Città
italiane in noir
Un giro
turistico tra le città italiane
che hanno
accolto storie gialle o noir
(V)
Firenze,
quelle colline grondanti sangue ...
"Dalle dolci
colline che abbracciano e incoronano Firenze si può ammirare la meravigliosa
cupola del Brunelleschi." Così una guida del Touring Club negli anni '70.
Se ne ricordarono,
tempo dopo, Mario Spezi e Duoglas Preston quando pubblicarono, a quattro mani,
uno dei tanti romanzi sulla trucida e incredibile storia del "mostro"
di Firenze. Coraggiosi, nella Firenze dall'anima noir era rischioso anche scrivere su quel tema!
In quel periodo i
boschi delle colline, per un raggio di 20 chilometri dalla cupola, erano
tappezzati di affissioni con un occhio che fissava i ragazzi in cerca di
fratte. Fu un periodo d'oro per gli affitti di monolocali. I genitori,
preoccupati, non badavano a spese pur di proteggere i figli.
Per più di dieci
anni vivemmo tutti la sindrome del mostro e nelle notti di plenilunio si
guardava preoccupati il cielo.
Anni dopo Dario
Argento colse l'attimo e portò un serial killer nel clima d'arte e cultura di
Firenze. Pensava di sublimare l'orrore per il "mostro", ma non era
ancora una storia conclusa.
Merita, per cercare
di capire questa città molto noir, andare qualche anno indietro: all'estate del 1963.
La città è deserta per le vacanze e assediata dal caldo e dalle
zanzare. Sui lungarni solo qualche coppia in luna di miele.
Il commissario Bordelli passa la notte a rigirarsi nelle lenzuola, dopo
giornate di banale routine estiva sbrigata da quei pochi rimasti, come il
poliziotto Mugnais e il nuovo arrivato, Piras. Quand'ecco che una telefonata
gli annuncia una morte misteriosa: una ricca signora è stata trovata morta,
accanto al letto un bicchiere con le gocce per l'asma e sul comodino il flacone
perfettamente chiuso. Ma è difficile pensare a un attacco improvviso della
malattia, come spiega l'anatomopatologo. Bordelli indaga sui singolari
personaggi che frequentavano la villa della donna, tutti dotati di un alibi di
ferro, ma c'è qualcosa che non lo convince...
Già allora Firenze
era più nera che gialla. Gialla, il giallo sporco del fango, lo diventerà tre
anni dopo, nel tragico novembre del '66.
Marco Vichi mette in
moto Bordelli nei giorni che precedono il disastro. E' il suo romanzo più bello
(vincitore, tra l'altro, del premio Scerbanenco), perché lo sento partecipato
con emotività pre adolescenziale. Troppo giovane per fare l'angelo del fango, l'autore,
ma già maturo nella sensibilità.
Se si saltano all'indietro
i secoli, anziché i lustri, si scopre una Firenze rinascimentale dove Machiavelli
indagava e insieme a lui, ma non voglio far pubblicità a questa moda, molti altri
personaggi storici che, secondo me, avevano ben altro da fare! Ma l'editoria, si
sa, è cinica e bara, come il destino!
Torniamo allora ai giorni
nostri, alla Firenze normale, che normale non è. Ci sarebbero decine di titoli,
ne ricordo due che mi sembra riassumano meglio il clima del momento.
Firenze, inizio anni novanta. Arturi, investigatore
privato, conduce un’indagine sul suicidio di uno studente fuoricorso che lo
porta a scoprire un misteriosi traffici che ruotano attorno alla Biblioteca Nazionale.
Nel corso dell’indagine l’investigatore incontra il Club degli Aspiranti
Scrittori dove si riuniscono persone che si dilettano a scrivere. Domenico Arturi
("lo scopriremo vivendo", il
suo motto) non ha i tormenti esistenziali di Bordelli, ma non è certo un insensibile.
Scopre che due storie d’amore che coinvolgono alcuni di questi aspiranti
scrittori si intersecano con la trama gialla. Una Firenze minore, molto noir, soprattutto
credibile.
Inizio secolo. Valeria conduce un'esistenza logorata da ansie, e da
preoccupazioni, un matrimonio fallito e un figlio adolescente con problemi.
Nonostante tutto, non manca mai all'appuntamento annuale con l'anziana madre di
Michele (il fidanzato scomparso misteriosamente tanti anni prima) la quale si
ostina a festeggiare il compleanno del figlio, nell'illusione che questi viva e
lavori a Santo Domingo. All'improvviso il passato riaffiora carico di dubbi e
di rimpianti: da una serie di indizi sembra che Michele sia tornato. Grazie all'aiuto di Franz (compagno di scuola
ritrovato per caso) e di don Bruno Lancia (l'ex professore di greco nonché
maestro di vita) Valeria riuscirà a risolvere il mistero e a intraprendere un
faticoso percorso di autoanalisi che darà una svolta alla sua vita...
Una Firenze poco nota, che si nasconde nei giardini. Non sono quelli de
La donna della domenica, ma c'è assonanza! Porzioni di verde e di storia che il
turista non vede, e non sa, ma che ci sono, tanti, e celano orribili storie.
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