Film
n. 33
La donna fantasma (Phantom Lady)
di Robert Siodmak
con Franchot Tone, Ella Raines, Alain Curtis
Siamo nel 1944: le locandine dei film noir sono
tutte con toni verdi e gialli. Chissà perché? Scott Henderson, un ingegnere (Curtis)
esce di casa dopo un violento litigio con la moglie, incontra una sconosciuta
al bar e trascorre con lei la serata. Quando rientra a casa, trova la moglie
assassinata e la polizia che lo accusa formalmente di uxoricidio: verrà
condannato dal tribunale ma la sua segretaria cercherà di ritrovare la donna
misteriosa con cui il principale ha trascorso la fatidica serata e, di
conseguenza, il misterioso autore dell'omicidio. L'unico segno di
riconosciemento della misteriosa donna: un cappello vistoso ed eccentrico.
Da un romanzo (1942) di Cornell Woolrich
(firmato William Irish) un film noir che riesce a coniugare l'espressionismo
tedesco e l'ambiente americano. Gli evidenti difetti di sceneggiatura sono
riscattati dalla regia. Se poi si pensa che è tutto girato in studio, la bravura
di Siodmak è ancora più apprezzabile. Splendida sequenza di jazz con Elisha
Cook Jr. alla batteria.
Mi piace ricordare questo attore poco noto (ha
fatto solo il comprimario), ma è stato nel Cavaliere della valle solitaria, Rapina
a mano armata, Il mistero del falco e Il grande sonno, più un'altra quarantina di
titoli. A volte le guide del cinema neppure lo citano!
Atmosfere ispirate da Hopper, solitudini angosciate e angoscianti. Asfalto bagnato che riflette le luci di incerte
illuminazioni: si creano ombre incombenti. Lo spettatore straniato e incerto è trascinato
(emotivamente) in un’atmosfera dai toni alterati, dalle prospettive deformate da
una sapiente scelta di obiettivi. La fotografia molto contrastata (si direbbe un
film in biancobianco&neronero) da un senso di claustrofobia sì che lo spettatore
si sente minacciato. Il tutto per rendere lo stato d’animo del protagonista immerso
in un mondo deviato. Siodmak si dimostra un maestro e sarebbe bene che fosse studiato.
Voto ****/5
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