venerdì 8 marzo 2013

Antichi delitti (III)



Le armi assassine del ‘400
(parte III: le lame)


Spada da Lato e daga

Il gentiluomo spadaccino, per ottimizzare difesa e offesa, usava negli scontri tutte e due le mani. Lo stesso, se non poteva colpire alle spalle, o a tradimento, la vittima, faceva il sicario!



A destra brandiva la spada da lato. Con questo termine s’intende la spada leggera detta “a una mano”. Cominciò a essere diffusa nel Rinascimento,  in tutte le sue varianti di forma (in figura due tipi: leggero e pesante), perché era consentito portarla in ambito civile a chi ne aveva facoltà. Era utilizzata principalmente per difesa personale.
Di grande importanza   l'utilizzo di quest'arma in coppia con la daga (impugnata a sinistra) che era soprattutto di difesa.





Daga
Elemento fondamentale dell'equipaggiamento di ogni uomo d'arme, la daga negli scontri di scherma   rinascimentali una delle armi più   utilizzate, sia da sola che in associazione con la spada da lato. Le tecniche di spada e daga s’imparavano nelle scuole di scherma. Famose quelle dei Maestri Manciolino e Marozzo.  Insegnavano al combattente a destreggiarsi con abilità in qualsiasi scenario di duello, poiché la coordinazione necessaria alla gestione delle due armi portava a un automatismo nella difesa così come nell'attacco che aggiunge emozione e spettacolarità al duello. 



La daga doveva essere a lama larga ed elsa in grado di reggere i colpi della spada avversaria.


Un tipo particolare è la cinquedea o cinquedia, che però era arma singola. Il nome deriva della misura della larghezza della lama ("cinque dita") nella parte più vicina all'elsa: tale dimensione, maggiore del consueto se rapportata alla modesta lunghezza (circa 45–55 cm), si restringe notevolmente verso la punta conferendo alla lama una forma triangolare.
Talvolta la lama molto pesante presenta una o più scanalature profonde (sgusci) utili per facilitare la fuoriuscita del sangue in conseguenza dell'infilzo. Era anche arma da cerimonia e da parata. Conservando la sua potenziale pericolosità aveva delle decorazioni di gusto tipicamente rinascimentale realizzate mediante le tecniche dell'ageminatura e della damaschinatura. La decorazione spesso ricopriva anche l'elsa e l'impugnatura, che potevano essere ugualmente in metallo o anche in legno o avorio.  
(fine)




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