano per rispondere, (altri, molti molti di più, tacerebbero)
risponderebbe "Miss Marple!", l'adorabile geniale zitella creata da
Agatha Christie.
Sbagliato ragazzi! E non ci siete andati neanche vicino ...
L'antesignana
Guardate bene questo ritratto e mandatelo a mente. C'è un lungo fil rouge, ou mieux jaune, ou mieux rose, che attraversa la storia del giallo fin dalle sue lontane origini: la prima investigatrice è addirittura più vecchia (nasce venti anni prima ma è più che nonna) di Auguste Dupin, in arte cavaliere, primo investigatore: 1) Mademoiselle de Scudéry. La più romantica delle detective, anche lei francese, esce dalla penna di T.A. Hoffmann, scrittore tedesco membro attivo del del Romanticismo, negli anni '20 dell'Ottocento.
Guardate bene questo ritratto e mandatelo a mente. C'è un lungo fil rouge, ou mieux jaune, ou mieux rose, che attraversa la storia del giallo fin dalle sue lontane origini: la prima investigatrice è addirittura più vecchia (nasce venti anni prima ma è più che nonna) di Auguste Dupin, in arte cavaliere, primo investigatore: 1) Mademoiselle de Scudéry. La più romantica delle detective, anche lei francese, esce dalla penna di T.A. Hoffmann, scrittore tedesco membro attivo del del Romanticismo, negli anni '20 dell'Ottocento.
La signorina de Scudéry - Una storia dell'epoca di Luigi XIV (Das Fräulein von Scudéry. Erzählung aus dem
Zeitalter Ludwigs XIV) è un racconto di E.T.A. Hoffmann che fa parte della
raccolta I confratelli di Serapione, pubblicata in quattro volumi tra il
1819 e il 1821.
La signorina de Scudéry è un capolavoro letterario che miscela perfettamente la logica, la tensione narrativa,
il patetico e il grottesco. E' stata definita una “Kriminalgeschichte
hoffmanniana”, vale a dire una storia poliziesca, certamente la prima della
letteratura tedesca e forse mondiale. Ci sono anche dei film.
In Italia fu girato il primo film, muto, nel 1911. Vi figura una specie
di "Miss Marple", attiva
a Versailles nel 1680 alla corte di
Luigi XIV. Madeleine de Scudéry, una matura signora amante delle lettere e pure scrittrice; chiarisce
con acume un caso di omicidi e furti seriali commessi dal gioielliere René
Cardillac, un orafo così malamente orgoglioso della sua arte tanto da spingersi ad uccidere i
suoi clienti per recuperare i gioielli che ha cesellato e che considera di "sua
proprietà".
Cardillac è il secondo, un film più recente.
Drammatico e un po' horror, più che giallo; prodotto nella Germania occidentale nel 1969
è diretto da Edgar Reitz . E' interpretato da Hans-Christian Blech e Catana
Cayetano. Racconta
la storia di un orafo che è così ossessionato dalla sua stessa arte da uccidere
i propri clienti. Il film è un libero adattamento
moderno della novella di E.T.A. Hoffmann Mademoiselle de Scudery.
Pur
non anticipando, come farà qualche anno più tardi (1841) Edgar Allan Poe, il
moderno racconto giallo (ne La signorina de Scudéry manca, in effetti,
la figura dell'investigatore professionista ancorché dilettante: Auguste Dupin lo erà sotto tutti e due gli aspetti), Hoffmann introduce nella sua
narrazione diversi elementi tipici del genere: la serie di delitti
inesplicabili, l'innocente accusato a torto di un crimine, le autorità di
polizia che si avvalgono della collaborazione di una persona che, quantunque
estranea ai fatti, ha scoperto casualmente alcuni importanti indizi.
Lo
scrittore tedesco, inoltre, nel trattare i temi che più lo interessano (le
aberrazioni della psiche, lo sdoppiamento della personalità, i traumi infantili),
prefigura un'altra categoria di crimini romanzeschi, quella dei delitti per
mano di uno squilibrato, che avrà maggior fortuna nella letteratura poliziesca
del Novecento. Alcune sue intuizioni narrative (come l'impulso omicida dettato
da una “voce” o la mania ossessiva per un oggetto) sono già efficacemente
moderne anche se calate in un contesto che spesso ricorda assai più l'horror
del giallo.
Quando inizia la vicenda, Parigi
si è da poco liberata dall'incubo dell'avvelenatrice seriale "La Voisin" tristemente famosa. Nei nuovi misteriosi assassini il popolo, il clero e i nobili tendono inizialmente a vedere (coinvolgendo perfino da
parte della polizia) un piano diabolico. Si deve altresì notare che per
l'elaborazione di questo specifico argomento (gli aspetti profondi e ignoti
della psiche) lo scrittore attinge da una sua personale esperienza vissuta
nell'ambito della carriera giuridica. D'altra
parte, nella Scudéry come in altri racconti de I confratelli di
Serapione, Hoffmann considera la realtà al pari di un qualcosa che,
facendosi via, via più indefinito, apre le porte agli incubi e ai fantasmi di
una “natura nemica e demoniaca". La signorina de Scudéry venne
tradotto in Polonia fin dal 1822.
La scrittrice Madeleine de Scudery scelta da Hoffmann come protagonista della sua storia, era realmente vissuta nella Francia del Seicento.
La scrittrice Madeleine de Scudery scelta da Hoffmann come protagonista della sua storia, era realmente vissuta nella Francia del Seicento.
Trama
Nella
Parigi del 1680 un'inafferrabile banda
di assassini (gli “Invisibili”) semina il terrore tra la popolazione facendosi
beffe della polizia.
I delitti vengono compiuti a notte fonda, per le strade
deserte della città, ai danni dei gentiluomini che si recano di nascosto dalle
amanti per donare loro un prezioso gioiello. Sebbene talvolta le guardie
arrivino sulla scena del crimine quando ancora è presente l'assalitore, questo
sembra scomparire nel nulla non appena scatta l'inseguimento. Una notte la
signorina De Scudéry, anziana nobildonna che vive in una piccola casa sulla Rue
St. Honoré, riceve alcuni splendidi gioielli dalla banda degli “Invisibili”, la
quale ritiene giusto regalarglieli per aver detto al re Luigi XIV che “Un amant, qui craint les voleurs, n'est
point digne d'amour".
"Un amante che ha paura dei ladri, non è degno d'essere amato!": ciò
in risposta a un parere che il re le aveva chiesto riguardo ad una supplica
rivoltagli da alcuni amanti vittime delle rapine e miracolosamente
sopravvissuti. Da quella notte la signorina De Scudéry si trova
involontariamente coinvolta nel mistero delle aggressioni, la cui soluzione
presenterà dei risvolti assolutamente inaspettati.
Ce n'est qu'un début, continuons le combat! A suivre...
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