lunedì 15 febbraio 2016

Sceneggiati in giallo (11)


Sceneggiati in giallo e nero  
Un morto al giorno ... ma che sia italiano!
Mini rassegna storica e critica della fiction seriale "italiana DOC"
(11)


Quo vadis, baby? A Bologna ... 2000 - 2008



Canale 5 alla fine del secolo aveva messo in produzione una fiction seriale artigianale, ma ordinata e dignitosa: Distretto di Polizia



La programmazione inizia nel 2000. Uno degli interpreti (nella stagione 5, più o meno nel 2004) era Giampaolo Morelli, ma vestiva i panni di un carabiniere (ovviamente non della squadra) e solo per quella stagione.
Nel 2006, ormai, Montalbano regge tutta la baracca della fiction Rai. Si possono,  a Saxa Rubra, sperimentare con incoscienza, altre strade. Appare così L'ispettore Coliandro,  una serie televisiva "tuttitaliana" registrata l'anno prima. Viene trasmessa dal 2006 da Rai 2.
Diretta dai Manetti Bros, la serie vede protagonista l'ispettore di polizia Coliandro. Il poliziotto è interpretato da Giampaolo Morelli. Ideatore della serie è invece lo scrittore Carlo Lucarelli. Coliandro è un poliziotto un po' Serpico e un po' Monnezza: presenta tratti e comportamenti molto diversi dai tradizionali investigatori della fiction e della narrativa italiana. In altre parole improbabile, ma i diversi garbano anche alle nonne! Lucarelli l'aveva fatto indagare in suoi romanzi polizieschi nel decennio precedente, tutti si chiedono ancora come abbia fatto a fargli passare l'esame Rai.


E' una serie TV "nonserie". In pratica ogni episodio de L'ispettore Coliandro è un film a sé stante, girato alludendo ogni volta a un diverso genere cinematografico e con molte citazioni verso alcuni modelli ispiratori,  tra cui le pellicole di genere polizziottesco o paradossali   interpretate negli anni '70 e '80  da Tòmas Miliàn o i classici polizieschi USA di Clint   nei panni dell'ispettore Callaghan: si veda il poster nella foto. "Pejio quam in nocte ire lumine amisso!" (Peggio che andar di notte con il lume spento!).  Infatti a seguire questa roba ci si perde.
Un po' meglio, nel 2008,  Flavio Insinna. Orfano di Don Matteo si mette in proprio e indossa i panni del poliziotto Diego Santamaria.  Ho sposato uno sbirro è una serie televisiva "dolce e miele" (alla Baudino) tutta italiana  prodotta dal 2008 al 2010.  La Rai la definisce di genere commedia e poliziesco. L'ammissione della regola 60-40!

I protagonisti della serie sono una coppia di coniugi, entrambi piliziotti (e così il 40% è a posto!) a Roma.  Stella Morini, interpretata da Christiane Filangeri e Diego Santamaria, interpretato da Flavio Insinna. Chiusa la produzione, per punizione, a Insinna vennero assegnati "i pacchi"!

Quo vadis, baby? (infelice citazione di Salvatores da Ultimo tango a Parigi!) è una miniserie italiana prodotta da Colorado Film e SKY Italia,  ispirata ("gemmata" o clonata "da") alle indagini della detective Giorgia Cantini,  personaggio dell'omonimo film di Salvatores.


Il film, pur con lo sciagurato titolo (Checco Zalone anni dopo ha fatto finalmente giustizia!),  nel 2005 ebbe un medio successo di pubblico, meno di critica, seppur benevola, come sempre, verso il regista considerato, non si sa perché, "sportivamente" eclettico. Alcuni  valutarono il film innovativo, altri più severi e più seri lo definirono "inutile film". Un film, falso noir, che non ci svela niente e che alla fine si perde.
La serie è di solo sei puntate andate in onda su Sky dal 15 maggio 2008. Ci riprova Italia 1 dal 5 dicembre 2008, poi il meritato oblio.

Ambientata a Bologna (allora di gran moda, sarà per Guccini o Macchiavelli o chissà), è un "sedicente" noir (sono d'accordo coi critici severi) dai toni profondi e tesi. Un po' esagerati, a dire il vero (forse per veritare se stesso), ma Salvatores (qui direttore artistico), quando fa una grigliata mette sempre troppa carne al fuoco.  Qui ci mette di tutto, dai würstel alla chianina, passando, dopo un po' di pollo d'allevamento con ancora qualche cacchione e rosticciane ossute tagliate con la sega circolare, alle salsicce di cinta senese. Il tutto troppo abbrustolito per poterlo distinguere e scoprirne i sapori "veri"! Ma si sa, la carbonella è noir...
Protagonista è Giorgia Cantini (Angela Baraldi), un'improvvisata investigatrice privata bolognese (Sam Pezzo si è rivoltato tre volte nella china!), ma sembra crederci poco anche lei. Giorgia è caratterizzata (così la promozione) come una "dura" senza peli sulla lingua.

Nel tempo libero tira di boxe e si esibisce con un gruppo rock in un locale di seconda categoria. C'è da credere che i suoi barbecue sappiano di carne bruciacchiata.


Ad aiutarla nelle indagini, il commissario Luca Bruni, il suo assistente Lucio Spasimo e l'ex pornostar Johnny Riva.
Quarant'anni vissuti tutti, apparentemente scontrosa, ribelle e istintiva. Una private eye malamente ispirata a Mike Hammer (altro riferimento del marketing). E' lontana, lei,  mille miglia da Petra Delicado, anche se Bologna è a solo ottocento! Peccato che non abbia imparato nemmeno da Sam Pezzo, che operava con sagacia e ironia a Bologna già negli anni '70, ma forse Giorgia era troppo bambina per apprezzare la profonda leggerezza del detective di Vittorio Giardino che indagava in una Bologna mai stata così noir. Allora lei,  forse (almeno spero, ma no, se no avrebbe saputo di macchia Nera!), leggeva Topolino. Salvatores però l'età aveva quella giusta. Chissà quali fumetti leggeva.


Attraverso le sue indagini, scopre (e fa scoprire all'attonito spettatore) una provincia emiliana piena di angoli bui e pericolosi, di verità nascoste e problemi reali. Nente mortadella: il degrado della periferia urbana popolata da giovani disillusi e senza speranze, le imprese industriali con manager corrotti e senza principi se non quello del denaro facile, l’emarginazione alla speculazione edilizia, la corruzione nelle istituzioni. mancano solo le cooperative rosse. Fil rouge che  unisce tutte le sei puntate la misteriosa morte di Sara, la sorella più giovane della protagonista.


A fianco di questa figura femminile così forte ruotano personaggi maschili diversi e complessi: Johnny Riva, sessantenne ex attore porno e proprietario del locale nel quale Giorgia va a cantare, Lucio Spasimo, l'assistente gay di Giorgia, più giovane di lei, che la costringe con leggerezza a tenere i piedi per terra e Luca Bruni, commissario di polizia, ex compagno di scuola ed eterno pretendente di Giorgia.
Alla fine, quando si esce dal guazzabuglio, si pensa d'aver mangiato pesante e si cerca, magari con un caffè, di digerire il piatto che ti grava sullo stomaco.

(11 - segue)
 
 

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