mercoledì 18 settembre 2019

In due la perfidia è tripla! (IV)


La perfidia del doppio!

Lo specchio noir nel cinema

Gemelli e delitti

Parte IV


Vedi sullo schermo due  gemelle e ti chiedi: solo giovani perfide doppie o future dark ladies? La domanda è legittima, ma non è così. 
Non lasciamoci influenzare dal messaggio subliminale del  film di Kubrick anche se quelle due torbide bimbe "impunite" sono diventate un'icona...
Vediamo due esempi, di cui uno "regale".


L'uomo nella maschera di ferro è un film del 1977 di mediocre successo. Qualche anno dopo sapranno fare di meglio.



La maschera di ferro, è film d'avventura, direi di cappa e spada ispirato ai romanzi di Dumas, tratta del doppio Re: Luigi XIV. Il cast è stellare e se non fosse per l'eternamente preoccupato (tiene famiglia!) D'Artagnan tutti si divertirebbero da matti. Anche qui i gemelli sono molto differenti: uno saggio e attento ai problemi del regno, l'altro egoista, vanesi, assatanato ed egocentrico. Ma un gemello, se c'è il tuo doppio, non può essere egocentrico, per la contradizion che nol consente! Soccomberà.



Inseparabili (Dead Ringers) film, bruttino, del 1988 affronta anch'esso il tema dei gemelli maschi. Diretto da David Cronenberg non entusiasmò. Il soggetto del film, di produzione canadese, è tratto dal romanzo omonimo di Bari Wood e Jack Geasland.


Beverly ed Elliot Mantle, gemelli monozigoti, sono degli affermati ginecologi con un interesse maniacale per la loro professione e per il tema dei gemelli in generale. Fin da piccoli hanno condiviso tutto, e da grandi si scambiano anche le avventure con l'altro sesso, che comunque non intaccano mai la sfera sentimentale. ... il resto a seguire, ma è difficile scacciare la noia!

Ora che i gemelli li avete visti passare, potete dimenticarli. 

Torniamo allora alle gemelle, ben più intriganti e anche più cattive!
La Otra (1946) è un noir con abbondante dose di melò messicano: Sufrio, amo, Y pecò!  E' scritto in calce alla locandina, sufficiente, da noi, a non far comprare il biglietto.



Peccato, perché il regista (che si prende anche una parte secondaria, tanto per recitare) è davvero bravo, soprattutto nel dare alla storia uno stile noir. Il film è splendido, l'ho visionato in spagnolo, prima o poi riuscirò a trovarne una copia in italiano.

Maria e Maddalena (una doppia Dolores del Rio al meglio della sua bellezza messicana: un valore assoluto del film e una gioia per gli occhi), sono sorelle gemelle, una molto ricca, grazie al matrimonio con un milionario. L'altra povera, fa la manicure con non poche umiliazioni e molte privazioni.


Dopo varie vicende Maria, la sorella povera, uccide la gemella e si sostituisce a lei. Ne ruba la vita pensando di  entrare in un mondo dorato e gioioso. Non sarà così. Appena entra nella lussuosa villa il cane le ringhia e comincia un viaggio nell'incubo. Quando si eredita la vita di un altro (ognuno è portatore di segreti) si acquista a scatola chiusa: da una parte la ricchezza e la posizione di prestigio, dall'altra il pesante fardello di un crimine commesso. Maddalena, con un complice, ha ucciso il marito. Maria, troppo convincente come Maddalena subirà la condanna. Giusta punizione per un'assassina.

Il film è  ben diretto, ottima la fotografia e di qualità la recitazione. Galvadòn, il regista, mostra un eccellente tocco per il noir. Sa anche usare il grandangolo, le riprese angolari e i piani lunghi. Eccezionale, superbo, il gioco degli specchi.
Un film scuro, cupo, angosciante, con Dolores del Rio    dark lady di  cattiveria maestosa, ma con lo sguardo immerso nel tormento di chi sa d'essere 2senza speranza"! 
Impressionante il modo con cui pian piano emerge la perfidia della sorella povera. Maria ha sguardi di frustrata invidia da antologia del cinema. Uno dei momenti di maggior tensione è quando l'assassina toglie le calze al cadavere della sorella Maddalena. Il culmine è comunque quando dopo essere uscita torna a depositare gli occhiali da vista che solo lei portava.
 

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