Incipit
Prologo
Alla
festa in bàghere
Nel ricordo di
quel tempo sospeso dell’estate del ’24, s’insinua sempre la nostalgia.
Struggente, se la memoria torna a un sabato mattina di fine settembre; l’ultimo
mio giorno di quiete.
Già a un quarto
alle undici, Bronzino aveva parcheggiato il suo bàghere in via Fiorentina;
proprio all’angolo di piazza della stazione. Quando fummo tutti a bordo, incitò
il cavallo: l’orologio delle ferrovie segnava le 11.15 precise. Animale e
carrozza erano tirati a lucido. Sul retro, sopra il predellino ciondolava,
appeso a una catenella, un cartello di latta: “occupato”.
L’ultimo sabato
di settembre era un giorno atteso da mesi. La festa del perdono a Terranuova
Bracciolini attirava migliaia di persone da tutto il Valdarno, molti arrivavano
in treno. Senza quel cartello Bronzino rischiava, in un solo attimo, di vedersi
riempire il bàghere di gente scalmanata e vociante. Sarebbe stato un problema
farli scendere. Ma poteva succedere di peggio: non mancavano gli arditi, di
nome e di fatto, che salivano al volo lungo la strada.
A Terranuova,
cuore agricolo del Valdarno, le cerimonie religiose, ufficiate con spirito
pagano per “impetrare la misericordia divina” per raccolto e animali,
cominciavano il venerdì sera con una solenne e spettacolare processione che
muoveva il passo dopo tre botti assordanti. Il sabato mattina iniziava la fiera
agricola. La sezione più famosa e più frequentata, quella degli uccelli da
richiamo per la nocetta o canterini per il salotto, si trovava poco fuori del
fantasmagorico …
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