lunedì 20 giugno 2016

Turismo in noir (V)


Città italiane in noir

Un giro turistico tra le  città italiane
che hanno accolto storie gialle o noir
(V)


Firenze, quelle colline grondanti sangue ...


"Dalle dolci colline che abbracciano e incoronano Firenze si può ammirare la meravigliosa cupola del Brunelleschi." Così una guida del Touring Club negli anni '70.


Se ne ricordarono, tempo dopo, Mario Spezi e Duoglas Preston quando pubblicarono, a quattro mani, uno dei tanti romanzi sulla trucida e incredibile storia del "mostro" di Firenze. Coraggiosi, nella Firenze dall'anima noir era rischioso anche scrivere su quel tema!


In quel periodo i boschi delle colline, per un raggio di 20 chilometri dalla cupola, erano tappezzati di affissioni con un occhio che fissava i ragazzi in cerca di fratte. Fu un periodo d'oro per gli affitti di monolocali. I genitori, preoccupati, non badavano a spese pur di proteggere i figli.
Per più di dieci anni vivemmo tutti la sindrome del mostro e nelle notti di plenilunio si guardava preoccupati il cielo.
Anni dopo Dario Argento colse l'attimo e portò un serial killer nel clima d'arte e cultura di Firenze. Pensava di sublimare l'orrore per il "mostro", ma non era ancora una storia conclusa.


Merita, per cercare di capire questa città molto noir, andare qualche anno indietro: all'estate del 1963. 

La città è deserta per le vacanze e assediata dal caldo e dalle zanzare. Sui lungarni solo qualche coppia in luna di miele.


Il commissario Bordelli passa la notte a rigirarsi nelle lenzuola, dopo giornate di banale routine estiva sbrigata da quei pochi rimasti, come il poliziotto Mugnais e il nuovo arrivato, Piras. Quand'ecco che una telefonata gli annuncia una morte misteriosa: una ricca signora è stata trovata morta, accanto al letto un bicchiere con le gocce per l'asma e sul comodino il flacone perfettamente chiuso. Ma è difficile pensare a un attacco improvviso della malattia, come spiega l'anatomopatologo. Bordelli indaga sui singolari personaggi che frequentavano la villa della donna, tutti dotati di un alibi di ferro, ma c'è qualcosa che non lo convince...




Già allora Firenze era più nera che gialla. Gialla, il giallo sporco del fango, lo diventerà tre anni dopo, nel tragico novembre del '66.






Marco Vichi mette in moto Bordelli nei giorni che precedono il disastro. E' il suo romanzo più bello (vincitore, tra l'altro, del premio Scerbanenco), perché lo sento partecipato con emotività pre adolescenziale. Troppo giovane per fare l'angelo del fango, l'autore, ma già maturo nella sensibilità.








Se si saltano all'indietro i secoli, anziché i lustri, si scopre una Firenze rinascimentale dove Machiavelli indagava e insieme a lui, ma non voglio far pubblicità a questa moda, molti altri personaggi storici che, secondo me, avevano ben altro da fare! Ma l'editoria, si sa, è cinica e bara, come il destino!



Torniamo allora ai giorni nostri, alla Firenze normale, che normale non è. Ci sarebbero decine di titoli, ne ricordo due che mi sembra riassumano meglio il clima del momento.



Firenze, inizio anni novanta. Arturi, investigatore privato, conduce un’indagine sul suicidio di uno studente fuoricorso che lo porta a scoprire un misteriosi traffici che ruotano attorno alla Biblioteca Nazionale. Nel corso dell’indagine l’investigatore incontra il Club degli Aspiranti Scrittori dove si riuniscono persone che si dilettano a scrivere. Domenico Arturi ("lo scopriremo vivendo", il suo motto) non ha i tormenti esistenziali di Bordelli, ma non è certo un insensibile. Scopre che due storie d’amore che coinvolgono alcuni di questi aspiranti scrittori si intersecano con la trama gialla. Una Firenze minore, molto noir, soprattutto credibile.




Inizio secolo. Valeria conduce un'esistenza logorata da ansie, e da preoccupazioni, un matrimonio fallito e un figlio adolescente con problemi. Nonostante tutto, non manca mai all'appuntamento annuale con l'anziana madre di Michele (il fidanzato scomparso misteriosamente tanti anni prima) la quale si ostina a festeggiare il compleanno del figlio, nell'illusione che questi viva e lavori a Santo Domingo. All'improvviso il passato riaffiora carico di dubbi e di rimpianti: da una serie di indizi sembra che Michele sia tornato.  Grazie all'aiuto di Franz (compagno di scuola ritrovato per caso) e di don Bruno Lancia (l'ex professore di greco nonché maestro di vita) Valeria riuscirà a risolvere il mistero e a intraprendere un faticoso percorso di autoanalisi che darà una svolta alla sua vita...

Una Firenze poco nota, che si nasconde nei giardini. Non sono quelli de La donna della domenica, ma c'è assonanza! Porzioni di verde e di storia che il turista non vede, e non sa, ma che ci sono, tanti, e celano orribili storie.

  (V - segue)
 

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