domenica 21 ottobre 2012

Hopper e il noir (I)


Pittura e noir
influenza di Edward Hopper nel film noir
parte I



Il  cinema, fin dai primordi, riconosce crediti alla letteratura e alla  pittura. E' talmente ovvio che lo possiamo considerare l'assioma su cui fondare l'argomentazione.  Fin dai pionieri della macchina da presa, nelle prime sperimentazioni quasi d’avanguardia, i registi guardarono ai grafici (soprattutto di teatro: disegnatori di scenari) e ai pittori per trovare sfondi originali e ispirazione. Il sodalizio più famoso è tra  Luis Bunuel e Salvador Dalì (si può vedere  al MOMA di New York).  I cineasti non hanno mai nascosto questa comunanza, anche quando era meno palese. qualcuno se n’è fatto un vanto. Cecil B. De Mille, ad esempio, parlò della  “luce di Rembrandt” , nel tentativo di convincere un produttore rozzo e ignorante che certe sequenze bizzarre ombre fossero di alto valore estetico.  Più di recente sembra che Martin Scorsese   abbia suggerito al suo direttore della fotografia di utilizzare la “luce di Rembrandt”   per le scene di The Gangs of New York.

Nel noir c’è sempre un problema di suspense: è il fine e il mezzo! Edward Hopper, con le sue solitarie epifanie si presta molto a creare angoscianti atmosfere d’attesa. La suspense, quella del noir, si percepisce soprattutto nei momenti di passaggio tra una scena d’azione (spesso violenta) e un’altra a seguire, che potrebbe essere anche peggio. In queste situazioni di tempo sospeso spesso sono la stasi, le luci piene di aloni e le ombre profonde, ma non buie, a creare la sospensione piena d'angoscia. Hopper, con le sue atmosfere sospese, è stato tra i pittori che più hanno influenzato il cinema noir.  Nato nel 1882, Hopper aveva 13 anni quando le prime immagini in movimento sono state proiettate su uno schermo. A 21 anni, quando The Great Train Robbery è stato proiettato nelle sale di tutto il mondo ebbe modo di vederlo più volte.
Era sulla cinquantina quando arrivò il sonoro, si gustò L'angelo del male (1938) ed è morto nel suo studio di Washington Square nel 1967, immediatamente prima  del film Point Blank (Senza un attimo di tregua).

Hopper amava andare al cinema.  “Quando non mi sento in vena per la pittura”, ha detto, “Io vado al cinema per una settimana o più. Vado in sale normali e non alle prime”.  L’amore di Hopper è stato ricambiato da generazioni successive di registi che si sono rivolti ai suoi riflessi notturni sulle vetrine di bar e negozi, ma di più alla solitudine palpabile delle sue figure dipinte  in attesa,  per avere ispirazione stilistica.
Autori di grande talento, tra cui Robert Siodmak, Alfred Hitchcock, Wim Wenders e Terence Malick, hanno cercato di inglobare la percezione pittorica di Hopper di isolamento urbano nella loro opera.
Hopper aveva una particolare affinità con i grandi film noir degli anni Quaranta.  Questo è stato anche il genere su cui la sua influenza si è fatta principalmente sentire, ma è difficile capire e sapere come funzionava lo scambio. Credo in perfetta reciprocità.  Le sue tele rispecchiano un mondo di angoscia covata nel silenzio: espressione della suspense di quello che potrebbe accadere, l’impotenza di chi attende … è il contesto, a volte desolato, della moderna vita urbana che è  articolato nei classici noir.



Questo dipinto (1940) di Hopper mi ha richiamato alla mente Vertigo di Alfred Hitchcok. Quando il protagonista Scottie (James Stewart), che sta inseguendo il ricordo della donna (Kim Nivak castana e vestita maluccio) suicida, la vede dalla strada affacciata alla finestra di una pensione di quart’ordine ordine e pensa di riconoscerla.



Ma ancora di più la scena del ponte. Nel film, siamo a san Francisco, è il Golden Gate. Hopper ne aveva dipinto un altro.


Il ponte è il Queensborough Bridge, ma il quadro è incredibilmente simile! La silouette del ponte è stata usata nel film Sleep, my Love, in notturna per renderlo ancora più inquietante: lei sotto ipnosi e droga è "pilotata" dal marito (un'ombra malefica dietro la vetrata) verso un volo dal balcone!



Se non vi convince questo ponte, ma non credo, ammirate il successivo!
Nella prossima puntata affronteremo più in dettaglio il cinema degli  anni ’40. faremo incredibili scoperte!



2 commenti:

  1. Ciaooo ! Vorrei sapere come si kiama ilbdipinto di Hopper con la ragazza ke fuma alla finestra!!è stupendo...!!Ho controllato su internet ma nn lo trovo!! Grazie

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  2. Come spesso accade coi pittori è un titolo semplice: "At the windows". Un caro saluto.

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