Rubrica letteraria
Il
gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
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Libro
n. 44
Ragnatele d’inganni
Caroline Graham
B.C. Dalai editore
Tranquilli assassinii country
Ci arrivo dopo almeno una trentina di episodi della
fiction televisiva (non entusiasmante, ma guardabile). Difficile, quindi, esprimere un giudizio freddo e rigoroso. Il libro
l’ho trovato godibile, di gusto un po’ troppo inglese, ma, se stai al gioco, ti
diverti.
Una frase del libraio mi aveva fatto rizzare il pelo.
Dirò subito “no” a quella corrente di pensiero:
leggendo verrà anche spontaneo
(meno se si è seguito la fiction TV), ma definire Tom Barnaby “il Maigret Inglese” è superficiale classificazione e, direi, sa di
poca conoscenza dei due commissari. Non sono neanche parenti! Vuol anche dire
che c’è ignoranza abissale sulla provincia francese e su quella, di fantasia,
di Midsomer. Il libraio ha perso un cliente, io ho trovato uno spunto polemico per
parlare del libro: ci ho guadagnato di sicuro!
Se guardiamo al metodo (una mia fissa) si comprende meglio.
Quello di Jules Maigret è soprattutto psicologico (Simenon è per prima cosa un letterato)
e, anche se istintivo, sociologico. Nei romanzi di Maigret,
poco o nulla si parla, per esempio, di impronte digitali o di altri metodi
“scientifici” tanto affascinanti (maledetta serie CSI!) al giorno d’oggi. Il commissario non sembra averne bisogno: le
sue tecniche d’indagine consistono nel conoscere (e far seguire dai fidi
Janvier e Lucas) le persone coinvolte nella vicenda cercando di ricostruire,
appunto, l’ambiente dove questa è accaduta. Maigret e le sue tecniche
investigative son figlie dei suoi tempi: già quelli di Barnaby son diversi,
senz’altro più vicini a noi (c’è infatti un bravo coroner). Sono tipicamente police procedural: si analizza la scena
del crimine, si ascoltano i testimoni, si ricostruiscono le loro azioni, se ne
vagliano gli alibi, si ipotizzano i possibili moventi e, a seconda del logico
risultato che se ne deduce, s'individua il colpevole. Elementare Watson! Eppur non è così, perché, se lo fosse, l'intero
caso si ridurrebbe a un puro algoritmo logico, risolvibile, per assurdo, con un
buon programma di computer. Ci sono le passioni umane, a volte ancestrali, a sconvolgere
le menti degli assassini e delle vittime su cui indaga Barnaby. Suonerebbe anche un pochino contraddittorio:
se il delitto nasce da distorte passioni come può, successivamente
concretizzarsi in una sequela di misteri che è possibile svelare soltanto con
tecniche meramente logiche? Ci deve essere sempre quel quid più o meno
recondito da cui tutto si è originato e che logico non è affatto. Tracce
l'assassino deve pur averle lasciate:
qui che la logica si ferma e agisce il segugio che conosce l'animo umano e che
da fatti e testimonianze apparentemente senza importanza e/o slegati, con
sovente un guizzo d'intuito sa mettere insieme, correlare e capire e dare un
senso al tutto. Psicologia, buon senso e concretezza: questo
il modo d'indagare di Tom Barnaby. Il suo modo di operare - procedura standard
e intuito - dà un tocco di realismo ai romanzi di Caroline Graham; Questo primo
è dell'87. Il personaggio è già ben delineato: ha una moglie, Joyce, e una
figlia, Cully, anche loro dai tratti psicologici ben delineati. Una famiglia dei giorni nostri, ben lontana
dal cliché anni Trenta/Sessanta della dolce sig.ra Maigret.
Nota innovativa e originale è l'ambiente dove hanno luogo i delitti e le relative inchieste dell'ispettore Barnaby: la Contea di Midsomer. Un'aggregazione di quieti villaggi di campagna dove l'esistenza di ciascuno sembra ripetersi tranquilla nella quotidianità dei giorni. E invece, tra quelle figure, quelle saghe, quei destini nascono odi terribili e si possono tessere Ragnatele d'inganni che con sagacia e tenacia l'ispettore capo sa puntualmente dipanare.
Nota innovativa e originale è l'ambiente dove hanno luogo i delitti e le relative inchieste dell'ispettore Barnaby: la Contea di Midsomer. Un'aggregazione di quieti villaggi di campagna dove l'esistenza di ciascuno sembra ripetersi tranquilla nella quotidianità dei giorni. E invece, tra quelle figure, quelle saghe, quei destini nascono odi terribili e si possono tessere Ragnatele d'inganni che con sagacia e tenacia l'ispettore capo sa puntualmente dipanare.
Confesso che mi piacciono di più i telefilm dei libri, forse perché vado spesso in Inghilterra, proprio nella zona in cui vengono girati, o forse perché i libri sono arrivati in Italia solo recentemente (sono tre, e uno non è nemmeno stato sceneggiato). Barnaby è pacato, rassicurante. Il film tratto da questo libro è "Il prezzo del silenzio", piuttosto insolito direi! La sigla poi, Midsomer Valzer suonata col theramin è già di suo coinvolgente.
RispondiEliminaNon mi entusiasma, mi risulta troppo architettato, ma nel panorama tv è uno dei più potabili!
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