Film
n. 39
La chiave di vetro (The Glass Key )
di Stuart Heisler
con Alan
Ladd, Veronica Lake, Brian
Donlevy
Un noir atipico, alla fine, anche se poco cambia nella società,
resta accesa una fiammella di speranza.
Ed Beaumont (Ladd) è amico e factotum di un potente affarista che
corrompe il procuratore distrettuale e
influenza buona parte dell'opinione pubblica. Per ripulire la propria immagine
in vista delle elezioni l’imprenditore liquida
lo scomodo legame con un gangster, per interessarsi dell'attraente Janet,
figlia del candidato. Il giornale The Observer, controllato dal gangster,
lo accusa di un delitto e il procuratore
si mostra solerte a cambiare bandiera. Ed, contattato dal gangster, rifiuta di
fornire prove a carico dell'amico e per questo viene brutalmente pestato.
Uscito dall'ospedale, Ed riuscirà a scagionare l'amico. La giustizia ha la
meglio su quel mondo corrotto, ed Ed avrà
l’amore di Janet. Dashiell Hammett,
autore del romanzo, descrive senza mezzi termini il mondo in putrefazione
del potere. Ancora una volta concepisce un eroe che si mantiene leale
al valore dell'amicizia di fronte alle tentazioni del denaro e del successo e
nonostante le minacce. Beaumont è molto simile al Sam Spade de Il falcone
maltese, avvezzo alla falsità ma fedele al proprio codice etico. Qui,
senza perdere il gusto della narrazione, il giallo diventa specchio di quella
società che Hammett aveva esplorato nel suo lavoro di investigatore. E, come i
suoi personaggi, durante il maccartismo Hammett si manterrà fedele ai suoi
princìpi, pagando con il carcere il diritto di denunciare ipocrisia e
corruzione. La sceneggiatura è di Jonathan Latimer, romanziere assai abile nel
portare opere altrui sullo schermo, crea e inventa senza tradire il soggetto,
ma la suspense viene spesso “depistata” dalla violenza. L'unico spazio al
sentimento è aperto dalla collaudata coppia Ladd-Lake, cui è affidato il
compito di chiudere con un lieto fine. Il pestaggio di Ed, vale una
sottolineatura, viene rappresentato con una durezza che ci
rimanda a Sergio Leone. Non solo per la violenza: in Per un pugno di dollari (costruito sulla trama de La sfida del samurai di Kurosawa, che
era stato ispirato proprio da Piombo e sangue di Hammett) oserà, molti anni
dopo, rappresentare un pestaggio simile, ma il western non è il noir: è come i
fumetti, ci si crede meno!
Si tratta di un eccellente remake, nel 1935 era stata girata la prima versione
(sceneggiata dallo stesso Hammett) con George Raft come protagonista. Il dubbio è: Kurosawa si è ispirato a questo film o al secondo?
Voto ***1/2/5
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