venerdì 26 febbraio 2016

Lanterna Gialla (97)

mercoledì 24 febbraio 2016


Lanterna Gialla (96)




Film n.97



Vita rubata (La Otra)

di Roberto Galvadòn 

con  Dolores del Rio, Augustin Irusta, Victor Junco









Chi lascia la vi(t)a vecchia per la nuova ...
Un po' di trama ve la racconto io, voi aggiungeteci abbondante melò messicano. Peccato perché il regista (che si prende anche una parte secondaria, tanto per recitare) è davvero bravo, soprattutto ne dare alla storia uno stile noir. Il film è uscito in Italia, ma non sono riuscito a trovarne una copia. In lingua originale ci sarebbe ma 86 euro mi sembrano troppi! L'ho visto su internet in spagnolo, con poche difficoltà e con molto piacere per l'ottima recitazione.




Maria e Maddalena (una doppia Dolores del Rio al meglio della sua bellezza messicana: un valore assoluto del film), sono sorelle gemelle, una molto ricca, grazie al matrimonio con un milionario. L'altra povera, fa la manicure con non poche umiliazioni e molte privazioni. Molto diverse nell'aspetto, ma fin dalle prime scene si percepisce un'angosciante somiglianza anche nel carattere. 
Il film inizia col funerale del marito di Maddalena: già dalla bara si capisce quanto sia stato ricco. Dopo varie vicende Maria, la sorella povera, uccide la sua gemella e si sostituisce a lei. Ne ruba la vita pensando di lasciare le sue miserie e i suoi dolori per entrare in un mondo dorato e gioioso. Ma non è così. Quando si eredita la vita di un altro si acquista a scatola chiusa: da una parte la ricchezza e la posizione di prestigio, dall'altra il pesante fardello di un crimine commesso. Maddalena, con un complice, ha ucciso il marito. Maria subirà la condanna. Giusta punizione per un'assassina.
Il film è veramente ben girato e ottimamente recitato. Peccato che il produttore si preoccupi solo del pubblico messicano. Galvadòn, il regista, ha un eccellente tocco per il noir. Sa anche usare il grandangolo e i piani lunghi. Un film scuro, cupo, angosciante e Dolores del Rio è una dark lady di una cattiveria maestosa. Impressionante il modo con cui pian piano emerge la perfidia della sorella povera. Maria ha sguardi di frustrata invidia da antologia del cinema. Il culmine dello spietato cinismo si ha quando spoglia la sua vittema ancor calda per indossarne le vesti.  


L'apice della determinazione, ed è una sequenza emotivamente coinvolgente, quando rimanda la firma di accettazione del conto bancario e poi si brucia la mano destra per evitare di farsi scoprire con la firma. Soddisfatta, il giorno dopo, si fa certificare dal notaio della banca la firma con la sinistra.
Ultima annotazione su Città del Mexico. La città con luci radenti, zone d'ombra profonda, auto e bus scuri e riflettenti, pioggia battente alla The Big Sleep sembra la Los Angeles di Philip Marlowe. Un film che dovete assolutamente vedere, magari, se siete sensibili, tenetevi a portata di mano un lacrimatoio. Il tono melò al film è soprattutto dovuto alla colonna sonora, denota l'età e sottolinea troppo le situazioni: si sovrappone. Rovina le ultime scene perfettamente noir e toglie mezza stella al film.

Voto ****/5


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