venerdì 23 dicembre 2011

Detective o skipper?


Un mestiere difficile

Sembra facile …
fare il detective in Toscana!

Detective suo malgrado Corto, skipper viareggino non vorrebbe parlare delle sue indagini. Forse ha ragione. Basta guardarsi intorno: il commissario Biagini, il maresciallo Puccinelli, il maresciallo Miglietta, il commissario Arcieri, l’investigatore privato Arturi, il commissario Bordelli, il barrista Viviani, il questore Giusti … ma quanti sono a combattere il delitto in Toscana?   
Io però avevo deciso di continuare a cercare le radici del genere giallo in toscana. Ovviamente   Corto il mio detective viareggino è una pietra miliare. L’ho ritracciato, una sera di fine agosto, al tramonto, nello chalet “da Pippo” il quasi bar della pineta di levante che ospita lui e i suoi amici.
Tralascio saluti, convenevoli e negoziazione, per convincerlo m’è anche toccato pagare una specie di merenda (quasi una cena) a il Bestia e a Geco.

Che effetto ti fa essere un detective soft boiled?
Effetto? Ad essere "soft" ci sono costretto. Mica posso pigliare a cazzotti i miei sospettati: sono clienti e ricchi parecchio: te non ti potresti permetter d’affittare per un mese una Perini di 36 metri! E poi via, siamo in Versilia! Ironia e sarcasmo sono l’unico metodo per risolvere i misteri.

Così sei convinto di avere un metodo?
Sì, ma mi ci è voluto un po' per capire cosa avevo fatto. Ti spiego. Quando finii l’indagine de La Delta velata lessi che qualcuno aveva detto che era un “giallo anomalo”. Confesso che ero impreparato, ci sono rimasto anche male: a me anomalo non me l’aveva detto nessuno! Al massimo, animale. Questa invenzione dell’editore mi ha fatto riflettere. Non era un giallo classico, non era nemmeno un noir, né tantomeno un thriller, forse un hard boiled. Sì, di questo genere era decisamente parente...

Corto, tu sei uno skipper detective, vorresti confrontarti con  Philip Marlowe?
No. Assolutamente, ma Raymond Chandler è una delle mie letture preferite.  Confesso che  Marlowe è il mio modello anzi è un mito per me... Solo che io sono  di Viareggio, non di Los Angeles.

Vedi che non regge.
Aspetta. Mica ti ho detto che le mie indagini sono hard boiled.

Si parlava solo de La Delta velata.
Ci sono anche altre storie. La seconda indagine, ne   L’oro degli aranci,   due raccolte di racconti Viareggio piccoli delitti imperfetti e I misteri della terza luna. Poi c’è quella a Istanbul, la più pericolosa: EIKONES.   Le mie avventure, mi piace di più chiamarle così …

Finalmente lo confessi! Allora t’immedesimi in Corto maltese
Ma che sei grullo, che hai capito?! “Corto” è un soprannome che mi mise il Bestia, quando s’era piccoli. O meglio quando io ero piccolo, che lui era già grosso. Io le ritengo avventure per un altro motivo. Se hai una fidanzata a cui tieni e ti capita di andare con un’altra, bada bene una volta sola, e poi ritorni da lei, di un’avventura si tratta, no? Lo stesso se uno fa l’impiegato in comune e lo skipper  e gli capita di fare un’indagine … è un’avventura.

Mi sembra tu esageri: impiegato al catastoeguale a skipper, via!
Ho detto skipper, ma vorrei vedere te avere a che fare col Gentileschi, il mio armatore lucchese. Il mito, la magia di Escondida? Chi l’ha mai visti. Comunque sia è il mio lavoro, come dicevo, alla fine dell’indagine lascio il merito a Ginko (anche se all’agente capo Ratti non ci crede nessuno!) o a Miglietta (che ci ha fatto carriera!) e ritorno a fare il mio mestiere. Questa è un’altra ragione per cui le mie indagini, ora lo capirai anche te, sono soft boiled.

Soft boiled? Praticamente uova alla coque!
Sì, bravo.

Però ce ne corre da un uovo bollito per otto minuti. Quello, se lo getti a terra, rimbalza: come Philip Marlowe. Più lo pesti, più s’incattivisce...
E' bene che ti spieghi le analogie e le differenze tra il genere hard boiled e quello soft boiled. Io e Marlowe siamo tutti e due investigatori, io lo faccio per “caso” Lui per necessità (non potrebbe fare altro). Tutti e due siamo un ponte tra le persone di basso profilo sociale e l’alta borghesia.

Chiamale analogie!
Il sarcasmo un po’ al vetriolo ci accumuna, solo che Marlowe è reso cinico dalla vita, mentre io, nato toscano, vivo a Viareggio, dove, se non pratichi sarcasmo, ti pigliano per il culo.

Ti sembra un paragone corretto? Confondi la psicologia con la genetica!
Marlowe ha subito una mutazione genetica: è dura sopravvivere a Los Angeles. Se fosse vissuto in Toscana sarebbe stato diverso. Lasciami finire. Delle battute ne abbiamo parlato... Ah, la violenza: Marlowe le prende e le da, io non uso mai le mani, solo la lingua. Ferisce con le sue battute. Marlowe, invece, usa le sue battute come minacce...

Tutto qui?
No. Ci sono le donne. Marlowe le incontra, le prende, le lascia, con dolore e nostalgia, ma melanconicamente le lascia. Io, vedi, sarei fondamentalmente monogamo, anche se, visto chi piaccio un casino, a volte sono tentato! Ma credimi una sola donna è la  condizione necessaria per essere soft, leggero. Infine gli amici. Marlowe non ha amici: è un solitario incattivito dalla solitudine. Io ne ho troppi, quasi tutti di basso profilo sociale, invadenti, ma fondamentalmente buoni. A volte vorrei fuggirli, non averli d’intorno, non essere ammirato da loro... ma mi dura un momento, sai sono un po’ vanesio.

Leggerezza, ironia, amici, sarcasmo: sono questi i caratteri del soft boiled?
In più c’è il lettore. Il metodo soft boiled è la mia risposta agli ultimi grandi best sellers dove il lettore NON DEVE ragionare, ma solo essere continuamente preso a cazzotti nello stomaco. Meno ragiona più la storia ne esce indenne! Nelle mie storie il lettore sta lì dentro, accanto a me, a scoprire trame e psicologia: è davvero lector in fabula.

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