La Ragazza dello
scambio
Romanzo
di
Oscar Montani
Presentazione critica di Carmen
Claps
(estratto)
Parte II
… interessante e importante è la sottile analisi
della Chiesa del periodo, intendo la Chiesa come istituzione. Vengono
stigmatizzati ferocemente il potere temporale ed economico e le deviazioni che
colpiscono tanti suoi membri. Chi conosce la produzione di Oscar sa che questo
è un suo tema cardine. Per fare solo un esempio, però quanto mai significativo,
penso, nella saga di Bertuccio, alla Badessa Soderini, perfetta rappresentante
di chi intende la religione come strumento di potere: potere economico,
politico, amministrativo. … incontriamo Monsignor Raspini, l’eminenza
grigia, ma sarebbe più esatto definirla nera, della situazione. Di famiglia
ricca, si gode un’automobile di lusso, un apparecchio radio, un apparecchio
telefonico, ma soprattutto è pericolosamente vicino al fascismo. … Ed eccoci al punto fondamentale: la
descrizione del clima politico e qui Oscar mostra appieno la sua stoffa di
grande scrittore. Andiamo per ordine. Vi ho detto che la narrazione avviene
molti anni dopo il verificarsi degli eventi e, per questo, nel raccontare lo
svolgersi delle indagini il narratore può divertirsi con il gioco degli indizi.
Posso dire che, in un certo senso, per il ritratto della situazione politica, è
la stessa cosa: in quel momento è difficile, se non impossibile, prevedere dove
avrebbero potuto condurre tutti quei sintomi, ma, al momento della narrazione,
il protagonista non può che ricordarli con rabbia e dolore, al pensiero delle
conseguenze. Subito, nelle primissime pagine, ci viene presentato “il nuovo che avanzava con violenza e arroganza” (pag.
15). Ancora, sempre nel prologo, perfetto come tutti i prologhi del nostro
autore perché ricco di tutto il senso dell’opera, leggiamo: “I cambiamenti ti arrivano addosso come il temporale. Te
ne accorgi solo per un tuono che ti rimbomba sulla testa, ma ormai ti piove
addosso. Le nubi minacciose non mancavano, ma niente tuoni e la pioggia non si
era ancora scatenata, almeno non me ne ero accorto”. (pag. 18)
Significativo che a creare questa splendida immagine sia il nonno del
protagonista. Il nonno è sempre una figura fondamentale nei lavori di Oscar:
ricordiamo il nonno di Corto, cui il nostro deve il suo nome impossibile e memoria
storica per ricostruire le atmosfere della Lucca di un tempo e il nonno di
Bertuccio, dal quale il nostro ha ereditato il mestiere e soprattutto il
talento investigativo. Tornando al nostro romanzo, il narratore ricostruisce a
posteriori l’escalation della nuova ideologia con la sua violenza bestiale: è
un medico e può constatare l’incredibile aumento di pazienti gravemente contusi
o affetti da gravissime forme di dissenteria; e tutti sono colpevolmente
evasivi o addirittura omertosi sulle cause. Ecco, di fronte alla nuova dottrina
la gente, a seconda della propria condizione e, purtroppo, dei propri
interessi, assume posizioni diversissime: cieco fanatismo, eroica opposizione
e, la cosa peggiore pericolosa indifferenza. Al proposito un personaggio, un
comprimario, Roberto, se ne esce con una considerazione profonda: “Se ignorate
quello che accade, se non prendete posizione, avrete da patire almeno venti
anni e con voi i vostri figli. Tra due o tre anni vi ritroverete circondati
dalla canaglia, canaglia nera” (pag. 59). Il nostro autore riesce a sfruttare
il suo umorismo anche nella descrizione del volto più terribile del fascismo.
Mi riferisco a due aggressioni perpetrate da squadristi, sempre in superiorità
numerica e di mezzi. Ebbene, questi vengono ridicolizzati, umiliati dalla
fantasia. In un caso, infatti, sono ridotti a mal partito da un finto frate,
che neutralizza a suon di pugni e calci, manganelli e armi da fuoco da perfetto
knick-boxer ante litteram.
Nell’altro
caso, è un misterioso personaggio travestito da Zorro che, volteggiando con
agilità ed eleganza, li tiene a bada, servendosi, a mo di spada, di un semplice
pezzo di legno. … Le due scene si risolvono in un’apoteosi di ritmo, quasi
tutto fosse un gioco. Oscar è maestro nel descrivere la cattura di un colpevole
senza violenza bestiale, come se tutto fosse un’esibizione di ginnastica
artistica o di atletica leggera. … Purtroppo non tutto è all’insegna
dell’umorismo e del successo: assistiamo anche ad alcune aggressioni nelle
quali contadini e operai hanno la peggio, ma queste non vengono descritte in
diretta, ne vediamo solo le drammatiche conseguenze e il tono è, giocoforza, di
dolore e di rabbia.
…
il protagonista … Si chiama Idamo Butini. Come potete notare, ancora una volta
Oscar sceglie un nome assolutamente non banale per il suo protagonista. Come
Corto e Bertuccio, Idamo non è investigatore di mestiere: svolge una
professione che con le indagini avrebbe proprio poco a che fare, infatti è un
medico. … è molto orgoglioso del suo lavoro e lo svolge con passione,
competenza e dedizione. E’ una figura decisamente intrigante, anche dal punto
di vista fisico. Ha accanto a se una donna, di cui vi parlerò tra poco. Inutile
dire che Idamo non ha ancora fatto, meno male, il passo definitivo per renderla
la sua fidanzata ufficiale. D’altronde, Idamo, … non è immaginabile stabilmente
fermo con una donna. Il nostro ha svariati hobby: il cinema, la nuova arte che
comincia a produrre i suoi capolavori; una bella, dolce, calda amante, Fedora,
la moglie del primario di Villa Natalia, la clinica di Firenze presso cui
presta servizio. E’ una relazione apparentemente senza impegno, perciò senza
problemi, vissuta dai due in un modo rilassato, sereno, per lo meno fino a
quando . . . . Idamo ha anche un gruppetto di amici fidati, quattro o cinque,
con i quali gioca epiche partite a biliardo. Lo sappiamo, l’amicizia è un
motivo fondamentale in tutti i lavori del nostro autore. I suoi protagonisti
non sarebbero quello che sono e non farebbero quello che fanno se non avessero
intorno gli amici. … Bellissima la presentazione di queste persone, che, per
tutto il corso della vicenda sono trattate e contano solo in quanto amici di
Idamo. Ognuno viene analizzato nella sua personalità, nella sua storia, spesso
anche dolorosa; le loro attività, le loro professioni restano in secondo piano:
ve lo ripeto contano solo per quanto possono essere utili alle indagini del
protagonista. Per questo l’autore, in modo estremamente raffinato e sapiente,
ci comunica le professioni di queste persone come di sfuggita, come se queste
non fossero un dato essenziale. Così veniamo a sapere che uno è un falegname,
uno un chimico, uno un ex farmacista convertito all’orticoltura, un veterinario
che pratica il football, tutti abilissimi nel loro mestiere; poi c’è anche un
avvocato. Gruppo quanto mai eterogeneo, non c’è che dire, come, del resto,
quelli di Corto e di Bertuccio.
(2-segue)
Carmen
Claps
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